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Perché è Importante Riascoltarsi in Radio

Da qualche anno (non molti) ho intrapreso una bellissima avventura: quella della radio. Penso che fare lo speaker radiofonico sia una delle cose più spettacolari al mondo: unire l’amore per la musica con le proprie parole e la possibilità di regalare delle emozioni agli altri è davvero fantastico! Anche se all’inizio si prende tutto come un semplice divertimento, spesso può accadere che, indipendentemente dalla volontà o meno di farlo rimanere tale, la passione spinga molte persone a cercare di crescere e migliorarsi giorno per giorno in questa attività.

Diventa allora di fondamentale importanza lavorare su se stessi con molta pazienza ed umiltà, imparare da coloro che sono speaker di professione e, perché no, scambiare dei pareri con chi come noi, condivide la stessa passione.

Qualche settimana fa, parlando con un amico che sta iniziando quel difficile percorso che è la ricerca di un’emittente (web o locale) dove “muovere i primi passi”, sono rimasto abbastanza colpito da quel che mi ha raccontato. Era stato chiamato a provare in una web radio per poter prendere un po’ di dimestichezza prima di incominciare a fare un suo programma.

Alla fine di questo “allenamento” (a me piace chiamarlo così), in maniera quasi spontanea ha così deciso di chiedere la registrazione della propria prova, non tanto per potersi divertire riascoltandola, quanto per capire ciò che andava bene e quello che invece non funzionava. Con sua grande sorpresa, il responsabile della radio ha risposto chiedendo cosa avrebbe fatto con la registrazione, perché riteneva inutile che una persona risentisse i file delle proprie puntate.

In seguito a quanto raccontato, mi piaceva l’idea di domandare anche a voi cosa ne pensate. A volte ho il dubbio che a sbagliare sia proprio io: è davvero così “inutile” riascoltare la registrazione delle prove o delle dirette del proprio programma?

Ci sono persone che la pensano proprio così, avanzando due motivazioni (a mio avviso molto deboli) a sostegno della loro tesi. Sono coloro che vedono quello dello speaker non come un mestiere (che va imparato passo dopo passo) ma come una sorta di “arte innata” che ognuno di noi può possedere o meno. Proprio per tale ragione, queste persone sostengono che parlare alla radio sia qualcosa che non può essere governato da regole da imparare durante il percorso, perché chi è bravo riesce a fare bene tutto sin da subito, senza avere bisogno di capire eventuali errori.

Credo che chi fa lo speaker radiofonico debba per forza essere minimamente portato a farlo, ma questo non vuole assolutamente dire che a partire dalla prima volta che accende il microfono sarà un conduttore perfetto, senza avere nulla da imparare. Succede proprio l’opposto! Chi si crede un fenomeno e ritiene assolutamente inutile riascoltarsi pensando di non aver sbagliato nulla e di essere perfetto, commette un grave errore.

Sono rimasto molto sorpreso quando, un po’ di tempo fa, ho sentito una ragazza che lavora in un grande network dire che per chi fa lo speaker in radio non c’è mai un punto di arrivo o la puntata perfetta, perché c’è sempre qualcosa che si può migliorare, non tanto a livello di “contenuti”, quanto dal punto di vista della conduzione.

Nel mio piccolo trovo molto utile ascoltare le registrazioni delle varie puntate del programma radiofonico e fare i cosiddetto “Air-check”, perché questo mi permette poi di confrontarmi con l’amico che conduce con me. Sarà perché siamo fortemente autocritici o forse perché è realmente così, ma troviamo sempre tantissime cose che non ci piacciono o su cui capiamo di dover lavorare e soprattutto migliorare. La cosa bella è che ogni volta c’è sempre un nuovo obiettivo da porsi, perché per un problema risolto se ne presenta subito un altro su cui doversi concentrare.

Ammetto che forse siamo un po’ matti, ma a noi piace sempre stilare una sorta di classifica di quello che non va o non ci è piaciuto riascoltando le varie puntate, per riuscire così ad avere ben presenti le cose da eliminare o su cui lavorare per quelle successive. Posso dire che con questo metodo, andando a risentire le registrazioni di uno o due anni fa, ci rendiamo conto di aver fatto parecchi passi avanti, che anche se piccoli sono importanti.

Penso che fare lo speaker sia come intraprendere un percorso per scalare una montagna, con tanta dedizione e imparando dai propri errori si può migliorare: a volte si fanno enormi passi avanti, altre volte si torna indietro o si rimane fermi, l’importante è capire che non esiste mai un punto di arrivo, bisogna sempre scalare!

E voi cosa ne pensate? Sono l’unico pazzo che si riascolta e trova sempre qualcosa che non va oppure sono in buona compagnia? Sto sbagliando tutto, non ho capito niente o qualcuno la pensa come me? Quali sono (se ci sono) le cose su cui ritenete di dover migliorare per diventare dei bravi conduttori? A voi la parola!

Articolo a cura di Mattia Savioni

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