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Radio Locali: l’importanza di fare squadra

Uno dei problemi maggiori in cui ci si imbatte, soprattutto tra coloro che fanno radio per passione e non come professione è quello della mancanza di spirito di gruppo all’interno di un’emittente locale. Per questo vorrei provare a riflettere attentamente su questo tipo di difficoltà con voi.

La realtà di una piccola radio è spesso composta da persone che tendono a prestare attenzione a ciò che riguarda il loro programma, spesso dimenticandosi o disinteressandosi di tutte le questioni relative all’emittente che dà loro la possibilità di andare in onda. Sicuramente gli impegni scolastici e lavorativi (e spesso anche il fatto di non essere retribuiti) fanno sì che i singoli componenti di una radio difficilmente tendano a fare gruppo, salvo poi lamentarsi del fatto di non riuscire a farsi conoscere attraverso l’emittente stessa.

Mi spiego. In diverse situazioni mi è capitato di sentire storie abbastanza simili tra loro. Fin quando uno speaker o un fonico si trova a dover affrontare qualche questione relativa al proprio programma, allora ci si butta “anima e corpo”. Se però viene richiesto un impegno o un aiuto per qualcosa che riguarda l’emittente, allora spesso ci si tende ad isolare, preferendo lasciare agli altri il compito di faticare per una causa che di fatto è “comune” e non del singolo soggetto.

Così è davvero molto frequente entrare in una realtà locale e scoprire che il conduttore di un programma non sa di cosa parli la trasmissione in onda dopo la sua, ne lo speaker che è in diretta. Insomma, accade molto frequentemente che ogni programma sia una sorta di mondo a se stante dagli altri. Cosa ancora peggiore però è quando vengono organizzate delle riunioni collettive o quando si deve organizzare un evento di cui la radio è partner. La tendenza è infatti quella di fregarsene, pensando di aver già dedicato troppo tempo alla radio.

Credo che questo atteggiamento vada assolutamente condannato, perché spesso, chi si comporta in questo modo, pecca di umiltà e di spirito di servizio per la collettività. Soprattutto non ci si rende conto di quanto una piccola radio faccia fatica, al giorno d’oggi, ad andare avanti. Pertanto la buona riuscita di una festa o di un evento (solo per fare degli esempi) equivale di fatto ad una serie di benefici di cui l’intera emittente potrà godere, prima fra tutti la possibilità di farsi conoscere. Ma pensiamo anche alla pubblicità che ogni membro della radio può fare alla stessa, parlando con amici, oppure promuovendo il proprio programma e quello degli altri attraverso i Social Network o altri mezzi di comunicazione.

Penso che anche questo sia uno dei problemi maggiori delle radio locali, luoghi dalle grandi potenzialità, frenate certamente dai grandi network e da questioni economiche, ma spesso danneggiate anche dalla presenza di tante piccole individualità che rimangono chiuse in se stesse, anziché stringere rapporti con tutti i membri di un’emittente, al fine di costituire un vero e proprio team che possa tendere a perseguire un obiettivo comune: la buona riuscita di tutti i programmi e la possibilità di far conoscere gli stessi al maggior numero di persone possibile.

Voi che ne pensate? Stando alle vostre esperienze siete riusciti o riuscite tuttora a creare un buon feeling ed un gruppo affiatato di lavoro con gli altri membri della radio oppure preferite limitarvi al vostro programma disinteressandovi di quel che accade al di fuori di esso?

Articolo a cura di Mattia Savioni

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