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Stefano Mastrolitti: dopo RDS Academy approda a R101

Ciao, sono Stefano, ho 30 anni e sono l’uomo più felice del mondo, perché ho sposato una donna straordinaria, perché ho una famiglia incredibile e degli amici unici e perché da settembre tutta Italia, se vorrà, potrà ascoltare la mia voce alla radio, su R101”: così il giovane Stefano Mastrolitti ha annunciato al popolo di Facebook l’inizio della sua nuova avventura, nonché realizzazione del suo grande sogno, quello di lavorare per un network importante, dopo tanti anni di sacrifici e di gavetta.

Radiospeaker lo ha intervistato per sapere qualcosa in più sulla sua storia: “Ci provo da quasi dieci anni, anni di radio senza vedere il becco di un quattrino, anni di radio con sveglia alle 4.00 sei giorni su sette: in qualche modo penso di essermelo meritato”.

Le sue prime esperienze sono state nelle radio locali, poi Radio Norba per quattro anni. “A Radio Norba ho imparato il rapporto con gli ascoltatori, che sono i tuoi primi datori di lavoro, ma soprattutto il rispetto dell’editore, che ti permette di andare in onda. Io vado in radio per far star bene gli ascoltatori e devo farlo rispettando le direttive dell’editore. Ho imparato a vivere la radio come una professione, non solo come una passione, ma anche come un’azienda”.

Di recente la partecipazione a RDS Academy (è arrivato in finale e molti facevano il tifo per lui) e poi, finalmente, il grande salto, la grande possibilità, quello che lui definisce “un nuovo punto di partenza”. E questo punto di partenza porta il nome di R101: “Da settembre a fine anno condurrò un programma nel weekend, sabato e domenica, non so dire ancora esattamente la fascia, insieme a Chiara Tortorella”.

Dunque una conduzione di coppia che si preannuncia frizzante e coinvolgente: i presupposti ci sono tutti, visto il grande entusiasmo e la grande voglia di fare di Stefano, che lontano dal microfono proprio non ci sa stare. “Tra una cosa e l’altra non sono in onda da tre mesi e ho davvero la crisi di astinenza. Quando ho fatto i provini per 101 stavo per mangiarlo, il microfono!”.

Un grande cambiamento nella vita del giovane barese, che ha già trovato casa a Milano, la città pronta ad accoglierlo professionalmente. “Milano è molto meglio di come la descriviamo noi al sud, perché non è vero che c’è la nebbia, sono tutti gentili, è super pulita, è super efficiente”.

Tra l’altro, racconta, lui da bambino sognava di poter vivere in una grande città settentrionale, dove poter fare il bulletto con bambini del nord più sfigati di lui! E nella nuova casa ci andrà a vivere con la moglie, per la quale spende delle bellissime parole, che testimoniano quanto è importante avere accanto una persona che crede in te, che ti sostiene, pronta a fare un po’ proprio il sogno dell’altro, per il suo bene. “Senza di lei non sarei qui, non ce l’avrei mai fatta. Ci sono stati momenti in cui io avevo smesso di crederci e lei mi ha preso a schiaffi per farmi riprendere”.

Ma facciamo un passo indietro e torniamo a RDS Academy, esperienza che, racconta, gli ha lasciato tanto, in termini professionali ma anche umani, visto che è rimasto in contatto con buona parte dei suoi ex compagni di avventura, come Manola, Daniela, Diego e la stessa Giuditta, che gli ha strappato la vittoria, ma meritandola.

“Ti posso dire con sincerità che tra noi all’interno del programma non c’era rivalità e questa cosa faceva impazzire gli autori, che cercavano in qualche modo di instillarcene un po’. Sono stati molto corretti, ma facevano il loro lavoro. Impazzivano soprattutto quando vedevano che il giorno prima della prova ci aiutavamo, sapendo di dover andare l’uno contro l’altro.

Questa è la differenza con la tv: nella radio, se hai passione, si è tutti fratelli. Io temevo di ritrovarmi con degli squali da talent, assetati di fama e di voler apparire, invece era tutta gente che amava la radio”.

E a proposito dei coach?Matteo Maffucci l’ho apprezzato molto, è un musicista esperto, a prescindere dai gusti musicali personali, ed è uno che per tanti anni ha fatto radio a livelli alti, nei network. Secondo me è stata un’ottima scelta. Non sono nessuno per giudicare gli altri, ma Giovanni era una figura che potrebbe in qualche caso averci un po’ destabilizzato e mandato fuori tema”.

La medaglia d’oro di RDS Academy non è stata sua, ma la sua rivincita l’ha avuta, vista la grande opportunità che gli è stata data da R101, frutto, ci tiene a precisarlo, non tanto di quel secondo posto, quanto del lavoro svolto negli anni precedenti, della cosiddetta gavetta.

Sulla professione dello speaker, dunque, visto che la pratica da una vita, ha le idee chiare: “Sfatiamo il mito che tutti possono fare radio, perché non è così. Si lavora tanto, non solo quelle due ore al giorno in cui sei in onda. Devi stare sempre a leggere, a documentarti, intessere relazioni, è un lavoro dove non stacchi mai.

La concorrenza è tanta, quando si arriva uno contro l’altro poi la differenza la fa la preparazione, come in tutti i lavori. Non è che siccome è un lavoro bello allora non deve essere faticoso, anzi, lo è di più, perché noi siamo dei privilegiati, siamo persone fortunate, quindi dobbiamo faticare il doppio per questa fortuna”.

Sono la preparazione, la personalità e l’umiltà, le sue carte vincenti. “Ogni ascoltatore si aspetta, come è giusto che sia, che lo speaker sia un tuttologo, che possa parlare di qualsiasi argomento, ma è evidente che questo è impossibile quindi la cosa fondamentale è essere molto preparati su quello che si sta per dire e non avventurarsi a parlare di cose che non si conoscono”, come insegna Nanni Moretti.

E a proposito di preparazione, non va sottovalutata quella linguistica: L’inglese è fondamentale. Io non sarei a 101 se non parlassi l’inglese come l’italiano. Non è concepibile che uno speaker non sappia l’inglese”.

Quella di Stefano è una bella storia a lieto fine, che esalta la meritocrazia e l’impegno. Ad essere premiato e ad aver realizzato il suo sogno è stato un ragazzo partito da zero, salito piano piano, con umiltà, studiando e lavorando sodo, ma soprattutto, senza mai perdere di vista il suo obiettivo, mettendolo al centro e vivendo ogni giorno in funzione di esso.

Per questo ci tiene a dire una cosa a chi, come lui qualche anno fa, oggi coltiva il suo stesso sogno di allora, quello di fare radio a livelli professionali e di arrivare in un network importante: “Posso dire una cosa apparentemente sdolcinata e sentimentale? Non dobbiamo mai smettere di credere nei nostri sogni, nei nostri obiettivi, nelle nostre capacità. Bisogna insistere senza mollare”.

 

Articolo a cura di Giusy Dente

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