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Tecniche di Conduzione: la Respirazione

Potrebbe sembrare un dettaglio di poco conto riguardo la conduzione ma, secondo noi, è un aspetto da tenere in considerazione al fine di evitare problemi “vocali” anche particolarmente difficili da eliminare.

Non a caso, tra le tecniche riguardanti la corretta trasmissione di un programma radiofonico, insieme alle regole che si uniscono a quelle concernenti la dizione e quindi la corretta pronuncia delle parole, vi è anche il rapporto che un linguaggio “pulito” deve avere con la cosiddetta respirazione diaframmatica, utile per riuscire a modulare nel migliore dei modi il proprio potenziale vocale senza provocare in esso sforzi eccessivi che potrebbero compromettere l’intero assetto muscolare.

Una respirazione corretta e naturale è indubbiamente necessaria per la gestione della diretta stessa, senza intoppi. Piccoli accorgimenti da questo punto di vista risultano pertanto importanti ed utili per ogni speaker.

Anche nella vita di tutti i giorni solitamente si commette l’errore di avviare una respirazione che parte dalla bocca anziché dal naso, il tutto con ripercussioni sulle corde vocali che, costrette a stare in tensione, potrebbero  risentire fortemente di un utilizzo della voce difficilmente in grado di reggere un discorso magari abbastanza articolato e lungo.

In un “talk” radiofonico, alle prese con una discussione abbastanza complessa, fatta di periodi corposi,  bisogna riuscire a mantenere una compostezza di tono e una fluidità di linguaggio cosi da avere il fiato giusto,  rispettando le pause, senza ripetuti e sospirati affanni che, appunto, influirebbero negativamente sull’andamento e la prestazione del conduttore.

Al di là degli esercizi di articolazione che indubbiamente permettono al linguaggio di essere chiaro e scandito nella sua espressività, allo stesso modo, avere la capacità di assumere una respirazione che sostanzialmente fa parte della quotidianità, diventa indispensabile per evitare di doversi inevitabilmente interrompere nel corso della trattazione di un argomento, proprio perché non si riesce a completare il discorso per mancanza di fiato.

Certo, la tempistica radiofonica impone in molti casi una velocità di linguaggio ma che però non deve essere vittima di sforzi vocali che, nello stesso tempo, potrebbero produrre anche una sorta di snaturamento della medesima voce, oltre alle conseguenze riguardo la salute a cui abbiamo  fatto riferimento in precedenza.

C’è poi chi “potenzia” la voce per darle, a modo proprio, un effetto particolare,  ma questa è un’altra storia, che non appartiene, secondo noi, alla radio, ma alla discoteca.

Articolo a cura di Maurizio Schettino

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