HomeMagazineLinus lascia twitter: "Gli Juventini mi hanno usato come bambola woodoo"

Linus lascia twitter: "Gli Juventini mi hanno usato come bambola woodoo"

Social o non social? Questo sembra essere diventato il dilemma di diversi personaggi dello spettacolo che nel cercare di avvicinarsi attraverso la rete ai loro seguaci, finiscono con il rimanere vittime di un mondo ancora pieno di insidie e regole poco chiare.

A cascare nella trappola anche il direttore di Radio Deejay, Linus, che dopo meno di un anno ha deciso di abbandonare Twitter. Dopo continui inviti da parte del collega Nicola Savino, con grande entusiasmo degli ascoltatori Linus approda sul social dei “140 caratteri”, cominciando così a postare messaggi e foto. Purtroppo, quando si espone il proprio pensiero non tutti sono sempre d’accordo. La cosa curiosa è che il “vecchio leone” non è stato preso di mira per il suo lavoro, ma per alcune affermazioni sulla sua squadra del cuore: la Juve.

A spiegare meglio l’accaduto lo stesso Linus in un post sul blog dal titolo “Facciamo Basta?”, dove afferma: “Ho deciso di chiudere il mio profilo su Twitter. Mi è molto dispiaciuto, lo strumento può essere molto divertente e soprattutto utile, ma la mia serenità vale molto di più. Me ne sono andato grazie a un piccolo ma agguerrito gruppo di ultrà juventini che hanno evidentemente deciso di usarmi come la loro bambola woodoo“.

Il direttore di Radio Deejay tiene a sottolineare: “I tifosi della Juve sono oltre dieci milioni e con il 99% di loro ho un rapporto bellissimo. Lo vedo quando vado allo stadio (che peraltro ho inaugurato io), lo leggo sui messaggi che tutti i giorni mi arrivano, l’ho provato a Berlino, passeggiando per due giorni in mezzo a migliaia di loro“.

A seguito di questo preambolo Linus arriva al nocciolo della questione, raccontando i due episodi che hanno scatenato la “follia” ­degli ultrà bianconeri. “Juventus – Roma di un anno e mezzo fa. Nello speciale di Sky, alla domanda di cosa ne pensassi della vicenda Moggi e Tangentopoli, ho detto (e ci sono le registrazioni) semplicemente che con la squadra pazzesca che avevamo non capivo il bisogno dell’arroganza che usciva dalle intercettazioni. Punto. E sfido chiunque a mettermi in bocca altro. L’altra è la vicenda Allegri. Vivendo a Milano, era per me consuetudine incontrarlo in giro per ristoranti in compagnia di Galliani, come una vera ed affiatata coppia di amici. Milanisti. Molto milanisti. Vederlo arrivare sulla panchina di Conte, di cui (come tutti gli juventini) ero perdutamente innamorato, mi sembrò quasi una bestemmia. Da qui la provocazione delle “dimissioni” da tifoso. [..] Riassumendo, il primo era un parere in un’intervista, niente di più. La seconda una provocazione da tifoso innamorato dell’integrità dei suoi colori“.

Linus non intende autoeliminarsi dalla vita social con rancore, così conclude il suo post con un messaggio di speranza: “Ragazzi, è solo calcio. Se volete fare pace sono qui“.

Infatti, dopo aver rivelato agli ascoltatori il motivo per cui ha chiuso il profilo Twitter proprio sullo stesso social molti hanno lo hanno incitato a non farsi sopraffare dagli haters sostenendolo con
messaggi di affetto e stima.

Anche noi di Radiospeaker siamo con Linus. Basta insulti virtuali, accendete la radio e rilassatevi!

Articolo a cura di Maria Giovanna Tarullo

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