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Il ruolo del Programmatore Musicale in Radio

Le radio di tutto il mondo si interfacciano ogni giorno con milioni di ascoltatori, i conduttori radiofonici gestiscono in prima persona le public relations delle varie emittenti e rappresentano, per utilizzare una metafora sportiva, i prolifici attaccanti di una squadra di calcio. Insomma, i finalizzatori di una grande azione corale.

Ma il duro lavoro che i gregari portano avanti “dietro le quinte” è altrettanto fondamentale, ecco perchè oggi andremo ad analizzare il ruolo svolto da una delle figure più importanti di un’emittente radiofonica: il programmatore musicale.

Chi non conosce alla perfezione il mondo radiofonico si domanda quasi sempre: ma chi è che decide quali sono i dischi che devono andare ‘in onda’?

In passato, specie nel periodo relativo alle prime radio libere, era lo stesso speaker a scegliere i brani da far ascoltare On Air, programmatore e conduttore erano la stessa persona ed i gusti personali influivano notevolmente sulla playlist offerta dall’emittente. Adesso, le selezione musicale è blindata e viene effettuata da una persona specifica che si occupa della scelta dei dischi in base a quella che è la “personalità musicale” della radio e del suo target specifico.

Il programmatore musicale, come dicevamo in un nostro precedente articolo dunque, dovrà sviluppare un clock musicale (la struttura oraria di base di un’emittente n.d.r.) seguendo la linea artistica data all’emittente dallo station manager e dall’editore. Le categorie di brani da scegliere sono numerose e spaziano dai Power Hit (dischi ad alta rotazione trasmessi ogni 2/3 ore) fino ai Gold, i classici di 20 – 60 anni fa.

Per esempio, RDS è un network che punta molto sulle novità musicali e sulle hit a differenza di un’emittente nazionale come Radio Capital che ha costruito la sua programmazione sui grandi classici di un tempo. Una categoria specifica a cui si ricorre spesso è quella definita “Stand”, ossia di parcheggio. Si tratta di brani che il programmatore ha in macchina e decide di non mandare in onda in modo da poterli utilizzare per format specifici.

E’ possibile individuare anche delle sottocategorie in base ai differenti periodi dell’anno (Es. Natale, Summer, etc). Un programmatore potrebbe mai escludere “All i want for Christmas is you” dalla playlist di dicembre? Gli elementi valutati per la scelta di una canzone sono tanti, ogni brano ha, infatti, un umore (linea melodica) ed un’energia (ritmica utilizzata).

Esiste una piccola scala che misura l’entità di queste due caratteristiche con valori che vanno da 1) Basso (Brano lento, drammatico, malinconico) ad un valore massimo pari a 5) Energico (struttura del brano dinamica e sostenuta). Regola fondamentale: la durata media di un brano in onda è di 03:30 minuti (minutaggio ideale), non si scappa! L’unica eccezione è rappresentata dai programmi di musica specializzata (vedi Virgin Radio) dove salta ogni regola temporale.

Questo corposo lavoro viene svolto con l’ausilio di un valido software utilizzato da circa 40 anni in tutte le radio: il Selector. Una figura non secondaria, quella del programmatore musicale, che funge da tramite tra i voleri della radio e il suo pubblico più affezionato.

Se poi, la sequenza musicale scelta proprio non vi piace, non vi resta che prenotare la canzone del cuore nelle apposite rubriche di dediche “just for you” ideate da molti network affinchè anche l’ascoltatore medio possa avere voce in capitolo, un pò come succedeva una volta.

Articolo a cura di Fabrizio Brancaccio

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