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Alto Gradimento compie 45 anni

A quarantacinque anni la genitorialità non dev’essere faticosa, soprattutto se i figli sono stati concepiti in giovane età. E’ quel momento clou dell’età matura in cui è possibile indirizzare al meglio i figli, con più consapevolezza.

Ha compiuto 45 anni, lo scorso 7 luglio, “Alto Gradimento”, il programma radiofonico che ha introdotto un nuovo modo di far radio e linguaggi comunicativi del tutto innovativi.

Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, i due autori portanti, dichiarano che il programma comico ha molti figli, ma dimenticano di ricordare ai più che tra le eredità di maggiore rilievo ci sono menzioni speciali per tutti i testi di letteratura scientifica, in tema di radio. E non è poco, è la certezza che il programma è stato consegnato alla storia come l’esperimento radiofonico destinato ad modernizzare un mezzo in continua evoluzione.

Tra innumerevoli scetticismi, e molteplici incertezze, si avviava quell’ora di trasmissione destinata ai giorni feriali e alla fascia oraria di mezzogiorno, con un “ricorso sistemico al tormentone, con lo sviluppo di «personaggi» che si imponevano, e si rendevano irresistibili, semplicemente attraverso la ripetizione continua (e a volte isterica, in particolare nella recitazione di Bracardi) di alcune battute o addirittura di alcuni semplici tic verbali o sonori” (P. Ortoleva, Le Garzantine, La Radio, pag. 20).

Ma qual è la reale eredità che Alto Gradimento lascia nel mondo della radio?

A parte gli innumerevoli comici partoriti, un modo di porsi al pubblico scanzonato e simpatico, e format come “Viva Radio Deejay” che si avvicinano di più al nostro esempio, possiamo affermare che Alto Gradimento metteva le basi per quella che sarebbe stata denominata, di lì a breve, radio commerciale.

Un tipo di radio veloce, quale il loro programma era. Pensate che in un’ora di trasmissione “Alto Gradimento” poteva contenere fino a dodici skethc comici. Ma è anche l’era della radio fatta di musica e parole, o di personaggi simpatici in grado di intrattenere e far ridere. Non dimentichiamo che gli anni ’80 sono quelli dei tormentoni e di conduttori radiofonici destinati al grande pubblico, grandi platee d’ascolto.

Oggi a che punto è la radio? Le radio commerciali rappresentano un’importante fetta delle emittenti radiofoniche esistenti, ma le inarrestabili evoluzioni della comunicazione ci portano ad affermare che la radio di moda è la talk radio, la radio di informazione. Si vince se si è in grado di informare gli altri, con professionalità e leggerezza, che non è banalità: vedi il caso Radio24.

Articolo a cura di Annalisa Colavito

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