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Antonio Preziosi e la Radio Europea

E’ormai all’ordine del giorno il problema  tanto discusso e attualissimo riguardante la crisi economica che sta colpendo anche la nostra penisola e al quale si vuol cercare di porre rimedio con varie soluzioni che spesso sono causa di divergenze tra i politici.

Intorno a questo difficile aspetto della contemporaneità, anche il mondo della radio sta vagliando soluzioni. In particolare, tra le tante emittenti, grande rilevanza alla situazione finanziaria in Italia è stata data anche da Radio1 e dal Giornale RadioRai in cui il Direttore Antonio Preziosi ha focalizzato l’attenzione sulla difficile questione, analizzando la stessa e cercando di trovare un’occasione di svolta mediante il mezzo radiofonico.

Ed è maggiormente quest’ultimo aspetto  al centro del suo lavoro editoriale dal titolo “Radiocronaca di una crisi”, un volume nel quale Preziosi sottolinea l’importanza della radio come veicolo per la diffusione di un’informazione chiara  e precisa così come avviene tramite l’emittente Rai, da lui diretta.

Dall’amore e dalla volontà di informare traspare, nelle parole di Preziosi, il desiderio di dare vita ad un servizio radiotelevisivo “europeo” che possa raccontare in maniera univoca  e comunitaria le vicende che appartengono a tutti gli stati dell’Unione,  grazie alla presenza di un Giornale Orario multilingue. Secondo il Direttore di Radio1, in questo modo, l’informazione risveglierebbe quella consapevolezza forse troppo sopita in molte persone, ma determinante per una significativa svolta, in vista di una possibile ripresa per buona parte dell’Europa.

Ed è proprio questa l’ “arma” e l’occasione giusta per poter quindi sperare in un futuro in cui l’economia possa dare i suoi frutti, magari con l’occupazione di tanti giovani, vogliosi di dare sfoggio delle proprie potenzialità anche in un contesto prettamente radiofonico.

Una radio quindi “europea” quella che ha in cantiere Preziosi, sulla quale sta già lavorando da 2 anni, ottenendo consensi favorevoli da più parti. Si spera che l’Italia possa e voglia  aderire affinché anch’essa faccia parte di questa grande  “community” in cui l’informazione non diventi solo mero racconto di fatti o vicende collettive, ma possa essere anche sinonimo di cambiamento in positivo grazie anche al supporto di intere comunità vogliose di rinnovamento. Come si suol dire in questi casi: “L’unione fa la forza”. Vedremo cosa succederà.

Articolo a cura di Maurizio Schettino

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