HomeMagazineI Finley rimpiazzano Marco & Giò nel palinsesto di Radio Kiss Kiss

I Finley rimpiazzano Marco & Giò nel palinsesto di Radio Kiss Kiss

Dottore, ho un problema: un problema grave che mi porto dietro ormai da anni. L’amore e la passione per la radio. Dottore, il mio problema peggiora di anno in anno, soprattutto nel periodo di settembre, quando c’è l’apertura della nuova stagione radiofonica, vengono ufficializzati i palinsesti e quindi si possono vedere novità, speaker che cambiano, speaker che lasciano e farne tutte le relative valutazioni.

Questo comporta, fortunatamente solo per i network (se no mi sarei già dovuto far ricoverare), che in questo periodo giro tutti i palinsesti delle suddette radio e vado ad analizzare i cambiamenti che le dicevo prima. Ma siccome non posso ricordarmeli tutti ho trovato un metodo interessante: apro un bel foglio Excel, preparo una tabella con tutti i network più importanti (ne ho individuati 16) e tramite i loro siti mi segno orario, programma e speaker in onda ogni giorno e ogni ora della settimana.

Questo mi serve soprattutto per vedere cosa è cambiato ma allo stesso modo per creare una sorta di “giornalino radiofonico” che, in modo simile a quello del “cosa c’è da vedere stasera in tv”, mi può dire che programma sta andando in onda ad una certa ora e cosa trasmettono alla stessa ora le altre emittenti. Così posso ascoltare qualcosa di nuovo ogni giorno e non sentire sempre la stessa radio o lo stesso speaker. Dottore, mi dica: sono grave???

 

Proprio durante questa interessante ricerca effettuata nelle ultime settimane ho fatto delle scoperte particolarmente sorprendenti che mi hanno dato lo spunto per alcune considerazioni: detto della nuova stagione di Radio Deejay, di cui ho parlato in un articolo di qualche settimana fa, qualche giorno fa mi sono imbattuto nel sito di Radio Kiss Kiss e quasi salto dalla sedia.

Era da qualche settimana che non la ascoltavo e non ne seguivo le vicende e, pronto ad essere smentito, credo che sia l’emittente che più ha cambiato in questa nuova stagione. La prima rivoluzione è al mattino, dove Ricky & Il Panta, che potevano essere considerate le nuove promesse per Kiss Kiss, lasciano il loro programma “Un giorno di ordinaria magia”, anche se ne avevamo già parlato (Un Giorno di Ordinaria Magia Chiude).

Joe Violanti e il suo morning show “Pronto Kissei” arretrano di mezz’ora, dalle 6.30 alle 9, ma anche qui con una novità, il secondo abbandono illustre, cioè Cristina Chiabotto che lo aveva affiancato nelle ultime stagioni e che ha lasciato anche per gli impegni televisivi che la vedono protagonista e volto ufficiale di Juventus Channel.

Poi tutto uguale per quanto riguarda mattino e primo pomeriggio (Demo Mura e Antonio Gerardi poi Stefano Piccirillo, cambiano solo gli orari). Ma è nella fascia pomeridiana più calda che arriva la sorpresa più grossa: dalle 15 alle 17 non ci sono più Marco & Giò, altri “operai” radiofonici all’interno dell’emittente (nel senso che non avevano trascorsi televisivi alle spalle o altre esperienze in altri settori), rimpiazzati dai Finley. I Finley. Partiti con il loro programma “Kiss Kiss my ass” con un progetto, penso sperimentale, per vedere le potenzialità che avevano, la domenica e subito promossi in fascia quotidiana a discapito di Marco & Giò.

Ora, ho ascoltato frammenti del programma negli ultimi giorni e letto con attenzione la scheda di presentazione sul sito, non parto mai prevenuto e soprattutto ho seguito da ascoltatore e appassionato di radio assolutamente senza pretese di critica o di valutazione di qualità, anche perché non sono nessuno per permettermi giudizi di questo tipo. Però ho un’opinione personale e la volevo esprimere. Non è assolutamente il tipo di programma che amo, per tipologia, ritmo e stile (ma questo non per colpa dei Finley, non amo i programmi comici in genere e, per dire, non riesco nemmeno ad apprezzare lo Zoo di 105 o Ciao Belli, tanto per citarne alcuni) soprattutto perché credo che di trasmissioni radiofoniche comiche e dissacranti ne siano state fatte a bizzeffe, da grandi professionisti, e confrontarsi questi è molto pericoloso.

Devo però notare un aspetto molto positivo, visto che credo che i 4 non abbiano mai avuto esperienze radiofoniche così importanti prima, anche se non sono così informato sulla loro biografia. Sarebbe stato troppo facile fare un programma vuoto, senza contenuti, attaccandosi al tanto bistrattato “argomento del giorno” che salva molti speaker o molti conduttori emergenti. Invece si sono presentati con tante idee, condivisibili o meno, rubriche, testi scritti, tentativi di innovazione e hanno portato quello che sanno fare e quello che sono.

Sicuramente, ci vogliono pochi secondi per capirlo, sono in piena linea con la nuova politica che sembra aver adottato Kiss Kiss, quella di ringiovanire il target e lo stile della radio; si sente dalle canzoni programmate, dal modo di condurre degli speaker e da alcune scelte fatte. Basta sentirli pronunciare qualche parola e subito si capisce che il ritmo è quello giusto e il mood adatto alla linea editoriale stabilita.

Però torniamo al solito discorso, siamo sempre lì, ormai troppe emittenti danno spazio ai personaggi ed escludono i radiofonici, chi la radio la sa fare e la conosce. Ovviamente non ce l’ho con i Finley, il loro programma mi è servito solo come spunto di riflessione, ce l’ho con chi fa queste scelte ad ogni livello e soprattutto le porta avanti, imperterrito. Che poi non è detto che col tempo non si possa imparare a fare i radiofonici, però è un lavoro che uno ha nel dna ed è così che si fa la differenza.

Stiamo vivendo in un contesto dove la meritocrazia e la qualità vengono accantonate in favore dell’immagine e del nome richiama-ascolti, che in alcuni casi può anche essere sinonimo di qualità, ma che di base non è nato per fare quel lavoro e stare seduto su quella sedia. Non ne voglio fare una questione etica, fare denunce o pensare di cambiare il mondo. Sto solo analizzando un dato di fatto sempre più presente nei network nazionali, ed è un aspetto su cui si deve riflettere. Anche perché gli speaker che vengono “licenziati”, non hanno dischi da vendere, programmi in tv da fare o pezzi giornalistici da scrivere. Hanno un microfono, due cuffie e la musica nella loro vita. Nient’altro. E anche su questo aspetto si deve riflettere

Articolo a cura di Nicola Zaltieri

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