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Cos’è il Radio Data System?

Vi siete mai chiesti come sia possibile che ogni stazione radiofonica riesca a trasmettere il proprio nome sullo schermo della vostra autoradio?

Prestando attenzione ai tasti del vostro stereo ne noterete sicuramente uno sul quale vi è la scritta “RDS” che non è certo il nome del Network dove lavorano Anna Pettinelli e Rossella Brescia, ma è l’acronimo di Radio Data System, sistema che gestisce la codifica e la decodifica di informazioni di testo o di altro tipo, trasmesse dalle radio insieme al segnale audio.

Ma cerchiamo di capire bene cos’è l’RDS e come funziona: parliamo di un sistema abbastanza “antico” che risale circa ad una trentina di anni fa e che prima o poi verrà sostituito da sistemi analoghi esistenti per il DAB+. In realtà il Radio Data System è un protocollo molto ingegnoso utilizzato per inviare piccole quantità di informazioni digitali, con la classica trasmissione Radio FM, che quindi ha permesso di poter continuare ad utilizzare sempre gli stessi impianti di trasmissione dopo l’inserimento di questo stesso standard; esatto, ormai l’RDS in Europa è uno standard dagli anni ’90 e corrisponde al sistema gemello americano RBDS (Radio Broadast Data System), dal quale differisce in alcuni piccoli particolari. Con il sistema RDS la stazione radio può inviare dati a 1187,5 bit al secondo, nessuno dei quali finisce mai sprecato, infatti tramite questo sistema vengono forniti di solito i seguenti servizi:

  • AF, Alternate frequencies. Questo servizio permette all’apparato ricevente di sintonizzarsi su una frequenza alternativa nel momento in cui il segnale diventa troppo debole, funzione molto utilizzata ad oggi.
  • CT, Clock Time. Permette di ricevere un segnale orario per impostare un eventuale orologio di una radio.
  • EON, Enhanced Other Networks. Permette di monitorare altre stazioni radio alla ricerca di informazioni 
sul traffico.
  • PI, Program Identification. Questo è un codice univoco che identifica la stazione radio.
  • PS, Programme Service. Sono gli otto caratteri di cui parlavamo prima, usati per inviare il nome della radio.
  • PTY, Program Type. Codifica la tipologia di contenuti trasmessi dalla stazione.
  • REG, Regional links. Indica che la stazione radio non è a diffusione nazionale bensì per una specifica parte del territorio.
  • RT, Radio Text. Permette di inviare testo libero dalle radio come, ad esempio, l’autore ed il titolo del brano in onda, disponibile solo per sistemi più moderni.
  • TA, TP, Travel Announcements, Traffic Programme. Sono funzioni che permettono di cambiare stazione non appena altre radio trasmettono informazioni sul traffico.
  • TMC, Traffic Message Channel.

Ma com’è possibile che queste informazioni di testo o di altro tipo non interferiscano con il segnale sonoro?

La risposta a questa domanda non è molto semplice ma proveremo a semplificare il concetto: i 1187,5 bit che trasportano informazioni, quelli di cui parlavamo prima, vengono inviati attraverso un’onda sottoportante a -11 dB (quindi con intensità molto minore rispetto al segnale audio) a 57 kHz, ben al di sopra della banda udibile (dai 20 Hz ai 20 kHz) nonché terza armonica della frequenza di 19 kHz (per evitare ogni tipo di interferenza) che rappresenta il “Pilot tone”, vero e proprio tono generato per separare la banda destinata alla trasmissione del segnale audio mono (somma di L+R) dalla banda destinata al segnale stereo (L-R), ma questo è un altro discorso che affronteremo prossimamente per non confondervi le idee.

In conclusione possiamo affermare che il sistema RDS è davvero geniale e ancora lontano dall’essere obsoleto se consideriamo che oggi la radio viene ascoltata ancora nella maggior parte dei casi in FM; tra l’altro nasconde funzioni davvero utili delle quali spesso siamo all’oscuro, ad esempio attivando il Traffic Allert (TA), mentre siamo in viaggio e stiamo ascoltando un CD o musica da una chiavetta USB, l’autoradio si sintonizzerà automaticamente sulla stazione radio (che magari stavamo ascoltando prima) non appena verranno trasmesse le informazioni sul traffico, per poi tornare al CD al termine delle stesse.

E voi sapevate di questo sistema che ha rivoluzionato il mondo della radio?

In realtà su questo argomento ci sarebbe molto altro da dire, ma per ora ci fermiamo qui.

Articolo a cura di Adriano Matteo

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