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I 5 tipici imprevisti radiofonici

I 5 tipici imprevisti radiofonici

La competenza e la professionalità di uno speaker, a detta di molti professionisti del settore radiofonico, si esprime anche nella sapiente capacità di gestire possibili imprevisti che spesso influenzano il trascorrere di una diretta. Saper riuscire a mantenere alta l’attenzione degli ascoltatori nonostante il sopraggiungere di situazioni che potrebbero compromettere il buon andamento di un qualsivoglia programma, di puro intrattenimento o proteso maggiormente all’informazione.

Anche nei nostri articoli, in diversi casi, abbiamo posto l’accento su determinate situazioni con cui i conduttori stessi devono fare i conti, costretti a risolvere il possibile problema in pochissimi secondi.

Facendo una sorta di analisi dei principali imprevisti che solitamente accadono o possono accadere in radio, ci siamo divertiti a stilare la nostra personale classifica dei 5 tipici imprevisti radiofonici, verso i quali molti colleghi potranno riflettere la propria esperienza e raccontarcela nei commenti in basso all’articolo.

Al 5° posto, il collegamento telefonico assente o con interferenze. Uno degli imprevisti, questo, che forse a molti sarà capitato di incontrare. La convinzione di avere in onda l’ospite da intervistare ma che puntualmente non risponde al nostro saluto di benvenuto, tanto da ascoltare in onda anche i noti “bip” del telefono o, in alcuni casi, la voce automatica del gestore telefonico dell’interlocutore. Ma non solo, vi sono casi in cui le interferenze danno filo da torcere allo speaker, intento a decifrare le parole mal recepite del collega in collegamento da una piazza per una diretta esterna, in cui viene seguito un particolare evento di spicco del panorama musicale. Il consiglio, quindi, è di non restare in silenzio, ma cercare di coprire quel “vuoto” con dei contenuti che mantengano l’equilibro nell’ascolto.

– Al 4° posto, la mancanza di intesa tra speaker e fonico che solitamente si registra soprattutto nel corso delle prime puntate di un format, quando non è ancora forte la confidenza professionale che prima o poi si instaura tra i due, fondamentale per lo svolgimento e la resa del programma stesso. Non a caso, infatti, l’iniziale situazione di possibile “impasse” tra i colleghi, potrebbe essere la causa anche di errori, seppur banali, che vengono però riscontrati in diretta. Prendendo in riferimento anche in questo caso un’intervista, vi potrebbero essere casi in cui la tempistica di quest’ultima viene sforata, nonostante precisi solleciti da parte del regista a chiudere in qualche modo la conversazione con l’ospite, una direttiva mal recepita dal conduttore in onda che condizionerebbe l’andamento del “clock”.

– Al 3° posto un imprevisto capitato a molti, il ritardo a cui in qualche modo bisogna rimediare. Come recuperare uno sforamento del format andato in onda in precedenza? A volte si cerca di ovviare all’imprevisto con la presenza di colleghi che prendono il posto dello speaker in ritardo, in altri casi si colma l’assenza con una rotazione musicale in grado di intrattenere il pubblico in attesa di ascoltare il proprio beniamino preferito.

– Al 2° posto, abbiamo deciso di collocare l’imprevisto relativo al verificarsi di avvenimenti ambientali e casuali, non particolarmente previsti. Basti pensare ai recenti fatti sismici dove, tali fenomeni, in un contesto del genere, come quello di una diretta radiofonica, mettono a dura prova anche lo stato d’animo di un conduttore, intento, da un lato a gestire la situazione in toto, dall’altro a mantenere egli stesso la calma, soprattutto se quest’ultimo caratterialmente è sensibile al riprodursi di determinati episodi che potrebbero provocare condizioni di panico per tutti.

Ma al 1° posto l’imprevisto che forse chiunque potrebbe raccontarci, con un pizzico di sorriso, è quello tanto classico quanto fastidioso per certi versi. A chi non è mai capitato di cominciare la diretta incosciente di avere il microfono spento, o peggio di lasciarlo aperto trapelando tutti i fuori onda? Che sia stata colpa dello speaker o del fonico, resta comunque un po’ di “amaro in bocca” nel rendersi conto di questa dimenticanza che, nello stesso tempo, all’inizio di una diretta, potrebbe anche influenzare l’attenzione del conduttore stesso che, a causa di questo inconveniente, perderebbe la concentrazione proprio nei minuti iniziali di  un “talk”.  Badare, quindi, anche a queste “piccole” azioni, seppur apparentemente banali, è essenziale per non mostrare un’immagine poco professionale dell’emittente in cui si trasmette, qualunque essa sia, per tipologia o bacino territoriale.

Insomma, essere in grado di gestire qualsiasi tipo di imprevisto è importante per la buona resa di un programma.

Qual è invece l’imprevisto peggiore che vi è capitato?

Articolo a cura di Maurizio Schettino

Admin Radiospeaker

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