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Radiospeaker.it intervista Max Giannini di Radio Kiss Kiss

Radiospeaker.it incontra una delle voci del mattino di Radio Kiss Kiss. Tra musica, notizie, giochi e curiosità, in onda dalle 9,00 alle 12,00, Max Giannini è al timone del “Good Morning Kiss Kiss”, il format giornaliero frutto di un lavoro redazionale assolutamente indispensabile e impegnativo, data anche la durata del programma.

Anche sull’importanza del ruolo assunto dai redattori di un contenitore radiofonico come il suo, si incentra l’intervista che Max ha rilasciato ai nostri microfoni. Reduce da una grande esperienza all’interno del gruppo di casa Niespolo, con lo speaker abbiamo focalizzato l’attenzione sulla situazione attuale della radiofonia, in riferimento anche alle possibilità di inserimento per i giovani conduttori, desiderosi di calcare “palcoscenici” importanti. Per Giannini il momento è abbastanza favorevole per proporsi con la giusta preparazione, unita alla vera passione per questo lavoro.

Non è mancata poi l’opinione personale sul fenomeno dei cosiddetti “youtubers”, che hanno preso posto anche in radio e poi un ricordo, in particolare, tra i tanti che hanno contraddistinto la sua lunghissima carriera radiofonica. Quale?

Ecco le sue parole!

“Good Morning Kiss Kiss”, questo il nome del programma che conduci ogni giorno su Radio Kiss Kiss. Descrivici il format.
Non è il classico “morning show”, condotto, invece, dal mio collega e speaker eclettico, Pippo Pelo. Nel contenitore mattutino in cui sono in onda dalle 9 alle 12, intrattengo gli ascoltatori che vogliono sintonizzarsi su una radio diversa dalle altre. A tal proposito, cerchiamo di differenziarci, basando tutto sulla musica come vuole l’essenza reale del media da sempre. Ogni mattina analizziamo l’argomento del giorno, ma non quello solitamente affrontato da tutti, evitiamo infatti particolari notizie di cronaca. Grazie poi ai pareri degli ascoltatori riusciamo a stimolare la creatività di questi ultimi, i quali ci danno la possibilità di creare i contenuti insieme a loro, come se fossero dei redattori.

Ecco, la figura dell’autore in un programma come il tuo è importante per un efficiente lavoro redazionale.
E’ importantissimo tale compito. In alcune realtà ci sono speaker che lo fanno per diletto. Nei programmi dei network c’è uno staff di lavoro, composto dagli stessi fonici, compresi gli ascoltatori che offrono particolari spunti sull’oggetto della discussione. Quindi, c’è un lavoro preliminare impegnativo, al fine di essere sicuri di ciò che si andrà a dire “on air”.

 

 

Una grande esperienza per te nel Gruppo Kiss Kiss. C’è un ricordo, in particolare, a cui sei legato che ha contraddistinto la tua carriera in radio?
Per me è stato un punto di arrivo l’approdo nel Gruppo Kiss Kiss, soprattutto qui nel network. Sono più di 30 anni che faccio radio. Un ricordo bello che vi fa capire quanto la radio, seppur professionale, in alcuni casi debba avere una componente “crazy”, riguarda la messa in onda di un pezzo, molto bello, che mettemmo circa 45 volte durante le tre ore di diretta su un’emittente locale, il brano si chiama “Hablame Luna” ed ebbe poi un grande successo.

Un consiglio ai giovani speaker che decidono di intraprendere un percorso radiofonico e ambiscono a posti di rilievo in importanti network.
Conosco tante scuole per la formazione degli speaker. Sono importanti proprio perché indicano le regole da seguire per una corretta conduzione. Essere speaker però vuol dire anche saper colpire l’ascoltatore, riuscire a “passare”. Pertanto, alla base ci deve essere tanta gavetta, spontaneità e professionalità nella tecnica. Senza dimenticare l’altra componente, la fortuna, grazie alla quale la passione per la radio si potrebbe tramutare in professione a tutti gli effetti.

Credi che ci sia una chiusura da parte dei network rispetto all’ingresso di giovani speaker, anche a causa forse dell’attuale crisi economica?
No. Anzi per le nuove generazioni ci sono vantaggi in questo periodo. Oggi poi c’è il web, youtube. La radio oggi è al centro di questa evoluzione tecnologica e quindi bisogna essere preparati in tutto e non solo nel semplice passaggio radiofonico. Proponetevi, è un momento buono. L’importante è crederci, senza fare le cose solo per il vile denaro.

Se fossi il direttore artistico di una radio, chi sceglieresti tra un giovane “youtuber” e uno speaker con anni di gavetta alle spalle?
Sceglierei un radiofonico. Fare radio è un mestiere, se non lo vivi non lo puoi fare. Così come andare in bicicletta, dopo un po’ ci vai anche senza guardare per qualche secondo. Lo “youtuber” non sa fare la radio o comunque deve cominciare a trasmettere per riuscirci. Chi proviene dal web non è facilitato nel mondo della radio.

Cosa ne pensi di Radiospeaker.it?
Siete bravi, date dei buoni consigli. Radiospeaker è una bella vetrina per chi ha voglia di fare radio e quindi proponetevi su questo portale.

Intervista a cura di Maurizio Schettino

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