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Luca Bianchini da Speaker ad autore cinematografico

Soprattutto i primi giorni di uscita di un romanzo, è bene rivolgersi allo scrittore con una certa delicatezza. Perché un libro è comunque un figlio, e non puoi dire alla mamma che il pargolo è brutto a pochi giorni dalla sua nascita. Ma ecco, per la mia esperienza, le 10 cose che sarebbe bene non dire (almeno a me!).1) Sono passato in una libreria e il tuo libro proprio non c’era.2) L’ho visto il libro, l’ho visto!!! (“L’hai comprato?” “No.”) 3) Ho iniziato a leggerlo, sembra abbastanza carino. 4) Lo sto leggendo ma sinceramente preferivo l’altro. 5) Dici che sei 5 in classifica, ma alla Mondadori sei al numero 6. 6) La copertina non mi piace, era meglio l’altra.7) Come vanno le vendite? Ho letto l’ultimo di Fabio Genovesi: Bellissimo (W Fabio Genovesi!). 9) Ti vedo ingrassato. 10) Ho letto alcuni commenti negativi, li hai visti?” ( 10 cose da non dire ad uno scrittore. Popup- Vanity Fair)

Quando un creativo decide di abbozzare un opera sicuramente ne uscirà qualcosa di originale e innovativo, può darsi che non venga apprezzata come dovrebbe da tutti, in fondo ognuno di noi ha la sua visione di “arte e creatività”, ma un germoglio resta sempre, quasi un distinguo che ne segna l’autore e ne “marchia il prodotto”.

Anche per il torinese Luca Bianchini scrittore, conduttore radiofonico e blogger il processo di identificazione artistico si attesta su questi margini. Potrà piacere o meno il suo estro ingegnoso, ma la sua impronta resta comunque in ogni caso. Ricordiamo Luca speaker nel programma Rai “Colazione da Tiffany” dove per anni e fino all’anno scorso ha accolto gli ascoltatori nel salotto più glamour della radio italiana, una sveglia simpatica e leggera per tutti i gusti che speriamo torni presto ad allietarci con la solita dose di ironia e semplicità, anche perché Luca non può scordarsi il suo primo amore.

Ma la sua vena creativa, per fortuna,  non si ferma alla radio, ma investe altri campi. In primo luogo la scrittura che è il suo secondo amore, coltivato da sempre e per il quale vanta  all’attivo già sette romanzi pubblicati, di cui l’ultimo è uscito in libreria appena un mese fa. Storie d’amore, di riscatto, storie positive e semplici in cui ognuno può un pò identificarsi.

Il suo “Dimmi che credi al destino” è una bella favola moderna, ambientata a Londra, ma in fondo molto italiana dove si sottolinea la dolcezza del combattimento quotidiano o meglio del “saper vivere” anche in situazioni di difficoltà con il sorriso e senza paura perché ogni battaglia, dalla più piccola alla più grande, può essere vinta se si sa combattere. Con il suo stile inconfondibile Luca tratteggia la vita di tutti i giorni con grande sensibilità, un pizzico di ironia e ottimismo.

La sua fama di autore, già nota ai più, ora si alimenta di nuova linfa, una nuova prospettiva, questa volta cinematografica, rimbalza e fa rumore, anche grazie alla partecipazione straordinaria in veste di attrice della cantante salentina Alessandra Amoroso. Infatti il suo romanzo “Io che amo solo te” di cui vi avevamo già ampiamente parlato alcuni anni fa sul nostro blog sarà presto un film per la regia di Marco Ponti. Ambientato in Puglia racconta un matrimonio speciale con una serie di divertenti gag che sicuramente renderanno molto sul grande schermo, anzi ci chiediamo come sarà riadattata e sceneggiata la storia, ma siamo convinti che sarà un esplosione di divertimento assicurato.

Sicuramente gli attori protagonisti promettono un sicuro e gradito riscontro e, non per niente nel cast ritroviamo anche l’attrice e conduttrice radiotelevisiva Luciana Littizzetto, senza contare il lustro della coppia protagonista Scamarcio & Chiatti.

Ieri, nel mio girovagare per “un tarallo con l’autore” su Dimmi che credi al destino, ho fatto tappa a Polignano dove oggi pomeriggio cominciano le riprese. Felice che a girarlo ci sia un talento come Marco Ponti, che da sempre illumina la mia vita con la sua arte e la sua intelligenza. Un film tratto da un mio libro lo avrei potuto scrivere solo con un amico. Ieri per le strade si respirava già aria di festa, come se tutti pensassero già di partecipare a questo matrimonio. Abbiamo incontrato Laura Chiatti per caso, mentre pranzava al Begula, uno dei miei bar preferiti, e poi Riccardo Scamarcio, che gironzolava in vespa (già calato nella parte!) e con cui abbiamo rivisto una scena appena scritta nuova di zecca. Sentire un attore che recita seduto al tavolino di un bar ha un che di emozionante”. L’emozione di Luca, trascritta nel suo blog su Vanity Fair, è palpabile, emozione triplicata anche per le varie presentazioni in giro per  l’Italia del nuovo libro, la sua nuova creatura a cui tiene tantissimo. Nel mio immaginario vedo Luca, un paio di occhiali scuri, una penna e nuovi appunti che colleziona tra una trasferta e l’altra perché l’ispirazione non ha regole, né orari, ma si improvvisa come guizzo vivace e, del resto, il suo blog ci ha abituati a volare tra realtà, fantasia, buon senso e ironia.

In attesa di scoprire la versione cinematografica del suo romanzo e di riascoltarlo in radio, possiamo gustarcelo sotto l’ombrellone in terrazza o al mare, scegliendoci una delle sue creature rigate di bianco e nero, immaginandoci in una storia parallela o meglio nel protagonista di turno scelto per l’occasione; quale che sia il viaggio da provare, sicuramente con Luca Bianchini c’è da divertirsi.

 

Scheda libro

Titolo: Dimmi che credi al destino

Autore: Luca Bianchini

Editore: Mondadori

Genere: Narrativa moderna e contemporanea

Data pubblicazione: 12/05/15

Pagine: 264

 

 

Articolo a cura di Nicoletta Zampano

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