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Sanremo: vincere al festival non sempre "fa vincere" in Radio

Mancano pochi giorni, una settimana ormai, alla nuova edizione del Festival di Sanremo 2014, la sessantaquattresima per essere precisi, e si comincia a parlare sempre più insistentemente di quello che succederà, degli ospiti, delle canzoni e, ovviamente, dei possibili vincitori.

Anche noi di Radiospeaker.it cercheremo di occuparci del Festival nelle prossime settimane e nei prossimi articoli, naturalmente dal punto di vista che ci interessa di più, quello radiofonico, ma nel frattempo qualcuno ci ha già pensato e ha concluso una ricerca sul dilemma che da sempre affligge le canzoni che partecipano: vendere o passare in radio?

In alcuni momenti questo binomio sembra scontato, in altri inconciliabile, e ancora non si è capito se una cosa includa necessariamente l’altra, cioè se vendere dischi o canzoni in digitale significhi un successo assicurato anche in radio. Ripeto, per alcuni sembra scontato che succeda ma gli ultimi risultati e le ultime vicende non lo dimostrano.

Per questo, per creare un po’ di suspense rispetto a questa edizione e vedere cos’hanno fatto le canzoni dello scorso anno, due delle società di rilevazione più importanti in Italia, la Earone e la Fimi, hanno compilato due classifiche e hanno cercato di comparare i passaggi in radio e le vendite, in formato digitale, delle canzoni che hanno animato il Festival dello scorso anno.

I risultati sono molto interessanti ma per vedere al meglio le tabelle pubblicate e fare le vostre analisi vi rimando allla pagina dell’articolo così potrete fare tutte le vostre considerazioni.

Intanto noi facciamo le nostre, partendo dal sorprendente fatto che il brano più trasmesso dalle radio nazionali, “Sotto casa” di Max Gazzé, sul palco dell’Ariston è arrivato solo settimo e diciannovesimo nelle classifiche di vendita digitali. Questo confermerebbe l’ipotesi per cui le radio trasmettono in base al gusto e indipendentemente dal risultato della kermesse.

Ipotesi che però si ridimensiona guardando chi si trova alla seconda posizione della classifica dei passaggi in radio, Marco Mengoni conL’essenziale”, trionfatore al Festival e terzo (oltre che unico italiano tra i primi dieci) nelle classifiche di vendita. Un risultato quindi piuttosto omogeneo che forse però si può spiegare con una canzone molto orecchiabile che ha accontentato un po’ tutti i gusti, e questo giustificherebbe quindi le primissime posizioni in tutte e tre le classifiche.

La sorpresa che personalmente ho trovato, invece, sta nella terza canzone più trasmessa dalle radio, cioè Mi servirebbe sapere di Antonio Maggio, vincitore della categoria nuove proposte. Sorpresa che si accentua ancora di più vedendo che la stessa canzone nelle classifiche di vendita in digitale si trova alla 79ma posizione, un risultato ben lontano dagli altri due.

Piaciuta poco al pubblico che però lo ha votato per la vittoria finale ma piaciuta alle radio? Mah, chi ci capisce è bravo.

Coerente nella posizione al Festival e nei passaggi in radio è invece “E se poi” di Malika Ayane, quarta in entrambi i casi, che però non trova riscontro nelle classifiche di vendita, solo 63ma.

Chiudiamo con i Modà, che in teoria dovrebbero avere un gran seguito di pubblico, infatti a Sanremo sono arrivati terzi, quinti nella classifica dei passaggi in radio ma solo alla posizione 43 nella Single Digital Chart con Se si potesse non morire”.

Altro elemento curioso da notare è che solo 5 delle canzoni sanremesi più trasmesse siano riuscite ad entrare nella top 100 delle vendite digitali e che quella in posizione più alta, “Sotto casa” di Max Gazzé, al Festival sia arrivata solo settima.

Questo sembrerebbe confermare il fatto che per vendere dischi non conta arrivare nelle prime posizioni del Festival o far passare il proprio singolo in radio, visto che il pubblico non sembra considerare questi dati per acquistare o meno i brani.

Certamente il valore promozionale tra Sanremo e le radio è enorme ma non sembra tramutarsi in vendite certe, può portare a qualche ospitata, forse ad alzare un po’ il prezzo del biglietto nel live, a una posizione di rilievo negli scaffali dei negozi musicali, ma la gente comunque non compra. Anche perché questa visibilità è temporanea e passeggera, durando solo le settimane successive al Festival, mesi se la canzone è davvero forte o il personaggio ha fatto parlare molto di sé, ma non di più. Quindi per vendere bisogna inventarsi qualcosa o avere una canzone davvero forte.

Voi cosa ne pensate di tutto questo? Trovate riscontro tra posizioni al Festival, passaggi in radio e vendite online o nei negozi oppure questa epoca è finita? Seguirete il Festival 2014?

Articolo a cura di Nicola Zaltieri

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