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Imitare gli Speaker? No, grazie!

Per molti la passione per la radio nasce sulla base di un ascolto costante del mezzo, in particolare, dovuto anche al legame che si crea con un determinato speaker al quale facilmente ci si affeziona grazie alla sua capacità di  creare una perfetta intesa con l’ascoltatore, facendogli compagnia per un’ampia fetta della giornata e dando vita così ad una perfetta fidelizzazione, duratura nel tempo.

Non a caso, chi intraprende un percorso radiofonico è solito far riferimento proprio allo speaker preferito, personale nella sua conduzione, magari con battute o modi di dire ormai appartenenti al proprio vocabolario e ben impressi nella mente del pubblico. Ma attenzione a  non imitarlo!

Infatti, spesso siamo soliti sentire conduttori, magari alle prime armi, che riprendono stile e forma di parlare da coloro particolarmente esperti e facilmente riconoscibili, i quali nel corso degli anni si sono costruiti l’immagine di un “personaggio” forte di una particolare e precisa “identity”. Semplici slogan in chiusura di un programma o specifiche modalità nell’annuncio/disannuncio di un brano, questi e molti altri gli elementi che rendono ineguagliabile un conduttore.

Creare, quindi, un’imitazione che si spera possa seguire il successo dell’originale, secondo noi, è svantaggioso per la carriera stessa del provetto speaker. Insomma, la professionalità stessa del conduttore potrebbe essere messa in discussione.

Indubbiamente, acquisire competenze, capire i meccanismi o la tecnica di conduzione da chi gode di esperienza, è fondamentale per la corretta trasmissione di un format, ma nello stesso tempo, come abbiamo spesso riportato nei nostri articoli, è opportuno possedere un approccio che possa essere differente da ciò che ci viene continuamente proposto, spesso simile per forma e contenuti.

Ed è proprio in questi casi, che esce fuori la personalità dello speaker, quella caratteristica oggi tanto richiesta, a detta anche di figure di spicco dell’etere nazionale.

Tra i consigli, infatti, che loro stessi si sentono di rivolgere ai tanti appassionati dell’FM, vi è proprio l’aspetto riguardante la capacità di saper catalizzare l’attenzione degli ascoltatori con uno stile unico e ben distante dai canoni ormai standardizzati e ripetitivi, che non aggiungono nulla di nuovo a ciò che le varie emittenti propongono, inclusa la presenza di conduttori che non accennano a lasciare sgabello e microfono.

La differenza sta in questo. Dare sfoggio di se, imitando i grandi network, serve a ben poco, anzi renderebbe finta l’intera conduzione, privandola di quella naturalezza e spontaneità, assolutamente indispensabile per esprimere in maniera chiara il proprio carattere “on air”.

Ad ognuno, quindi, il suo stile. Ed il vostro, qual è?

Articolo di Maurizo Schettino

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