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RadioImmaginaria: quando la Radio diventa solidale

“CIAO MAMMA, IO EXPO!!! 😉 Questa è la frase con cui ho salutato mia madre prima di partire per Expo. Sembra strano come solo 3 mesi fa non avrei nemmeno immaginato di trasmettere in diretta radio dalla terrazza del padiglione dell’Unione europea. Ora, invece, mi aggiro fiera ed orgogliosa per le strade della mia città pensando:”io c’ero alla fiera universale del 2015, e non da semplice visitatrice”.

Microfoni cuffie e tanto entusiasmo mi hanno letteralmente catapultata nella straordinaria realtà di Radioimmaginaria. Sono passati pochi giorni dalla chiusura di Expo e le immagini, i ricordi mi tornano alla mente quasi come un film, il mio film.

Ogni momento, anche il più quotidiano rimarrà impresso nella mia  memoria. Tutto quello che ho vissuto fa parte di me e crescerà con me” (RadioImmaginaria)

Castel Guelfo è una piccola e graziosa cittadina dell’entroterra bolognese. Clima disteso e pulito, gente cordiale e ospitale. Un pezzo d’Italia che fa novanta. Qui nel 2010 un gruppo di giovanissimi adolescenti ha  letteralmente messo in piedi una web radio professionale dove creatività, talento, immaginazione e positività sono alla base di un percorso radiofonico originale ed educativo che funziona. Come in ogni radio che si rispetti i ragazzi comunicano il mondo, rigenerandolo con simpatia e impegno.

Ultimamente il web si è mobilitato per il piccolo Aron Anderson, lo studente più solo del pianeta, inviandogli lettere o cartoline di auguri per Natale. Anche RadioImmaginaria ha risposto a suo modo all’appello registrando per Aron i propri auguri natalizi con l’invito sincero e spassionato di inserirlo nella loro squadra radiofonica. “Sarebbe bello se Aron diventasse uno dei nostri, in fondo ci si può sentire soli anche quando siamo circondati di persone, ma molti di noi così hanno trovato tanti nuovi amici”.

Una radio per amica e un talento giovane da condividere possono rappresentare la storia natalizia dell’anno per i radiofonici di mezzo mondo, ma pensandoci bene indica, in realtà, solo una delle caratteristiche principali di una buona realtà radiofonica, quella classica che suona da slogan semplicemente cosi “Radio buona fa famiglia”.

In breve  quello che ci resta di queste storie, non solo a Natale, è la prospettiva, una tutta nuova sul ruolo della Radio nella società. Non  si vive  solo di marketing e lustrini, ma si cresce nella storia con le storie, gli occhi e la voce degli ascoltatori perché fare radio è prendersi cura.

La mia personale, quindi, può sintetizzarsi in una battuta. Radio buona fa famiglia con cura.

Articolo a cura di Nicoletta Zampano

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