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La Radio pubblica americana cerca ascoltatori giovani

La Radio pubblica americana cerca ascoltatori giovani

La notizia arriva da Oltreoceano ma se è vero che quanto accade negli Stati Uniti in tempi più o meno brevi arriva anche in Europa ed in Italia, allora il mondo radiofonico non deve stare molto sereno.

La National Public Radio (NPR) si è infatti trovata recentemente a dover fare i conti con le nuove generazioni di ascoltatori perché i dati erano inequivocabili: due programmi giornalieri di informazione hanno perso, negli ultimi cinque anni, il 20% di ascoltatori under 55. Inoltre, cosa non poco rassicurante, l’ascoltatore medio della radio pubblica americana aveva 45 anni contro i 54 di oggi (secondo fonti ed informazioni che arrivano dallo Station Resource Group). Questi dati inconfutabili hanno fatto sì che i manager della NPR operassero delle scelte volte ad andare a cercare gli ascoltatori più giovani.

La catena di distribuzione della radio pubblica già oggi include podcast, testi online, streaming, trasmissioni via satellite ed account sui vari social network, ma sono stati inseriti nella programmazione “#15girls”, un serie sulle vite delle ragazze quindicenni sparse per il mondo e “Generation Listen”, un sito Internet che raccoglie storie (in formato audio o scritte) e notizie di eventi organizzati dai giovani ascoltatori.

Bisogna però valutare con molta prudenza alcune scelte che sono state operate. Infatti la possibilità per gli utenti di fruire dei servizi online comporta un grosso rischio per la radio pubblica americana, che è quello di competere con se stessa. Se l’utente può accedere ai programmi direttamente online, potrebbe non essere più interessato a fruirne tramite le trasmissioni radio, che sono la fonte principale di finanziatori in grado di sostenere i programmi stessi.

Sono state drastiche, in tal senso, le parole di Lettie Holman, program director di WAMU, stazione radio pubblica dell’American University: “Dobbiamo essere realistici di fronte al fatto che le persone ascoltano la radio sempre meno. Ciò impone la domanda di quale sia la sostenibilità dell’intero sistema della radio pubblica. Dobbiamo trovare diversi flussi d’entrata”.

Se sino ad ora il futuro della radio in Italia (pubblica e privata), complice anche la recente crescita di investimenti nel settore, lasciava presagire segnali incoraggianti, questa notizia, che non deve creare falsi allarmismi, fa però pensare che all’orizzonte si possano profilare alcune difficoltà con cui il sistema radiofonico dovrà (e deve) confrontarsi.

Ci sono a vostro avviso segnali o rischi concreti in Italia? Come pensate si possa risolvere il
problema?

Articolo a cura di Mattia Savioni

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