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Radio-Sondaggio: La Radio per me è? Le risposte degli Speaker ( Parte II )

Continuiamo a vedere le risposte date dagli speaker al nostro sondaggio “La Radio per me è? – La Radio per me sarà?”…Con noi oggi Giancarlo Cattaneo di Radio Capital, Stefano Pozzovivo di Radio Subasio e Nicola Franceschini di Rete Alfa!

GIANCARLO CATTANEO – RADIO CAPITAL
Giancarlo Cattaneo, conduttore radiofonico. Su Radio Capital “Your song” (dal lunedì al sabato dalle 13 alle 14), “Parole note” e voce di “Ciao belli” su radio Deejay.

“Per me la radio è la mia donna, un amore ogni giorno rinnovato da quasi venti anni. Quando accendi il microfono comincia davvero la magia: una sensazione che ti consente, per esempio, un repentino cambio di umore quando la giornata non è delle migliori. Il mio approccio con questo mondo è stato quasi casuale: un amico lavorava come redattore per una piccola radio locale napoletana e mi chiese di passare a trovarlo e se volessi provare. Situazione radiofonica attuale? I network si copiano un po’ tutti e pochi osano. La radio di domani sarà sul web, sarà tutto on line; non siamo ancora pronti in Italia né per la fruizione né, di conseguenza, per trovare valide sponsorizzazioni. Sono certo che oggi le web radio esistenti rappresentino una validissima palestra per chi vuole avvicinarsi a questo “mestiere” più che le meravigliose radio “locali” di un tempo che ci hanno permesso una formazione completa sul campo.”

STEFANO POZZOVIVO – RADIO SUBASIO
Stefano Pozzovivo, conduttore a Radio Subasio dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13.30.

” Per me la radio è….vita, direi. Gli inizi credo siano comuni a molti, tanta passione in piccole strutture, importanti però come palestre. Poi qualche incontro fortunato, grazie anche a seminari di approfondimento sulla parola e il corretto uso della voce seguiti negli anni. Per incontro fortunato, intendo per la mia crescita. Maestri, insomma, da emulare e non scorciatoie. Inoltre la determinazione a non prendersi mai troppo sul serio, l’autoironia come pane quotidiano. Dal 2003 l’esperienza radiofonica è diventata ancor più totalizzante con la docenza nel Master Universitario in conduttore Radiofonico. Dì lì in poi, studi e approfondimenti sulla prosodia della conduzione radiotelevisiva e l’istituzione dei corsi privati FARERADIO. Per me la radio sarà…ancora protagonista, seppur in uno scenario in continuo movimento. Insomma, che arrivi via FM, in DAB o via internet in streaming continuerà ad essere il mezzo efficiente, immediato e preferibile in primis rispetto agli altri. La storia finora ci ha dato ragione. A fronte di questo status la specializzazione sarà vincente per chi vorrà giocare un ruolo da protagonista, le figure possibili ormai sono molte e sempre più qualificate. Non solo conduttori insomma, ma autori, programmatori musicali, tecnici di alta e bassa frequenza, informatici, grafici, esperti di marketing e tanto altro ancora…

NICOLA FRANCESCHINI – RETE ALFA
Nicola Franceschini, 38 anni, speaker/giornalista/programmatore musicale di Rete Alfa, emittente locale di Ferrara a copertura provinciale.

“Conduco da una decina d’anni il mattutino “Alfa today”, programma di intrattenimento e informazione, dove – tra un brano e l’altro – commento le notizie del giorno (spesso di taglio “locale”), interagisco col pubblico e parlo dei più svariati argomenti, senza dimenticare la musica, che – in parte (e quando possibile) – promuovo anche con artisti della nostra zona. Non ho mai capito perché il mio amore per la radio sia così forte, ma ricordo benissimo che a soli 5 anni mi emozionò fare il mio primo “zapping” ed ascoltare, di mia scelta, una radio che trasmetteva una canzone che mi piaceva. Da lì, questo “cordone ombelicale” tra me e la radio non si è mai spezzato. Al di là di ascoltarla e di seguirla con attenzione anche dal punto di vista tecnico (da sempre seguo con interesse anche tutto ciò che riguarda l’ambito dell’alta frequenza), ho iniziato a collaborare con questo mondo nel 1995, scrivendo i miei primi pezzi per un mensile – da anni assente dalle edicole – chiamato “Radiomania”. Da lì, poi, le collaborazioni si sono estese ad altri periodici fino ad arrivare a “Millecanali”, dove scrivo tuttora. Nel 1998 inauguro per gioco il sito FM World (www.fm-world.it), che tuttora seguo e che ora è una testata vera e propria. L’esordio via etere, tuttavia, arriva piuttosto tardivo. Era il 2002 quando, per un’intervista da pubblicare sul Canale Radio di Supereva (altro sito che seguivo in quel periodo), conosco il direttore artistico di Rete Alfa, la radio locale della mia città. La tentazione di parlare al microfono c’era sempre stata, anche se non avevo mai osato, un po’ per timidezza, un po’ perché pensavo non fosse la mia vera “strada”. Alla proposta di affiancare il direttore artistico di Alfa con qualche intervento giornalistico nel suo programma, non mi tiro indietro, e da lì nasce tutto. La fascia del mattino mi verrà proposta pochi giorni dopo, e questo mi permette di entrare nel gruppo editoriale di Telestense, dove lavoro tuttora. Per i primi anni, la mia attività si è limitata alla radio, mentre oggi conduco anche programmi tv, compreso il telegiornale. Se la televisione tuttavia ha bisogno di alcuni schemi precisi, la radio mi permette di essere più spontaneo, di avere un dialogo più diretto col pubblico. Lo stesso rapporto con la gente cambia: la tv tende a rapportarsi col “lei”, la radio invece da del “tu”. E questo forse permette un contatto più diretto con chi ti ascolta, e con chi associa alla tua voce un amico, una persona quasi di casa. Come sarà la radio nel futuro? Difficile da dire. Oggi è l’unico medium ancora analogico, ma il più adattabile alle nuove tecnologie. La radio si ascolta sul web, col telefonino, la si segue in auto, in casa, al lavoro. E si presta benissimo all’interazione con la gente, sia tramite il “vecchio” telefono, sia tramite sms, fino ai più recenti social network. Rispetto agli anni ’70 e ’80, tuttavia, le “palestre” (ovvero le radio di piccola dimensione che davano la possibilità ai giovani di formarsi) si sono estremamente ridotte. In parallelo, le realtà più importanti richiedono professionalità, gente capace, e non possono permettersi di rischiare, mandando in onda persone con scarsa esperienza. Le web-radio sono lo sbocco più naturale per le nuove generazioni che si vogliono avvicinare al mezzo, ma il passaggio in FM (perché di FM ancora si parla in prevalenza, sebbene esistano anche il DAB+ ed altre modalità di diffusione) risulta sempre più complesso. Inoltre le svariate modalità di fruizione della musica che il web ha offerto hanno forse allontanato gli adolescenti di oggi dal mezzo, rispetto ad una o due generazioni fa. Ci si avvicina al mezzo quando si sale in auto a 18 anni e ci si trova l’autoradio preinstallata. Paradossalmente, però, credo che questo permetterà una maggiore motivazione da parte di chi vuole lavorare in radio e sente quell’istinto di fare il conduttore o il dj. Meno gente, ma più motivata, cresciuta ascoltando radio non pioneristiche, ma realizzate con professionalità. L’importante è essere sé stessi, non scimmiottare chi è già in onda. Non serve un nuovo Linus, servono nuove figure con una propria personalità, che mantengano variegato il panorama delle voci che ci accompagnano ogni giorno. E considerando il fatto che la radio tuttora è seguita dalla maggior parte della gente, credo che la vita del mezzo abbia ancora tantissimi anni davanti a sé. La radio è “sopravvissuta” alla tv, a internet, adattandosi ai cambiamenti del mondo. Scommettiamo che ce la farà anche stavolta?”

Intervista a cura di Nicola Zaltieri

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