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Radio Airplay: quote azzurre anche in Italia?

Altro tema abbastanza delicato e complesso, che nasce proprio dall’ultimo articolo che ho pubblicato sulla recente ricerca delle classifiche di vendita dei brani presentati a Sanremo a poco più di un mese dalla fine del Festival. Sempre rockol.it, sito da cui ho preso informazioni e spunto per questo articolo, si lancia in un secondo sondaggio legato alle canzoni italiane.

Sembra infatti che l’associazione Amici per la musica, supportata da Audiocoop, si sia fatta promotrice recentemente di una campagna, condivisa anche da artisti del calibro di Piero Pelù, Piotta e Eugenio Finardi, per stipulare un “contratto di servizio” con la Rai e i maggiori network privati italiani che possa imporre una quota del 40% di canzoni italiane all’interno della programmazione musicale quotidiana, con un ulteriore 20% destinato alla promozione di giovani talenti.

L’idea si ispira a quello che già succede da anni in Francia, dove lo stesso contratto dal 1994 prevede l’obbligo per tutte le emittenti radiofoniche francesi di inserire una quota pari al 35% di canzoni nella loro lingua madre durante la programmazione quotidiana. Una soluzione che ha fatto discutere in Francia e che, quando è stata proposta, ha iniziato a far discutere anche qui da noi, nonostante il valore etico e patriottico dell’iniziativa sia indubbio. Questo perché, sentendo alcuni Direttori Artistici di alcune radio, scegliere questa strada sarebbe fortemente rischioso, in primis perché ormai è certo, la musica straniera è molto più orecchiabile e apprezzata della nostra, anche dallo stesso pubblico italiano.

Secondo perché i Direttori vorrebbero rispondere solo agli editori e al loro pubblico, quindi non ad un contratto vincolante, visto che dai numeri in loro possesso le hit internazionali non sviliscono ma anzi fanno crescere l’interesse per il palinsesto musicale di una radio. Terzo, non dimentichiamolo, è altrettanto importante, perché alcune emittenti entrerebbero in conflitto di interessi a causa delle quote di partecipazione che le vedono coinvolte nel curare gli interessi discografici di alcuni gruppi italiani (si legga RDS, RTL e Radio Italia che si sono associate nella Ultrasuoni, etichetta discografica che annovera i Modà tra i suoi artisti di riferimento), quindi il collegamento con l’ipotetica volontà di spingere il proprio artista sarebbe presto fatto.

Tutte queste motivazioni insieme, e forse ce ne stanno delle altre, hanno sempre fatto storcere il naso alle radio su questo discorso, nonostante i continui appelli di sempre più numerosi artisti e l’impegno dello stesso Governo Italiano, all’inizio di quest’anno, di sedersi intorno ad un tavolo per parlarne. Finora un nulla di fatto, ma sicuramente il tema tornerà sempre più insistentemente a breve. Per questo, Rockol ha chiesto alla società di rilevazione radiofonica Earone di provare a capire le percentuali di programmazione musicale italiana e straniera sulle emittenti più importanti in Italia.

Il periodo preso in considerazione va dal 31 gennaio 2014 al 20 marzo scorso, andando ad esaminare il numero di passaggi delle canzoni presenti nella Top100 dei brani in rotazione radiofonica sui maggiori network nazionali. Non vi starò a dare tutti i numeri e l’analisi di ogni settimana, per chi poi volesse approfondire meglio i dati e per gli amanti delle statistiche lascerò il link dell’articolo e del sondaggio in fondo, ma vi posso dire che, facendo una media, siamo più o meno al 35% di musica italiana programmata settimanalmente contro il 65% di musica straniera.

In pratica, due canzoni su tre sono straniere e una italiana. Una quota di poco inferiore alle richieste fatte dall’associazione Amici per la musica. Unica eccezione nella settimana successiva al Festival di Sanremo dove, fisiologicamente, i brani italiani trasmessi hanno superato di poco il 40% nella programmazione mentre quelli stranieri sono andati poco sotto il 60%. Ma già sette giorni dopo era tornato quasi totalmente l’equilibrio. Se passasse la proposta però le quote sarebbero regolamentate, quindi per tutto l’anno dovrebbero essere programmate le canzoni italiane con la stessa frequenza con cui sono state trasmesse nella settimana successiva al Festival, tanto per farci un’idea.

Altro nodo da sciogliere sarebbe quello relativo al famoso 20% dedicato alle nuove proposte, in cui ci sarebbe da capire se con questa definizione sono contemplati solo artisti con una determinata età (in questo caso però entrerebbero nomi come Emma, Moreno e Fedez, solo per dirne alcuni, che in Italia di certo non sono nuove proposte) oppure cantanti seguiti da etichette indipendenti, e in questo caso cambierebbe la suonata. Sarei ovviamente più propenso alla seconda visti i dati relativi al passaggio radiofonico divisi per etichette discografiche, che trovate sempre in fondo all’articolo, e che vedono il monopolio di due o tre nomi illustri.

Ma questa ipotetica “quota azzurra”, questo il nome tecnico, che benefici porterebbe alle vendite degli album in Italia? Ci si è chiesti anche questo e la risposta è piuttosto indicativa: in Francia infatti, dove le quote sono legge da parecchi anni, l’80% degli album venduti lo scorso anno è francese. Da noi la percentuale è maggiore, siamo al 90%. Secondo un’altra statistica siamo, insieme a Svezia e Brasile e dietro solo a Corea del Sud e Giappone, ai vertici mondiali per percentuale di vendite nazionali. In pratica, il pubblico italiano compra album italiani per il 90% dei casi, che ci siano o meno le quote.

Quindi il dato è più che positivo già così. Anche perché, tornando ad analizzare l’articolo che vi avevo segnalato la volta scorsa, era ampiamente dimostrato come le vendite dei singoli di Sanremo non fossero assolutamente influenzate dalla notorietà di un artista, dalla classifica finale al Festival o dai passaggi in radio. Il pubblico reagisce e acquista ormai in modo indipendente da tutto questo.

Quindi che ne sarà di queste quote azzurre? Voi che ne pensate? Favorevoli o contrari a mettere una percentuale fissa di canzoni italiane trasmesse quotidianamente nei network? Argomento spinoso, molto attuale e controverso di cui torneremo sicuramente a parlare e di cui avremo sicuramente novità nelle prossime settimane.

Articolo a cura di Nicola Zaltieri

FONTI: 
http://www.rockol.it/news-587054/radio-italia-quote-azzurre-numeri-earone-percentuali-analisi

http://www.rockol.it/news-547717/radio-inchiesta-rockol-riepilogo

http://www.rockol.it/news-572934/francia-quote-radiofoniche-campagna-radio-csa-snep

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