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Allenarsi in Radio: quanto è importante?

Sarà che sono molto appassionato di sport e in particolare di calcio, ma continuo a vedere molte analogie tra lo sport e la radio, alcune delle quali posso anche riscontrare personalmente sulla mia pelle, o meglio, sulla mia voce. In questo periodo infatti dal punto di vista calcistico, poche settimane prima dell’inizio della stagione e del campionato, le squadre vanno in ritiro e i calciatori fanno una preparazione specifica, di solito con due sedute al giorno di allenamenti, che coinvolge sia la parte atletica che quella tattica e che servirà poi per tutta la stagione. Con la fine del campionato a maggio/giugno si perdono i ritmi d’allenamento e questa preparazione d’agosto serve a rimettersi in forma e a farsi trovare pronti per l’inizio delle partite. Allenamenti che poi proseguiranno sempre durante l’anno ma che in questo periodo risultano particolarmente importanti.

Dico questo perché anche per la radio può valere una cosa simile: in questo periodo tutti i network e in generale tutte le emittenti devono fare i conti con le ferie e quindi sostituire gli speaker che lasciano scoperte le fasce della giornata. Per uno speaker quindi, come per un calciatore, abituato a trasmettere ogni giorno per più ore (beati quelli che hanno questa fortuna!) si interrompe un meccanismo che è poi la ragione stessa del proprio lavoro: parlare alla radio, comunicare, intrattenere un pubblico.

Non vi è mai capitato di tornare dopo questa pausa e sentirvi ingolfati, come i muscoli degli stessi calciatori dopo le vacanze estive? Non vi è mai capitato di fare una pausa dalla radio per un po’ di tempo e “non sentirvi in forma” quando ricominciate? Attualmente faccio un programma una volta la settimana quindi non sono un esempio calzante perché non sono quotidianamente al microfono, ma nel mio piccolo mi accorgo che quando devo saltare una o due puntate per cause di forza maggiore ricominciare è sempre parecchio difficoltoso ma soprattutto sento voce, articolazioni e esposizione un po’ appesantiti. Me ne accorgo subito perché appena riprendo il ritmo o semplicemente riesco a fare un periodo abbastanza lungo senza saltare una puntata i risultati sono molto diversi.

Ancora meglio quando avevo avuto la possibilità, per qualche settimana, di trasmettere ogni mattina e, dopo un paio di giorni con abbassamenti di voce e dolorini sparsi (a causa della non abitudine a andare quotidianamente in onda) mi ero reso conto che dal quarto/quinto giorno le cose andavano molto meglio e trasmettere sempre iniziava a dare parecchi benefici.

Parlando con alcuni speaker o frequentando corsi di conduzione radiofonica, mi è stato spesso ripetuto come la medicina migliore per uno speaker sia pensare di essere sempre in onda, quindi parlare nella vita quotidiana e con i propri amici come farebbe durante una diretta radiofonica. Effettivamente un compito piuttosto difficile da svolgere, ma anche in questo caso mi ero reso conto come seguendo queste dritte per un po’ di tempo i miglioramenti erano stati incredibili. Per questo mi chiedo: quanto conta l’allenamento per uno speaker?

Non si può ovviamente parlare di vero e proprio allenamento, come quello dei calciatori per intenderci, ma per quanto riguarda un conduttore radiofonico significa trasmettere ogni giorno o comunque mantenere allenata la voce. Per quelli che non hanno questa fortuna significa trovare metodi alternativi. Ad esempio quando lavoravo in ufficio e dovevo parlare con un cliente fingevo di fare un’intervista in radio. Visto che mi capitava quasi quotidianamente è stata una bella palestra.

Dizione corretta, un minimo di impostazione, niente eccessi vocali, urla o scivoloni dialettali, linguaggio formale. Avrà pensato che ero parecchio strano? E chi se ne frega, per me era troppo importante e ne avevo compreso l’utilità notando progressi e miglioramenti durante le dirette successive. Senza tirare fuori esempi strani come il mio, la cosa più semplice e migliore da fare è sicuramente utilizzare gli strumenti a disposizione (Internet e smartphone su tutti) per produrre quanti più contenuti possibili: basta registrarsi con un telefonino improvvisando un intervento, o per i più specializzati preparare dei veri e propri file audio curati magari da inserire in un blog, su Youtube, in un sito che raccoglie files di questo tipo (Soundcloud su tutti) e avere quindi la possibilità non solo di tenersi in allenamento ma in questo caso anche di farsi sentire. Chissà mai cosa possa succedere e chi possa ascoltare i file.

Insomma i modi per tenersi allenati senza andare in onda per forza ogni giorno ci sono, basta avere la voglia e la volontà di inventarsi qualcosa che possa far bene a noi stessi e aiutarci in un futuro. A proposito di questo, un’altra lezione che mi hanno dato sulla radio è che “se ci credi davvero una possibilità arriva, ma quando arriva devi essere pronto perché non è detto che si ripresenti”. Pensate se foste a digiuno di radio da settimane, magari da mesi e vi chiamassero per un provino. Penso che tutti concordiate sul fatto che stare fermi per un po’ di tempo peggiora le vostre performance al microfono.

Con tutto l’impegno che ci possiate mettere questo si sentirà durante il provino e magari non vi farà rendere al massimo, facendovi rischiare di essere scartati. Tenersi allenati serve proprio a evitare che questo succeda. E anch’io sto cercando di tenermi pronto se quell’occasione dovesse capitare. Anche voi credete che tenersi allenati sia così importante in radio? Come fate per non perdere la confidenza col microfono se per un po’ non potete andare in onda?

 

Articolo a cura di Nicola Zaltieri

 

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