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La magia scenica della Radio

La magia scenica della Radio

Quando la forza delle parole evoca e rafforza il mezzo comunicativo, l’immaginazione può avere inizio”, questa per me rappresenta la forza scenica della Radio, di quella realtà che non si vede, ma si intuisce dal semplice ascolto, proiettando nel singolo individuo il messaggio dovuto, ma anche il sogno voluto.

In questi giorni mi è capitato di imbattermi in un delicato cortometraggio sul tema della sicurezza sul lavoro, intitolato “Radio sicura”, vincitore dell’ultima edizione del premio nazionale “Marco Fabio Sartori” che permette di sensibilizzare un pubblico sempre più ampio e giovane su tematiche prettamente sociali. Per il terzo anno consecutivo la creatività di film maker, registi e autori video si è sfidata su una problematica sentita  con la collaborazione importante dell’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni, prestigiosa accademia di formazione cinematografica.

Il “main topic” dell’opera risulta, ovviamente, il valore della sicurezza, ma al centro della scena resiste, centuplicando l’emozione, la Radio, un microfono e una voce che racconta nella notte ad occhi chiusi  la storia di un infortunio con garbo, naturalezza e un pizzico di atmosfera. I tre autori, Giorgio Martignoni, Giulio Guerrieri e Mauro Sarzi Amadè hanno voluto affidarsi alla forza evocativa di un  programma radio serale per arrivare al cuore della  forte tematica con il semplice, ma efficace motto “Non abbassate mai la guardia”.

Perché ricordare questo corto? Sicuramente l’argomento affrontato è di primaria importanza, ma il punto focale resta un altro: la magia scenica della Radio si scopre in tutta la sua fisicità. In questo caso l’espediente  video del doppio ruolo giocato dallo speaker che risulta anche essere protagonista della storia raccontata, acquista ancora più valore se si focalizza l’attenzione su uno studio radiofonico, una sala di regia e l’immagine che ne viene rappresentata.  Un uomo solo al microfono, un uomo solo che lotta ogni giorno per un futuro migliore, un uomo solo che incita ad amare la vita, anche nell’esercizio della professione.

Un messaggio che fa scuola, sottolineando il ruolo di motore condiviso che la Radio contempla nella sua struttura di base. Guardandolo e ascoltandolo si assapora il gusto unico del lavoro di conduzione  radiofonica con un impatto sobrio, sintetico e umile. Una professione che non ha un età e non pone troppi condizionamenti, se non quelli imposti dal mercato. Per chi è appassionato, poi, nessun limite è predefinito, bastano buone idee e molto impegno. A tutti, buona visione!

Video cortometraggio: https://www.youtube.com/watch?v=L5ALy7rkcro


Articolo a cura di Nicoletta Zampano

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