HomeMagazineAlan Palmieri di Radio Norba: la Radio dovrebbe rispettarsi di più

Alan Palmieri di Radio Norba: la Radio dovrebbe rispettarsi di più

Radiospeaker.it oggi incontra al telefono Alan Palmieri, nuovo station manager di Radio Norba, dico nuovo perché fino a qualche minuto fa era il direttore artistico.

Ciao Alan benvenuto su Radiospeaker! Ciao Giorgio, per un attimo detta così mi hai fatto preoccupare, perché sembrava che avessi cambiato azienda. Fortunatamente il passaggio è stato indolore e immediato, perché è avvenuto solo dal punto di vista formale. Un cambio di status che sicuramente mi rende felice perché mi ritrovo, in questa maniera, a puntare di più su di me con qualche responsabilità in più che fa piacere accollarsi, perché ho sempre cercato un approccio globale alle cose.

Quindi adesso oltre a dirigere il reparto artistico (la scelta dei programmi, le voci e i palinsesti) ti occuperai di tutta un’altra serie di cose: “Tipo cosa fa uno station manager?” Per esempio discute il budget, il bilancio, riferisce all’editore.  Arriva con le idee già chiare da quel punto di vista e con una strategia che propone e discute insieme. Si lavora  a stretto contatto con l’amministrazione, con l’ufficio legale e con tutta un’altra serie di settori di cui è composta l’azienda.

Com’è una tua “giornata tipo” da direttore artistico e adesso da station manager?
Ho pochi punti fissi, punti cardine nella giornata lavorativa. Ho il programma, perché continuo ad essere un conduttore di Radio Norba e quindi sono in onda. Per il resto è tutto molto liquido, fluido, incontro il direttore commerciale, incontro il direttore finanziario, ovviamente incontro i ragazzi, ma tutto questo avviene in base a degli appuntamenti fissati di giorno in giorno a seconda della disponibilità di ognuno. È  tutto molto liquido, siamo sempre in contatto telefonicamente per email. Ultimamente stiamo utilizzando whatsapp, che è un mezzo immediato e permette di saltare tutta una serie di paletti legati a delle formalità.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALAN PALMIERI DI RADIO NORBA

Ci sono due novità e sono: Radio Norba è anche su satellite e Radio Norba è anche un po’ Mondadori per quanto riguarda la pubblicità, due brevi battute su queste due novità.
Per quanto riguarda il satellite, mi verrebbe da dire che tranne per la visibilità e il fatto di poter  incontrare tanta altra gente in giro per l’Italia, il prodotto non cambia.  Quello che ho detto oggi ai ragazzi è stato: “Va bene, ci abbiamo lavorato abbiamo raggiunto questo risultato, si tratta solo di agganciare un cavo, per il resto continuate a fare il vostro mestiere sempre al massimo”. Quindi il pubblico avrà un nuovo canale, che è quello di Radio Norba TV, la chiamiamo Radio Norba Television e speriamo che piaccia. Per quanto riguarda Mondadori, anche li siamo passati insieme ad altri soggetti radiofonici attraverso un periodo delicato che ci ha imposto un cambio di concessionaria, ognuno ha fatto la propria strategia, si è giocato le proprie carte, noi siamo contenti di essere rappresentati sul nazionale da Mondadori, che è una società importante che conosciamo benissimo e siamo contenti di fare, di esserci, insieme a dei colleghi, dei partner di tutto rispetto che conosciamo bene: Radio Subasio, Radio Italia, Radio Kiss Kiss e Radio 101. Insomma non siamo in tanti e questo mi auguro possa servire anche a lavorare di più sui mezzi e a venderli in maniera più facile.

Ci sono delle novità dal punto di vista artistico nel palinsesto della radio o siete già consolidati così, dobbiamo aspettarci qualcosa di nuovo? Dal punto di vista artistico le novità arrivano sempre, potrebbero arrivare, ma non ci sono grandi cambiamenti perché la mia idea è occuparmi del prodotto come se fossi un artigiano, quindi sistemare le varie cose momento per momento e  di cercare, come dicevo prima, di essere al top per quello che è possibile. Siamo una radio generalista che punta a svolgere un servizio pubblico sul territorio, perché serviamo dal punto di vista radiofonico una zona d’Italia particolare, ben definita, che è il sud Italia. Il nostro territorio ha le sue esigenze, cerchiamo di venirgli incontro e di rappresentarle e lo facciamo attraverso l’apporto di tutti e di tutte le fasce d’età. Noi riteniamo che chiunque possa rappresentarci e possa dare il proprio contributo, ci tengo a ribadirlo che indipendentemente dall’età può andare in onda su Radio Norba. Un’altra cosa voglio aggiungere:  il rapporto di lavoro tra me e i ragazzi della radio è un rapporto di lavoro che diventa sempre di più come se fossimo, non dico proprio come soci, ma quasi, perché più passa il tempo più grazie ai social, facebook , twitter è sempre più importante che ci sia una comunione di intenti, che tutti stiano bene  e si vada in un’unica direzione.

Questo ti fa onore perché molti station manager e direttori artistici adottano un rapporto verticale di comando e non orizzontale con i propri colleghi-soci e amici. In radio si condividono tante ore insieme, tante idee e tanti stimoli e alla fine si diventa anche un po’ amici. La radio serve a promuovere te che vai in onda, ma te che vai in onda ogni volta che metti le mani sul tuo smartphone sul tuo pc ed ogni messaggio che va all’esterno, rappresenti la radio, sei un opportunità di promozione per il mezzo.

Hai parlato prima di territorio e Radio Norba si è allargata moltissimo dal punto di vista del segnale radiofonico. C’è qualche altro step in avanti, si sta allargando ancora, oppure per il momento rimane stabile? Gli step offerti dalla tecnologia, dai new media, immagino non sia un buon momento per allargarsi sul territorio dal punto di vista tradizionale con frequenze fm.

Che cosa ne pensi di Radiospeaker.it? Penso che Radiospeaker.it produca cultura: cultura radiofonica. Volevo approfittare di Radiospeaker.it per dire una cosa spesso mi capita di lavorare con i televisivi, con il marketing, con il manager quindi con persone che vivono ambiti diversi, mi piacerebbe che il settore radiofonico si rispettasse un po’ di più, si desse un po’ di valore in più. Ritengo che sia necessario dare valore a quello che facciamo, però tra la crisi, il cambio di tecnologie, il cambio di approccio e  le generazioni si rischia di sminuire un po’ tutto.

Noi cerchiamo di dare valore alla radio ogni giorno su Radiospeaker.it, ed è bellissimo il tuo appello con cui si è chiusa questa intervista.

Intervista a cura di Giorgio d’Ecclesia
Responsabile Radiospeaker.it

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