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La Radio: Cosa faremmo se non ci fosse?

Cosa saremmo senza la radio? Ore 17.45 di un assolato giovedì di lavoro in quel di Milano. L’atmosfera è alquanto strana, perché se per le strade si respira un’aria “surreale” data dalla quasi totale assenza di persone, dall’altra, in stazione o sui mezzi di trasporto, si assiste ad un vero e proprio esodo di gente che frettolosamente cerca di rientrare a casa. Il motivo è semplice: c’è la partita dell’Italia che comincia alle 18 ed anche i ritardatari non vogliono correre il rischio di perdersela tutta.

Salgo sul treno, mi guardo intorno alla ricerca di un posto per sedermi che difficilmente troverò. Pochi minuti al calcio di inizio. Qualcuno è concentrato sullo schermo del suo pc, telefonino, tablet o quant’altro offra la possibilità di connettersi alla rete e guardare la tv. Non sono però tutti così fortunati da avere con se strumenti del genere (me compreso).

Ad un certo punto la voce di due persone cattura la mia attenzione. Sono in giacca e cravatta, occhiali scuri, potrebbero sembrare del programma “Le Iene” o appena usciti dal film “Man in black”, a voi la scelta. Uno dice all’altro: “meno male che possiamo sentire la partita alla radio!”. Rimango colpito, un po’ frastornato “non sono l’unico!”, penso tra me e me. Subito dopo mi guardo intorno e noto che parecchia gente sta ascoltando con delle semplici cuffie la diretta della partita o i commenti che vengono fatti dai radiocronisti che, a partire dai grandi network fino ad arrivare a realtà più regionali o locali, stanno seguendo il match.

Mi viene così da pensare, da fare una riflessione (di parte) sui “massimi sistemi” della comunicazione. Mi chiedo: come potremmo arrivare a fare a meno della radio? In un mondo in continua trasformazione, dove i mezzi di comunicazione sfruttano le tecnologie più all’avanguardia, c’è ancora una certezza assoluta. Come facevamo anni fa (o facevano i nostri genitori), c’è ancora qualcuno che utilizza la radio per seguire una partita di calcio (non potendo fare altrimenti, evidentemente). L’avreste mai detto? Mi ha davvero sorpreso assistere ad una scena del genere.

E’ proprio vero che la radio si può ascoltare dappertutto, in qualsiasi momento della giornata ed in ogni posto in cui ci troviamo. Non serve poi molto per potersi sentire parte della grande comunità composta da milioni di ascoltatori, addetti ai lavori e soprattutto speaker che popolano questo meraviglioso mondo.

Così, dopo queste prime considerazioni, torno all’interrogativo iniziale. Si sentono spesso persone esclamare: “ah, cosa avrei fatto se non ci fosse stato/a ecc ecc…”. Ma qualcuno di voi ha mai pensato a cosa farebbe se non ci fosse la radio quando è in macchina, al lavoro, mentre fa i mestieri a casa, di notte, quando fa sport, a scuola (ops, forse era meglio non dirlo), mentre cucina, quando viaggia, lava, studia, legge, gioca, va a fare shopping, mangia o fa la doccia?

La mia opinione è che sia impossibile farne a meno, perché è qualcosa che crea una forte dipendenza per moltissimi motivi. Attraverso la radio possiamo apprendere delle notizie, sapere delle curiosità, informarci, accrescere le nostre conoscenze, confrontarci, capire e dialogare con altre persone, condividere emozioni o sentimenti anche attraverso la musica e le canzoni.

In certe situazioni ascoltare la radio è davvero terapeutico perché la mente, l’umore, il corpo ne possono davvero trarre grande giovamento! Vorrei non dover porre una vera e propria fine a quest’articolo e ai miei pensieri, mi piacerebbe che foste voi a dirmi cosa ne pensate, a raccontare qual è il vostro rapporto con la radio, quando la sentite e se c’è un momento o un’attività durante la giornata che ritenete ideale per mettervi all’ascolto.

Forza! Quali sono i pregi della radio? Riuscireste a fare a meno di ascoltarla? A voi la parola…

Articolo a cura di Mattia Savioni

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