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Lo spot radiofonico: scrittura e interpretazione (parte 2)

Nella prima parte del nostro breve tutorial su come confezionare uno spot radiofonico pubblicata qualche settimana fa, abbiamo accennato a molti argomenti quali la durata di uno spot, le parole e piu’ in generale le cose da evitare nella stesura di un testo, le appoggiature ecc. (leggi l’ABC dello spot radiofonico, parte 1).

Oggi il nostro viaggio verso la realizzazione di un radiocumincato professionale continua con alcuni approfondimenti rispetto agli argomenti trattati, affronta le caratterizzazioni e, ovviamente non si fa mancare qualche… come dire, trucchetto del mestiere.

Abbiamo detto piu’ volte che la durata di uno spot non deve superare i 30 secondi, questo perchè generalmente, considerando che l’attenzione dell’ascoltatore verso la radio è sempre abbastanza distratta rischiamo che la nostra pubblicità diventi poco efficace. Per rispettare i tempi è necessario prima di tutto che alla base dello spot ci sia un buon testo, ma allora come scrivere un testo corretto?

Oltre ad evitare lunghi elenchi, una quantità di nomi incredibili ecc, ci sono altri piccoli accorgimenti che possiamo adottare per essere sicuri che il nostro sia un testo di buona fattura. Possiamo ad esempio porci delle domande che ci aiuteranno ad analizzare meglio il prodotto che stiamo pubblicizzando, per comprenderlo meglio e fare in modo che anche gli altri possano apprezzarne le caratteristiche peculiari.

Come molti di voi sapranno in genere chi scrive gli spot sono i copywriter, ovvero persone in grado di scrivere testi adatti ai prodotti o ai servizi da pubblicizzare. Chi fa lo speaker però, o chi vuole farlo, molto probabilmente prima o poi si troverà a scrivere un testo che poi dovrà interpretare. Da un lungo elenco di informazioni disordinate, messe li nell’ordine esatto in cui al cliente sono passate per la testa egli dovrà ricavarne un testo fluido, d’impatto ma allo stesso tempo molto incisivo.

Il primo passo da fare quindi, sia se si possiede l’elenco sia se dobbiamo partire da 0 è anche il piu’ importante: dobbiamo chiederci cosa pubblicizza il nostro prodotto, a cosa serve.

Successivamente, una volta che ci saremo chiariti le idee in proposito potremo passare al secondo step, ovvero a quello in cui cerchiamo di comprendere come questo prodotto svolge la propria funzione, ed eventualmente di cosa si avvale per svolgerla al meglio. Questo è spesso anche il passaggio in cui, se non lo si è fatto in precedenza, si cita il nome dell’attività o del servizio.

Un esempio potrebbe essere: “La soluzione a tutti i tuoi problemi informatici, il punto di riferimento per tutti gli internauti della capitale e non solo. Computer systems, grazie ad unaschiera di professionisti del settore assemla, vende e effettua assistenza a domicilio su pc e mac. Inoltre crea il tuo sito web professionale o aziendale e ti fornisce soluzioni personalizzate basate sulle tue esigenze, e tutto questo ai prezzi piu’ competitivi del mercato.”

Lo step successivo indica all’ascoltatore cosa fare e dove andare per usufruire del prodotto e dei servizi offerti, suggerisce quindi l’azione da compiere per approfittare dei vantaggi offerti da questa ipotetica Computer Systems. Un esempio potrebbe essere: “Scoprici online su www.computersystems.it, o contattaci per un preventivo senza impegno allo 06/123.321.456. E se sei di Roma passa da noi! siamo in via nazionale 102.”

Eccoci quindi arrivati all’ultimo step, quello rappresentato dal “pay off” (o slogan), che di fatto chiude il nostro spot. Un piccolo esempio: “Computer systems, la tecnologia è la nostra passione…”

Voglio sottolineare che questo vuole essere un esempio di spot locale, personalmente non mi ritengo un copywriter eccellente, per cui ho cercato solo di dare un’idea di massima. Uno spot come questo, comunque, montato su una base energetica e dinamica allo stesso tempo, che si evolve seguendo i vari step descritti è sicuramente un prodotto gradevole, di facile comprensione e sufficentemente d’impatto.

Il testo che ho scritto al volo per questo articolo è un testo che va interpretato da una sola voce, tuttavia molto spesso capita di ascoltare scenette a piu’ voci, che magari comprendono voci strane e caratterizzazioni particolari, da cartone animato.

Non tutti gli speaker sanno creare delle proprie caratterizzazioni, queste sono diffuse soprattutto tra i doppiatori. Tuttavia qualche bravo speaker caratterizzatore c’è, e vi assicuro che a caratterizzare ci si diverte tantissimo. In un attimo si diventa pappagalli, cinesini, babbi natale o, per le femminucce, fatine, befane o streghe. Personalmente a me fanno fare spesso il pappagallo, ma questo dipende essenzialmente dall’età vocale, dallo studio dal quale ci viene commissionato il lavoro e, soprattutto, dalle idee bizzarre del cliente.

Vorrei poter spiegare tutto quello che ho imparato nei miei 5 anni di lavoro in questo settore non solo dal punto di vista della scrittura di un testo o  facendo solo brevi accenni come nel caso delle caratterizzazioni, ma purtroppo spiegare l’interpretazione di uno spot è estremamente complicato e soggettivo, però spero comunque che questo piccolo tutorial possa essere utile a qualcuno, e invitiamo tutti gli speaker pubblicitari e i compywriter professionisti ad arricchire queste poche righe con tutta la loro esperienza, perchè il motivo che ci spinge a fare tutto questo è lo “sharing”, la condivisione.

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