HomeMagazineLa Radio e il Futurismo: "Il Manifesto della Radia"

La Radio e il Futurismo: "Il Manifesto della Radia"

Oggi andiamo indietro nel tempo per arrivare fino al 1933, anno in cui fu pubblicato un singolare manifesto dedicato alla Radio e ideato dal movimento Futurista Italiano.

Il Futurismo è movimento artistico, politico e culturale che investì nell’Italia della prima metà del Novecento tutte le forme espressive e tutti i media. L’estetica dei futuristi si espresse, lungo tutto il corso della loro avventura, anche in una serie di Manifesti dedicati alle diversi arti, tra  cui il “Manifesto della Radia” scritto da Filippo Tommaso Marinetti e Pino Masnata e pubblicato nella Gazzetta del Popolo nel 1933.

Nel Manifesto della Radia il femminile venne scelto provocatoriamente, per contrapporre il modello futurista di uso del mezzo a quello retrogrado dominante, accusato di essere puro prolungamento di forme tradizionali come la sala di conferenze o il teatro di prosa.

Nel “Maninfesto della Radia” rivendicano l’importanza del nuovo mezzo di comunicazione. Affermano che la radio è in linea con la concezione futurista del fare arte, del fare cultura: la radio rivoluziona il rapporto che esiste fra tradizione e innovazione a tutto vantaggio della seconda, parla il linguaggio della modernità, che è quello della tecnica, imposta in modo radicalmente diverso il rapporto fra l’artista e il suo pubblico, fa piazza pulita delle istituzioni deputate alla fruizione della cultura tradizionale.

Alcuni accettano con entusiasmo la radio e vedono in essa  un’invenzione benefica per l’umanità, una incarnazione del progresso. Altri vi leggono il mezzo di una democrazia sostanziale della comunicazione. La cultura più tradizionalista la rifiuta e addirittura la demonizza, in parte perché è un’opera della tecnica, in parte perché è congenitamente totalitaria in quanto espressione dell’industria culturale. Ecco in sostanza cosa era scritto nel “Manifesto della Radia” dettato dal Futurismo Italiano.

MANIFESTO DELLA RADIA

La Radia non deve essere

1. Teatro perché la radio ha ucciso il teatro già sconfitto dal cinema sonoro

2. Vinematografo perché il cinematografo è agonizzante a) di sentimentalismo rancido di soggetti b) di realismo che avvolge anche alcune sintesi simultanee c) di infinite complicazioni tecniche d) di fatale collaborazionismo banalizzatore e) di luminosità riflessa inferiore alla luminosità autoemessa della radio-televisiva

3. Libro perché il libro che ha la colpa di avere resa miope l’umanità implica qualcosa di pesante strangolato soffocato fossilizzato e congelato {vivranno solo le grandi tavole parolibere luminose unica poesia che ha bisogno di essere vista)

 

La Radia abolisce

1. Lo spazio o scena necessaria nel teatro compreso il teatro sintetico futurista {azione svolgentesi su una scena fissa e costante) e nel cinema {azioni svolgentisi su scene rapidissime variabilissime simultanee e sempre realiste)

2. Il tempo

3. L’unità d’azione

4. Il personaggio teatrale

5. Il pubblico inteso come massa giudice autoeletto sistematicamente ostile e servile sempre misoneista sempre retrogrado

 

La Radia sarà

1. Libertà da ogni punto di contatto con la tradizione letteraria e artistica Qualsiasi tentativo di riallacciare la radia alla tradizione è grottesco

2. Un’Arte nuova che comincia dove cessano il teatro il cinematografo e la narrazione

3. Immensificazione dello spazio non più visibile ne incorniciabile, la scena diventa universale e cosmica

4. Captazione amplificazione e trasfigurazione di vibrazioni emesse da esseri viventi da spiriti viventi o morti drammi di stati d’animo rumoristi senza parole

5. Captazione amplificazione e trasfigurazione di vibrazioni emesse dalla materia Come oggi ascoltiamo il canto del bosco e del mare domani saremo sedotti dalle vibrazioni di un diamante o di un fiore

6. Puro organismo di sensazioni radiofoniche

7. Un’arte senza tempo ne spazio senza ieri e senza domani La possibilità di captare stazioni trasmittenti poste in diversi fusi orari e la mancanza della luce distruggono le ore il giorno e la notte La captazione e l’amplificazione con le valvole termojoniche della luce e delle voci del passato distruggeranno il tempo

8. Sintesi di infinite azioni simultanee

9. Arte umana universale e cosmica come voce con una vera psicologia-spiritualità dei rumori delle voci e del silenzio

10. Vita caratteristica di ogni rumore e infinita varietà di concreto-astratto e fatto-sognato mediante un popolo di rumori

11. Lotte di rumori e di lontananze diverse cioè il dramma spaziale aggiunto al dramma temporale

12. Parole in libertà. La parola è andata sviluppandosi come collaboratrice della mimica e del gesto Occorre la parola sia ricaricata di tutta la sua potenza quindi parola essenziale e totalitaria ciò che nella teoria futurista si chiama parola-atmosfera Le parole in libertà figlie dell’estetica della macchina contengono un’orchestra di rumori e di accordi rumoristi (realisti e astratti) che soli possono aiutare la parola colorata e plastica nella rappresentazione fulminea di ciò che si vede Se non vuole ricorrere alle parole in libertà il radiasta deve esprimersi in quello stile parolibero (derivato dalle nostre parole in libertà) che già circola nei romanzi avanguardisti e nei giornali quello stile parolibero tipicamente veloce scattante sintetico simultaneo

13. Parola isolata ripetizione di verbi all’infinito

14. Arte essenziale

15. Musica gastronomica amorosa ginnastica ecc.

16. Utilizzazione dei rumori dei suoni degli accordi armonie simultaneità musicali o rumoristi dei silenzi tutti con le loro gradazioni di durezza di crescendo e di diminuendo che diventeranno degli strani pennelli per dipingere delimitare e colorare l’infinito buio della radia dando cubicità rotondità sferica in fondo geometria

17. Utilizzazione delle interferenze tra stazioni e del sorgere e della evanescenza dei suoni

18. Delimitazione e costruzione geometrica del silenzio

19. Utilizzazione delle diverse risuonanze di una voce o di un suono per dare il senso dell’ampiezza del locale dove la voce viene espressa Caratterizzazione dell’atmosfera silenziosa o semisilenziosa che avvolge e colora una data voce suono rumore

20. Eliminazione del concetto o prestigio di pubblico che ha sempre anche per il libro esercitato un’influenza deformante o peggiorante.

Forse, a un secolo di distanza, dobbiamo riconoscere che la rottura che i futuristi auspicavano si è verificata davvero.

Articolo a cura di Francesca Musacchio

Admin Radiospeaker

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