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La Musica in Radio è sempre la stessa?

Tra tutte le emittenti radiofoniche, nelle loro diversità, nelle loro differenti scelte editoriali, c’è fondamentalmente un punto in comune: la musica. Tutte trasmettono musica: chi pop, chi rock, chi metal, chi house, chi techno, e così via. Ma quello che, a ben guardare, lascia un po’ di amaro in bocca, è la quasi totale chiusura delle radio, e quindi del mercato musicale con cui vanno a braccetto, alle fantomatiche “nuove proposte” con cui, tra l’altro, molti esponenti di questo mondo elitario spesso infarciscono i loro discorsi, tanto belli nella forma, quanto poveri e contraddittori nella sostanza.

Perché le radio non assumono, trovando un po’ di coraggio, il ruolo di talent scout? Perché si accontentano di mandare in onda sempre i soliti noti, anche più volte al giorno? Perché gli conviene. Chiaramente, infatti, è più facile catturare ascoltatori trasmettendo l’ultimo singolo del cantante più in voga piuttosto che di un gruppo conosciuto solo dai parenti dei suoi componenti. Così, le “nuove proposte” oggi provengono esclusivamente dai famigerati “Amici”, “X-Factor”, ecc. Non è compito delle radio, si dirà, pescare dal mare dell’anonimato nuovi pesci talentuosi per farli conoscere al mondo.

Eppure, i pilastri su cui la radio si fonda sono principalmente due: la comunicazione e la divulgazione, due elementi, cioè, che si sposerebbero assai bene con un diverso modo di proporre musica ai propri ascoltatori. Un modo originale, attivo, costruttivo. Purtroppo, la realtà ci racconta di rarissime occasioni in cui band e cantanti emergenti hanno realmente la possibilità di farsi ascoltare. Sono per lo più le web radio, per ovvi motivi, a cercare alternative sconosciute. Ai grandi network sembra non importare affatto di stimolare il proprio pubblico con la proposta di novità artigianali, sebbene questo possa avere notevoli risvolti culturali, aumentando la capacità critica degli individui attraverso un ascolto più curioso, in un certo senso incontaminato.

La radio della gente è quella che nella propria playlist quotidiana affianca Lady Gaga, Vasco Rossi e Madonna ad un gruppo di Perugia, un cantautore di Venezia e ad un duo di studenti romani, tutti rigorosamente con meno di 50 fans. Una radio così avrebbe un notevole impatto sociale, darebbe un serio contributo ad una maggiore apertura mentale da parte di tutti e, soprattutto, sarebbe meno monotona e banale.

Articolo a cura di Giuliano Antonini

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