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Ciccioriccio: la Radio che ha fatto storia in Puglia

Ciccioriccio è un riccio di terra di nome Ciccio. A primo acchito verrebbe da pensare ad un riccio simpatico, probabilmente ad un secondo. A costituire lo staff della storica emittente brindisina è un’equipe di giovani professionisti grintosi. La grinta, per la verità, è una caratteristica distintiva del pugliese medio e questa ne è l’ennesima conferma.

Ciccioriccio fa parte delle radio di Puglia che hanno fatto la storia del territorio, ma anche della radiofonia nazionale. “Tante volte le nazionali prendono spunto dalle emittenti più piccole per i propri programmi e credo questo sia accaduto spesso. A cominciare dalle scelte musicali. Radionorba in Puglia è quasi nazionale, forte di un marchio televisivo importante”, dice Mino Molfetta editore nonché direttore artistico della radio.

L’editore prima di occupare la sedia più importante dell’azienda comincia la sua avventura radiofonica nel 1976, girava sulla Vespa e macinava km per raggiungere discoteche della zona e coltivare la sua passione per la musica, gli eventi, la radio. Nel 1978 diventa tutto più stabile e la certezza del salario mensile diviene la certezza di poter procedere per Mino.

C’è ancora molto da cambiare, in questo lavoro, nodi da sciogliere, spigoli da limare: “Intanto bisogna capire in che direzione vuole portarci l’economia e la crisi che attanaglia tutti i settori. Negli anni scorsi era previsto un rimborso dell’Enel che adesso non c’è più. Gli investitori garantivano solidità nei pagamenti, ora è un’incognita. La tecnologia dovrebbe orientarsi verso un ricevitore che sia unico per tutti i mezzi, come accade per le app sugli smartphone. Convoglierei le radio in unica piattaforma come quella televisiva, come Sky, Premium, così l’ascoltatore rintraccia e sceglie l’emittente che preferisce e dare così la possibilità di avere una determinata possibilità. Se l’ascoltatore non sa dell’esistenza della tua emittente è difficile che venga a cercarti. Porterei la radio in mezzo alla gente, non più una radio unidirezionale dallo studio alle persone, ma bidirezionale. La radio diventa sempre di più un grande contenitore multimediale. Molte radio si trasformano in radio-tv senza sapere dove andare, imitandosi, offrendo un prodotto ibrido che non sa né di radio, né di tv”, sottolinea Molfetta durante l’intervista.

Il problema della crisi costringe ad accortezze maggiori: “Cerchiamo di essere più comprensivi nei confronti dei clienti storici che possono avere diverse modalità di pagamento o avere spot gratuiti. Ritengo che stringere le spese significa offrire un prodotto diverso, ristretto, offrire qualcosa di meno. Ci sono persone di cui non si può fare ameno, persone a cui non si può rinunciare”, aggiunge a denti stretti.

Nonostante le criticità del periodo, il vigore con cui la radio dimostra di saper tenere testa alla crisi lascia ben sperare. Infondo il sacrificio, la dedizione, aiutano, insegnano. All’inizio della carriera e sempre.

Articolo a cura di Annalisa Colavito

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