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Le Radio fanno troppa Pubblicità?

Qualche minuto di dibattito, qualche canzone, e poi, puntualissimo, arriva il momento della pubblicità, con conseguente disappunto dell’ascoltatore interessato. Da qui la domanda. Lo sguardo ormai smaliziato con cui siamo abituati ad osservare il mondo, ci impone un’analisi di natura economica che lascia poco spazio ad interpretazioni: le radio sono prima di tutto delle aziende, e, in quanto tali, per sopravvivere devono tenere il bilancio in positivo. E gli sponsor sono il principale, se non unico, introito su cui si costruisce una realtà radiofonica.

Gli stipendi di speaker, tecnici, redattori,e le spese di manutenzione, devono in qualche modo essere garantite, e non si può più pensare che l’intrattenimento sia regolato da leggi diverse da quelle universalmente valide. Anche se l’ascoltatore coglie principalmente il lato giocoso, divertente, leggero, della radio, che poi è quello che lo deve riguardare, nel momento in cui si lamenta della troppa pubblicità deve anche riconoscere, con perfetta lucidità, che senza di essa probabilmente non starebbe ascoltando alcunché.

Questo non significa che bisogna ringraziare e venerare gli sponsor (è una pratica che lasciamo volentieri ad editori e amministratori), ma semplicemente prendere coscienza di come funziona il gioco, capirne regole e cause. Che poi gli spezzettamenti siano sgradevoli è indubbio, nessuno vuole affermare il contrario.

Tutti amiamo la “mezz’ora di musica senza interruzioni” e trasmissioni fiume in cui le chiacchiere non conoscono pause ma, di nuovo, cerchiamo di comprendere le esigenze aziendali e di non incasellare ingenuamente la radio in un mondo del non-lavoro in cui si parla, si ride, si scherza e non ci sono problemi ad arrivare a fine mese. Questo è un discorso valido soprattutto per le emittenti locali, per le quali ogni singolo sponsor è di vitale importanza al fine di garantire la messa in onda dei propri contenuti.

Quindi, rispondendo alla domanda centrale: dal punto di vista dell’ascoltatore, forse sì;da quello di chi gestisce le radio, probabilmente non è mai troppa. La ragione, come in tutte le cose, sta nel giusto equilibrio: una giusta misura, che garantisca il benessere economico della radio e, al contempo, una piacevolezza di ascolto da parte degli utenti, è la via per fare tutti contenti.

Articolo a cura di Giuliano Antonini

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