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Roma ospita la Mostra sulle origini della Radio

Fascino e un pizzico di nostalgia nel vedere foto e documenti inediti risalenti al passato e frutto di una storia che oggi in tanti ricordano con piacere. Pochissimi giorni fa, il giornalista Rai, Renato Nunziata, ha curato la mostra radiofonica tenutasi nel quartiere di Trastevere a Roma a Palazzo Velli.

Due sono state le figure analizzate, particolarmente influenti per l’intera storia del media.

Si tratta dell’ ingegnere Luigi Ranieri, inventore dei primi sistemi di trasmissione, da cui poi è sorta la prima vera radio in Italia, “Radiaraldo”, emittente che ha anticipato addirittura il Radiofono di Marconi. Allo stesso modo, grande importanza ha avuto la figura del “Nonno radio”, così come è stato definito, ovvero Cesare Ferri, conduttore in coppia con Maria Luisa Boncompagni de “Il Giornalino Radiofonico del Fanciullo”, famoso programma che vedeva la partecipazione dei più piccoli, quale occasione anche di formazione e crescita personale.

Una mostra itinerante e storica in grado di far luce anche sull’importanza assunta dal mezzo radiofonico nel corso del tempo, come nel caso della diffusione propagandistica degli ideali propugnati del regime fascista, a cui ha fatto seguito anche la realizzazione di format specifici, finalizzati proprio a inculcare nei giovanissimi i principi di obbedienza ordinati dal governo centrale.

Questa, una delle tante funzioni assunta dalla radio, oltre aquella attualmente abbastanza nota, legata al puro intrattenimento o all’informazione locale e capillare su tutto il territorio nazionale.


Guardando gli oggetti che sono stati esposti nella mostra capitolina, rapportandoli ad oggi,  è facile notare la differenza, l’evoluzione tecnologica, davvero prorompente, che ha assunto la radiofonia: dai primi rudimentali strumenti, all’informatizzazione computerizzata in grado oggi di permettere ad un fonico di compiere rapidi ed immediati procedimenti, per realizzare una qualsiasi “messa in onda”.

Ma tutto è in costante divenire, un cambiamento al quale risulta spesso difficile star dietro, perché sempre più innovativo e in alcuni casi, vittima del sistema mediatico a cui gli stessi speaker devono far fronte, non senza difficoltà.

Ma il fascino e la passione restano e mirano a rafforzare l’emozione di essere “on air”,  a contatto con i propri fedelissimi ascoltatori, amanti della radio, sin dalla sua nascita.

Articolo a cura di Maurizio Schettino

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