HomeMagazineLa Radio che non esiste: progetto start-up di innovazione radiofonica

La Radio che non esiste: progetto start-up di innovazione radiofonica

In un periodo in cui le Web radio nascono una dopo l’altra e in cui i network si stanno sempre più appiattendo, sia dal punto di vista musicale che di contenuti, in un periodo i cui i modi per fare radio sono migliaia ma di posti effettivi ce ne sono meno che pochi, in numero rasente lo zero, bisogna inventarsi qualcosa e creare con le proprie mani, la propria testa e le proprie idee. Crederci, inseguirle, realizzarle e provare a farle crescere. La cosa più difficile, però, è che con il numero incredibile di contenuti e di possibilità offerte oggi il rischio è di omologarsi e non portare nulla di originale, copiare o ispirarsi ad un’altra cosa che già esiste, senza trovare nulla di innovativo.

Ed in questo periodo solo un progetto veramente innovativo ha qualche speranza di avere successo. Questa piccola premessa per presentare i temi e le domande che si devono essere fatti La Tilda, Luiss, Valery, Vinny e Dj Barabba,  5 ragazzi e ragazze trentenni di Milano quando hanno deciso, nel febbraio 2013, di lanciare il loro progetto radiofonico “La radio che non esiste”.

Anche se quest’idea di radiofonico ha solo i contenuti e l’impostazione, perché i 5 sono andati quasi all’essenza stessa della radio, togliendo tutto il superfluo, anzi, per essere più precisi, togliendo proprio tutto: non ci sono studi, nessuna redazione, nessuna frequenza, nessun luogo fisico da cui si trasmette, ma la radio nasce, si sviluppa e si realizza in un’area di meno di 200mm di altezza e 100mm di larghezza (poi dipende da modello a modello…). Quella dello smartphone.

I ragazzi utilizzano i loro smartphone registrando con le applicazioni più adatte a una resa della voce accettabile (segnalano Voice Recorder), preparano le puntate, chiamate “clip”, poi le buttano sui Social Network come Facebook e Twitter in primis, con l’audio disponibile su Soundcloud. Due righe di nomi strani e forse per molti incomprensibili che però servono a spiegarvi come questa sia una radio interamente Social: nessuno studio di messa in onda, nessuna post-produzione, ma la pubblicazione degli interventi sul Web.

I contenuti sono variegati: musica, cultura, cinema, sport, curiosità, tante interviste anche a personaggi famosi e altrettante a giovani coetanei, soprattutto dell’area di Milano, che vogliono presentare idee e progetti innovativi. Le “clip” sono molto frequenti, anche una al giorno, che i ragazzi equamente si dividono e a cui spesso rispondono tra loro, riprendendo un tema trattato precedentemente e magari approfondendolo o ampliandolo con altri dettagli e curiosità.

L’ingrediente che invece è centrale in questo lavoro è il coinvolgimento degli utenti, infatti al termine di ogni “clip” si rimandano gli ascoltatori alle pagine della radio per commentare, rispondere, dibattere, approfondire; d’altronde il contatto con tutti loro è l’obiettivo e il risultato migliore che i ragazzi possano ottenere. Altra cosa curiosa: i 5 non sono speaker, sono appassionati di radio ma non hanno nessuna esperienza di rilievo, vengono infatti tutti dal palco di un teatro ma ascoltano tantissimi programmi radiofonici; secondo, non si conoscevano.

Tutto è infatti nato per caso dopo una conversazione, ovviamente via Social Network e Smartphone, fatta per organizzare le vacanze di Capodanno e da lì l’idea di condividere con tutti gli interventi e gli argomenti che i 5 creavano. Proprio gli argomenti trattati sono l’ago della bilancia della “Radio che non esiste”: una critica che è stata infatti mossa a questo progetto è che, dichiarandosi indipendente e totalmente innovativo come anche il nome chiarisce, non dovendo quindi sottostare a dati d’ascolto e linea editoriale, non porti invece nulla di nuovo per quanto riguarda gli interventi e le tematiche trattate.

Cinema, arte, cultura, tecnologia sono temi trattati anche da tutte le altre radio e con le potenzialità che potrebbe garantire l’indipendenza creativa dei 5 ragazzi, si potrebbero trovare molti altri argomenti di cui parlare, dando voce agli utenti, alle persone in strada, a gente che ha qualcosa da dire o perché no, che vuole lamentarsi e protestare, cosa che nei network non è permessa. Questa una delle critiche che sono state fatte da alcuni addetti ai lavori. E proprio gli addetti ai lavori hanno dato ampio spazio a questa iniziativa, con molte interviste, molti articoli a riguardo e un grande interesse dimostrato, tanto che alcuni sponsor si sono fatti avanti per finanziare il progetto.

Però questi ragazzi ci hanno provato, sono partiti da un semplice Smartphone e da lì si sono allargati, hanno fatto sentire la loro voce e hanno creato un mondo che comunque, basta guardare gli ascolti, trova interesse e riscontro positivo da parte degli utenti. La cosa migliore è ascoltarli, per sentire cosa hanno fatto e, a tal proposito, vi lascio la pagina ufficiale Soundcloud in cui pubblicano le loro “clip”, per farvi un’idea, e la pagina Facebook ufficiale .

Che ne pensate di questo progetto? Se aveste la possibilità di metterne in piedi uno simile, usando i vostri mezzi, di cosa parlereste? Come lo fareste?

Fonti: Ustation.it, VocidiMilano.it, RadioCrac

Articolo a cura di Nicola Zaltieri

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