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Le Origini dell’Autoradio

Chi di noi, patentati e non, quando sale in auto non accende automaticamente la radio? Un gesto semplicissimo, spontaneo, e solo ora dopo averlo fatto migliaia di volte mi sono fermato a pensare: “ma l’autoradio, da dove viene!?”.

Sembra che il concetto di autoradio sia nato addirittura nei primissimi anni della radiofonia, quando i più entusiasti di questa novità cercavano di adattare le radio domestiche alle automobili dell’epoca, con un’operazione decisamente scomoda data la difficoltà “tecnologica” e logica relativa alla dimensione delle auto e delle radio. Vennero in aiuto dei cultori radiofonici due fratelli, Paul V. e Joseph E. Galvin, che fondarono nel 1928 la Galvin Manufacturing Corporation, lanciando due anni dopo sul mercato la prima autoradio che denominarono Motorola, modello 5T 71.

Tale Motorola è proprio “quella” Motorola, e il nome venne ideato per indicare il concetto di “Sound in Motion” (Motor, ovvero moto, movimento o motore per indicare l’automobile, e Ola, ovvero suono). Tutto questo avveniva oltre oceano, e per ascoltare la musica in auto si poteva arrivare a spendere 150 dollari americani, poco meno di 2000 $ attuali!

In Europa fu la società tedesca Blaupunkt a dare vita alla prima autoradio europea, nel 1932, con un modello denominato AS 5, seguito da altri modelli inglesi della ditta Crossley, nel 1933. La Blaupunkt si è anche resa protagonista dello sviluppo della prima autoradio a onde corte nel 1952, della prima autoradio stereo nel 1967 e del primo ricevitore di notizie sul traffico nel 1974.

Poche righe sopra abbiamo accennato alle dimensioni delle radio che occupavano un enorme spazio all’interno delle vetture, infatti il modello AS 5 veniva posizionato nel bagagliaio e il guidatore lo regolava tramite un comando posto sul piantone dello sterzo; si potrebbe pensare che i comandi al volante non siano quindi una “moderna” idea, anche se oggi sono sicuramente più comodi!

Ma l’invenzione che più di tutte lanciò l’autoradio fu certamente il transistor, che si dimostrò molto più affidabile e meno dispendioso a livello di corrente rispetto alle valvole fino a quel momento utilizzate. Il transistor permetteva inoltre di appoggiare semplicemente le radio sul cruscotto, senza quindi farle diventare parte integrante dell’automobile. Una tale scoperta la si deve all’americana Bell Telephone, che grazie ai ricercatori Walter Brattain, John Barden e William Shockley (capo del gruppo di ricerca), realizzò tra il 1947 e il 1948 il primo prototipo funzionante di transistor. Da quel momento in poi l’autoradio, pur mantenendo per alcuni decenni i classici pomelli per la regolazione del volume e della stazione, iniziò una discesa verso la più moderna tecnologia, la quale giorno dopo giorno dava vita a funzioni che solo poco tempo prima sarebbero sembrate dei sogni.

Negli anni ’60 viene lanciata sul mercato la prima radio realizzata interamente da transistor, un vero e proprio miracolo se riuscissimo a guardarlo con gli occhi di allora. Tra le invenzioni più importanti da segnalare non possiamo dimenticarci della Philips, che nel 1963 brevettò la prima musicassetta, che ebbe un impatto nel mondo musicale unico ed irripetibile. L’audiocassetta poteva essere ascoltata in auto, ed aveva il lato A e B similmente ai vinili, che però erano poco pratici per essere riprodotti in macchina. Il Compact Cassette, per dirla all’inglese, venne poi utilizzato anche per i computer, per la scrittura di programmi, giochi e molto altro.

Ma soprattutto, nel mondo dell’autoradio, c’è anche un pezzo di Italia, grazie al fisico Federico Faggin che, tra il 1969 e il 1971, realizzò il primo processore della storia, l’Intel 4004. Grazie al processore le radio poterono notevolmente migliorare sotto l’aspetto elettronico, aumentando le prestazioni, la ricerca istantanea di stazioni e soprattutto potendole finalmente memorizzare. Dagli anni ’80 le più grandi aziende mondiali si sono sfidate colpo dopo colpo; sono stati inventanti i sistemi Dolby Surround, i Compact disc, i caricatori multipli per CD, per non parlare ovviamente dell’MP3.

Oramai, impossibile negarlo, le automobili non dispongono più di autoradio, ma di veri e propri computer di bordo, ed è giusto sottolineare come la maggior parte delle trovate tecnologiche degli ultimi 30 anni siano arrivate dal Giappone, da colossi come Sony o Kenwood. Se ci fermassimo per un istante a riflettere su come tutto questo sia nato solo per poter ascoltare un po’ di musica in auto, ci renderemmo conto di quanto il mondo corra veloce.

Ma voi, divoratori di radio, quando salite in macchina cosa vi importa avere? La radio più moderna del mondo, o un semplice pomello da girare per sintonizzarlo sulla vostra stazione preferita? Ascoltate la radio in macchina per abitudine, piacere, avere informazioni sul traffico o altro ancora? Avete mai usato una musicassetta o siete (per vostra fortuna!) talmente giovani da collegare l’Ipod? Noi siamo qui, fatecelo sapere!

Articolo a cura di Davide Porro

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