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Radio in 3D: un progetto della BBC

Quando ho letto la notizia sono rimasto letteralmente attonito, credo che a tanti di voi abbia fatto lo stesso effetto. Ebbene si, c’è un progetto in partenza che vorrebbe portare anche il suono (e quindi la radio) dopo le immagini, in 3D. L’idea è sicuramente ambiziosa, ma leggendo le notizie che ci sono in rete sembra in fase piuttosto avanzata e a breve potremmo sentire i primi esperimenti.

È bene sottolineare però che l’effetto 3D sarebbe solo “indotto”, non reale. In pratica, come in una specie di effetto placebo per la medicina, il nostro cervello e le nostre orecchie percepirebbero il suono provenire da più direzioni senza di fatto modificare nulla nel nostro apparecchio radiofonico. Partiamo dal principio: questa trovata rivoluzionaria nasce in Inghilterra nelle stanze della BBC, per la precisione dai ricercatori dell’unità della tecnologia della società BBC R&D, già famosa per studi rivelanti sul suono ed effetti musicali.

Questo ha portato a trovare un tipo di acustica in grado di “ingannare” l’ascoltatore (per questo prima scrivevo che l’effetto sarà come indotto), che avrà la sensazione di vivere un evento musicale quasi ne fosse il protagonista, col suono che proviene da più direzioni, perfino da sopra e da sotto. Il dettaglio però più interessante è senza dubbio che, al contrario di televisione e cinema dove per vedere il 3D sono necessarie apparecchiature particolari o occhiali appositi, per il 3D sonoro non servirà nessun tipo di modifica.

Infatti, questo particolare ascolto musicale si potrà gustare sia dall’apparecchio radiofonico che dagli altoparlanti della televisione. Riprendendo le dichiarazioni degli ingegneri della BBC, l’obiettivo è quello di “offrire una nuova esperienza per il pubblico, dandogli più immersione e coinvolgimento nel contenuto”. La nuova tecnologia è già stata testata registrando un concerto di una rock band e un dramma radiofonico del mago di Oz, con buoni risultati.

Provo a spiegarvi in modo semplice qualche dettaglio più tecnico: infatti come dicevo in precedenza cervello e orecchie avranno la sensazione di percepire la musica in modo differente. Non dovendo fare modifiche alle apparecchiature, questo risultato si ottiene utilizzando varie tecniche di psicoacustica, convincendo il nostro organismo che le fonti di suono provengono da diversi punti dell’ambiente. Le modalità sono ancora in fase di studio ma una di queste dovrebbe essere la “ambisonics”, cioè il posizionamento di più microfoni in vari punti della stanza durante le fasi di registrazione.

Dopodiché, sovrapponendo le tracce audio una sull’altra si dovrebbe ottenere l’effetto tridimensionale. Si tratta comunque ancora di idee abbozzate, quindi il risultato finale sarà il frutto di una serie infinita di piccoli accorgimenti che matureranno col tempo e con varie prove, di cui magari vi daremo notizia nelle prossime settimane se si saprà qualcosa di nuovo. Personalmente, sono molto curioso di provare questa nuova “esperienza musicale” e capire come si possa ottenere un’idea di tridimensionalità nella musica e nel suono.

C’è anche da dire che sicuramente non è lo sviluppo più necessario per le radio, nel senso che è una miglioria che aumenterà di certo la qualità musicale, ma rimane sempre uno “sfizio” secondo me, chiamiamolo così. Credo che la radio avrebbe bisogno di un altre modifiche più urgenti ma voglio girare a voi questa domanda: quali credete siano i cambiamenti da operare a brevissimo termine negli apparecchi radiofonici di oggi?

Articolo a cura di Nicola Zaltieri

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