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Domenico Modugno e la Radio

Viveva a San Pietro Vernotico, un paesino in provincia di Brindisi, e componeva brani in dialetto salentino che cantava, accompagnandosi con la chitarra. Eppure sognava di fare l’attore.

Questo è l’identikit di un giovanissimo Domenico Modugno (1928-1994) che tutti conoscono per essere stato uno dei migliori interpreti e il primo vero cantautore della canzone italiana, nonché vincitore del festival di Sanremo del 1958 con il brano “Nel blu dipinto di blu” (ribattezzato “Volare” e scritto insieme all’amico e noto paroliere, Franco Migliacci). Brano con cui conquisterà l’Italia, poi l’America e il mondo intero.

Ma procediamo per gradi. Era il 1949 quando Modugno partì alla volta di Roma per frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia. Non aveva il becco di un quattrino e tentava di sbarcare il lunario esibendosi nei locali come cantante o facendo la comparsa cinematografica. Non era facile guadagnarsi la vita nella Capitale, ma Modugno viaggiava con un sogno in tasca: fare l’attore; una ragione sufficiente per darsi da fare.

Pian piano arrivò il teatro, mentre al cinema ottenne piccoli ruoli come nel film di Federico De Robertis “Carica eroica”. Era il 1952 e Modugno interpretava un soldato che cantava una “Ninna nanna” a una bambina. Un brano in dialetto salentino che gli aprì le porte della radio e, presto, quelle del successo (musicale più che cinematografico). Nello stesso anno, infatti, presentò il brano al concorso radiofonico “Trampolino”: una trasmissione, in onda sul Secondo Programma (oggi Rai radio2), dedicata ai cantanti esordienti.

L’esibizione dell’artista pugliese suscitò l’attenzione di Fulvio Palmieri, dirigente Rai, che nel 1953 gli propose di cantare in onore del grande Frank Sinatra, ospite della trasmissione radiofonica “Radioclub”, condotta da Guido Notari sul Secondo Programma. Gli chiese, però, di cantare una canzone siciliana, per omaggiare le origini sicule del divo americano, e trovandosi di fronte un Modugno perplesso che conosceva solo il dialetto della sua terra, quello salentino, gli disse: “nello spettacolo quello che sembra è”. Così l’artista pugliese ripropose “Ninna Nanna” apportando, pare, qualche modifica, e in tanti pensarono che fosse siciliano. La canzone fu particolarmente apprezzata da Sinatra che ne chiese la registrazione per poterla incidere con la sua voce, ma tutto sfumò quasi subito.

Sempre nel 1953, sul Secondo programma, andò in onda intorno alle 22 “Amuri Amuri, trasmissione scritta e condotta da Modugno in compagnia dell’incantevole attrice, Franca Gandolfi, che di lì a poco diventerà sua moglie. La trasmissione, voluta da Palmieri, parlava d’amore: sia i testi che i brani musicali puntavano sull’argomento. Modugno scriveva, cantava, suonava, recitava e faceva perfino il rumorista, accompagnato dall’amata Franca. La trasmissione, per cui erano previste quattro puntate, ebbe tanto successo che le puntate diventarono una quarantina. Un fatto positivo che, però, impose a Modugno di allargare in breve tempo il suo repertorio musicale, decisamente un po’ scarso.

Tra i brani eseguiti nel corso del programma si ricordano “La Cicoria” e “la barchetta dell’amore”: brani in dialetto e molto popolari che Modugno inciderà poco dopo. La radio, in altre parole, fece di lui un “cantattore” e il primo vero cantautore italiano: Modugno non proponeva canzonette, ma storie vere, sentite, anche quando parlavano d’amore. Storie ricche di poesia, speranza, libertà che non tardarono a suscitare l’interesse della discografia italiana. Nel 1953, infatti, ottenne un contratto con la Rca Italiana, incise i primi 78 e 45 giri con brani dialettali quali “Lu Frasulinu”, “La donna riccia”, “Lu Pisci spada” e il brano in lingua italiana, a lui molto caro, “Vecchio frack”.

Da ricordare anche “Io, mammeta e tu” e “Lazzarella” (scritte insieme all’amico napoletano Riccardo Pazzaglia, giornalista e scrittore) e “Resta cu’mme”: tutte canzoni di successo che portarono Modugno dritto a Sanremo. E lì con “Volare”, come già anticipato, il successo sarà mondiale (quanto scritto, finora, è stato ben raccontato da “Volare” la fiction antata in onda di recente su Rai1 che ha visto uno strepitoso Beppe Fiorello nei panni di Domenico Modugno). Un successo che non gli farà dimenticare né il cinema né il teatro. E, per essere precisi, neanche la radio dove continuerà a raccogliere consensi positivi.

Agli amici di Radiospeaker.it farà piacere sapere che Modugno, intorno agli anni ’70, partecipò in qualità di cantante (anche di conduttore, ma in misura più ridotta) ad alcuni programmi Rai quali “Gran Varietà”, “Andata e ritorno” e “Show down”.

Articolo a cura di Sofia Napoletano

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