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L’Home Studio: come migliorare la qualità del suono

In un nostro articolo precedente, “L’home studio: l’angolino dello speaker”, abbiamo visto come crearci il nostro spazio paradisiaco, in cui registrare e tirar fuori le nostre belle produzioni at home, esplorando una discreta gamma di strumenti di fascia media tra microfoni, compressori, mixer, schede audio, software ecc. In quell’occasione, accennavamo anche all’importanza di trattare acusticamente la stanza o l’angolo in cui registriamo, cosi’ da far venir fuori delle registrazioni che siano prive o che comunque abbiano poche riflessioni derivate dalla stanza che ospita il nostro studio.

Oggi proseguiamo l’argomento parlando di alcuni pannelli fono-assorbenti che, con poco ci permettono di trovare delle soluzioni, a volte anche discretamente portatili, per poter ottenere un suono davvero asciutto. La gamma di prodotti in commercio adatti a questo scopo è abbastanza ampia, diciamo che ce n’è un po’ per tutte le tasche. Andiamo dai 50€ del VICOUSTIC Flexi Screen Lite, a soluzioni un a piu’ costose, ma anche piu’ efficaci. In ogni caso, comunque, prezzo a parte, dobbiamo sempre cercare di non badare tanto al budget, quanto alla conformazione della nostra stanza, per cercare la soluzione ideale.

Il VICOUSTIC Flexi Screen Lite è abbastanza piccolo, è utile in particolare se, anteriormente al microfono abbiamo uno spazio vuoto. Si può agganciare facilmente all’asta, anche se in alcune situazioni risulta un po’ scomodo in presenza di leggii. è una soluzione che, in stanze con diverse riflessioni garantisce un risultato appena accettabile, la sua pecca principale è quella di non coprire l’eventuale spazio anteriore (che è anche quello piu’ importante), perchè la capsula microfonica ovviamente riprenderà maggiormente dietro, visto che è chiaro che dietro al microfono ci saremo noi…

Se si vuole un risultato piu’ dignitoso, quindi, è necessario affidarsi a qualcosa che ci chiuda sia anteriormente, sia ai lati in modo che dietro di noi ci sia un bel pannello. Ci si può affidare alla volontà e costruirsi qualcosa (ad esempio una struttura a “L” composta da tre pannelli con compensato, polistirolo e piramidale), oppure comprare qualcosa di già fatto, che magari sia costituito da materiali anche un po’ piu’ efficaci rispetto al semplice piramidale. Esistono cabine di registrazione con tanto di porte, vetri ecc come la Puma Pro 25 o la Puma Pro 30 (entrambe prodotte da una società di Settimo Milanese), che però costano molto e non sono poi cosi’ trasportabili.

Se vogliamo una soluzione “budget friendly” e piu’ facile da portarsi in giro, possiamo tornare a dei semplicissimi pannelli, per esempio quelli della Clear Sonic, società leader nella produzione di materiale per l’isolamento acustico e cabine dal 1996. I pannelli che andiamo a esaminare sono alti circa 160cm, sono pieghevoli e agli angoli hanno un felcro che permette di attaccarli molto facilmente uno all’altro. Per vederli e sentirli in azione guardate e ascoltate (rigorosamente in cuffia) il video qui sotto, in italiano. Chi lo ha realizzato non è uno speaker ma un chitarrista, ma ha avuto l’accortezza di far sentire la chitarra dentro e fuori dai pannelli, cosi’ che la differenza di suono sia chiaramente udibile.

GUARDA IL VIDEO CON LA PRESENTAZIONE:

Una soluzione come questa ci consente di spendere circa 500€, per 3 pannelli, conveniente no?

E voi cosa avete scelto o pensate di scegliere per il vostro home studio? Diteci la vostra!

Articolo a cura di Mario Loreti
www.marioloreti.net

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