HomeMagazineConduzione radiofonica: guai a chi legge!

Conduzione radiofonica: guai a chi legge!

Non è assolutamente scontato questo aspetto, anzi in diversi casi diviene determinante anche ai fini di un possibile inserimento all’interno di uno staff radiofonico.

Non a caso nel corso dei vari provini a cui sono sottoposti nuovi e giovani speaker, viene chiesto proprio a questi ultimi di saper argomentare una notizia, magari estrapolata da un articolo di giornale o dal web, cercando di renderla ben chiara nel bel mezzo di una diretta.

La capacità del conduttore deve quindi essere quella di sapere descrivere ciò che ha appreso, possibilmente evitando di leggere la notizia stessa, in cui potrebbe essere ben evidente l’utilizzo di una terminologia estranea a quella solitamente utilizzata nel linguaggio corrente. In tal caso, il “talk” risulterebbe una copia fedele di ciò che tranquillamente un ascoltatore potrebbe apprendere leggendo semplicemente anch’esso la notizia. Nulla insomma, viene aggiunto o comunque reso in maniera da rendere la news interessante o catalizzante per il pubblico.

Spesso, ciò che viene chiesto alle nuove leve, è saper rendere la notizia “personale”, sgombra da superflui dettagli, ma ricca di un’idea, un parere appartenente a chi è dietro al microfono, affinché l’oggetto della questione possa avere una sua identità, ben differente rispetto a ciò che forse viene riproposto dagli altri colleghi in maniera ripetitiva.

L’inventiva, unita ad una buona dose di dialettica, insita nell’animo di uno speaker, può fare così realmente la differenza.

Anche per questo il lavoro del conduttore radiofonico, come abbiamo spesso riportato, non è per tutti o comunque, non è da considerarsi “facile”. Avere una particolare propensione e trasmettere mettendo in risalto il proprio punto di vista è indubbiamente necessario, considerando la concorrenza che campeggia continuamente nell’etere nazionale e non solo.

Evitare quindi di leggere in maniera passiva, magari facendosene accorgere. E se in una news vengono riportati dati, legati a cifre assolutamente indispensabili?

Indubbiamente sarebbe opportuno menzionarle, senza però eccedere,  con il rischio di annoiare chi è dall’altro lato. Anche perché, come ben sappiamo, l’ assenza di immagini, come nel caso del media, salvo poche eccezioni,  rende tutto più immediato e sintetico.

Vorreste mica “dare i numeri”?

Articolo a cura di Maurizio Schettino

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