HomeMagazineMarco Biondi: "Per distinguersi uno Speaker deve uscire dal mucchio"

Marco Biondi: "Per distinguersi uno Speaker deve uscire dal mucchio"

Abbiamo avuto l’onore di scambiare due chiacchiere con Marco Biondi, personaggio affermato dell’etere radiofonico italiano. La prima esperienza radiofonica importante di Marco è arrivata nel 1987 con Radio Deejay, dove conduce il programma Pop News realizzando centinaia di interviste con personaggi del panorama pop/rock mondiale. Nel 1998 passa a Radio 105 conducendo anche dalla sede di New York. Nel 2001 inizia a collaborare con RIN curando il programma di musica house “Welcome to te Jungle”. Nel 2007 diventa direttore musicale della nascente Virgin Radio, ruolo ricoperto fino a poco tempo fa. Attualmente Marco conduce il programma Pop News Tv, nome ripreso dall’esperienza a Radio Deejay, che si occupa di informazione musicale.

Ciao Marco, come nasce il progetto Pop News Tv? Quali obiettivi si pone?
Il progetto Pop News Tv nasce da un’idea mia e di Valerio Gallorini. A fine 2016, dopo aver saputo che a fine anno avrei lasciato la radio per un po’, Valerio mi ha chiamato e mi ha chiesto di vederci. A inizio 2017 ci siamo visti ed abbiamo cominciato a parlare, semplicemente a parlare. Ci siamo raccontati le nostre esperienze degli ultimi anni, ci siamo confrontati e nel parlare abbiamo notato che entrambi avevamo voglia di fare determinate cose. Ci siamo visti più volte in quei mesi e a forza di parlare è nata l’idea per fare Pop News TV. Io e Valerio ci conosciamo dal 1987, lui è la persona che mi ha scoperto su Rete Radio Azzurra, una radio di Montichiari, Brescia, che trasmetteva musica afro, brasiliana, funky ed elettronica dove io sono stato per 3 anni a metà anni 80. E’ lui, con il benestare di Claudio Cecchetto, che mi ha portato a Milano a Radio Deejay che in quel periodo iniziava a gettare le basi per diventare un network. Ci conosciamo quindi da molto tempo ed abbiamo condiviso tantissimi anni in “quella” Radio Deejay che è stata un’avventura unica, irripetibile, indescrivibile. Negli anni con Valerio non ci eravamo mai persi di vista e c’è sempre stata un’ammirazione ed un rispetto reciproco, per cui mettere in piedi un progetto probabilmente ci è venuto anche spontaneo.

Di obiettivi per ora non ce ne poniamo anche se non ti nascondo che abbiamo molte idee ben definite riguardo lo sviluppo del programma, ma vogliamo fare le cose con calma. Pop News Tv è un progetto ben preciso, definito e questo per me è importante. A me piace lavorare con progetti concreti che nascono da un’idea precisa e che abbiano già definito una loro ipotetica evoluzione, ma che siano anche aperti a molte possibilità di sviluppo. Pop News Tv nella nostra testa è qualcosa di molto ben delineato ma per svilupparlo bene ci vuole tempo, siamo per la politica dei piccoli passi. La cosa più importante e a cui tenevamo entrambi molto era riportare l’informazione musicale al centro di un progetto. Sono convinto che tante persone vogliono sapere notizie reali di quello che sta succedendo nel mondo musicale ma quasi più nessuno oggi glielo racconta. Ci proviamo noi, senza nessuna arroganza o presunzione. Il nostro è un programma di servizio, siamo al servizio della gente e vogliamo aprire una nuova possibilità alla discografia, ai promoter, ai musicisti, per potersi mettere in mostra

Attualmente dov’è possibile seguire il programma? Hai in mente anche di trasmetterlo in qualche emittente radio?
Pop News Tv è una pillola di informazione musicale che dura dai 3 ai 5 minuti circa ed è in onda su 30 canali televisivi contemporaneamente, alcuni sono regionali altri locali, alcuni del digitale terrestre, altri del pacchetto Sky (nell’immagine di copertina della pagina Facebook ufficiale del programma trovate l’elenco di tutte le tv che ci mandano in onda). Il programma è quotidiano ed ogni giorno passa almeno 3 volte su ogni televisione. In più lo si può vedere sul web nelle nostre pagine ufficiali Facebook e Youtube e anche sull’applicazione Flipps. Abbiamo avuto qualche richiesta per trasmettere la parte audio su qualche radio e siamo molto felici dell’interesse che si è creato da subito nei confronti del programma.

Ci stiamo pensando, per ora non abbiamo ancora preso una decisione, come detto siamo per la politica dei piccoli passi, magari in futuro si potrebbe fare, vedremo. Molti ci hanno chiesto anche di fare un formato più lungo, più completo, di circa mezzora. Vedremo, come dicevo Pop News Tv è un programma perennemente in evoluzione. In nemmeno 2 mesi il programma si è già evoluto e stiamo cercando di renderlo sempre più completo. Ora siamo partiti anche con le interviste ai protagonisti della musica, il primo ospite è stato Jack Jaselli, il secondo Zucchero e ne abbiamo già fissati molti altri. Abbiamo iniziato anche a mettere in onda il QR Code per poter comprare subito, immediatamente i dischi o biglietti dei concerti di cui sto parlando in quel momento. Tante cose accadranno in futuro a questo programma, sempre rivolte a dare un servizio il più completo possibile

Quale pensi sia il futuro della radiofonia?
Siamo in un momento di grande evoluzione tecnologica, l’utilizzo del mezzo Radiofonico cambierà molto nei prossimi anni e soprattutto nei prossimi decenni. E’ vero che in Italia i cambiamenti avvengono molto lentamente a causa della nostra età media sempre più alta e perché siamo comunque molto tradizionalisti, ma il cambiamento è comunque in atto. Non ci sarà più soltanto l’FM di facile utilizzo ma verremo messi in grado in maniera semplice di accedere ad un mondo on line davvero molto interessante. La gara sarà sempre di più sul Brand. E’ chiaro che se ad un utente medio gli si apre un mondo di migliaia di radio da ascoltare, probabilmente la sua tendenza sarà di andare ad ascoltare quelle che già conosce o che gli verranno suggerite col passaparola, pubblicità o con algoritmi vari. I più svegli invece si faranno subito contagiare da questo mondo fatto di novità col rischio che poi ci si innamori della prima radio “nuova” che si incontra.

Ci vorrà un po’ di tempo perché la situazione si stabilizzi anche se credo che pure la stabilizzazione non sarà più così…”stabile”. Io mi auguro che questo “Nuovo Mondo” riporti qualità nella radio e torni a far sviluppare il lato artistico che in questo momento è decisamente messo in disparte. Se da una parte molti grandi brand continueranno a ragionare su freddi numeri e freddo fatturato, dall’altra ci sarà la possibilità di fare radio più “calde” che ritornino a parlare al cuore delle persone ma con la possibilità finalmente di avere un ipotetico bacino di utenza più ampio

Ti andrebbe di raccontarci come si è conclusa la tua esperienza a Virgin?
Non parlo mai volentieri della fine di questa esperienza, è una cosa che mi fa ancora molto male e che prima o poi dovrò esorcizzare. Ho avuto la grande fortuna di essere stato coinvolto nella startup di questa radio mesi prima che partissimo in FM, ho contribuito per 10 anni da Direttore Musicale della radio a selezionare la musica, a costruire un catalogo Rock a cui poi si sono poi ispirate tante altre radio in maniera più o meno evidente, ho contribuito a formare un gruppo di lavoro insieme a pochissime altre persone ma molto valide. Siamo sempre stati in 4 gatti a crescere questa struttura, dedicandoci tutto il nostro tempo, di giorno e di notte, dando sangue e sudore e portando a casa gioie e dolori, gratificazioni e preoccupazioni.

Sì, posso dirlo con orgoglio, abbiamo creato da zero una grande Radio ed un grande caso radiofonico. La prima rilevazione dati Auditel dopo pochi mesi dalla partenza ci ha dato 1.600.000 ascoltatori! Una cosa mai successa né prima e per ora nemmeno dopo. E’ stata sicuramente una delle più incredibili esperienze radiofoniche della mia vita! E di questo non sarò mai abbastanza riconoscente ad Alberto Hazan che mi ha fortemente voluto e sempre e continuamente sostenuto in tutti questi anni. Poi piano piano sono cambiate delle persone, è arrivato qualcuno che si era messo in testa chissà perché di voler cambiare la radio e che ha provato in molti modi a prendere il mio posto e a mettermi in difficoltà, per altro senza mai riuscirci. Ma rendendo comunque la vita lavorativa sempre più difficile un po’ a tutti e non solo a me. Poi c’è stato anche il cambio di proprietà che sicuramente ha cambiato strategie, modo di porsi all’interno e anche all’esterno e da quel momento per quanto mi riguarda sono successe cose molto gravi fatte alle mie spalle che mi hanno fatto capire che l’ambiente era cambiato e che onestamente non volevo più starci. Se chiedete a chiunque in quella radio, vi confermerà che in realtà erano almeno 2 anni che pensavo di mollare. Così come lo può confermare qualche radio con cui 2 anni prima avevo avuto qualche contatto che poi non si era però concretizzato.

Quali sono i tuoi 3 speaker preferiti del momento?
Mi piace da molto tempo una radio di Roma, Radio Globo, trovo che sia una forza della natura. E’ una radio che pur sentendosi solo nel Lazio ha un seguito enorme anche fuori da quella regione grazie a varie app. E’ dinamica, fresca, coinvolgente, moderna, ha un morning show spettacolare, una programmazione fatta solo di musica degli ultimi anni ma fra le migliori in assoluto. Vedi, fare una buona programmazione in radio non è solo scegliere certi brani, la differenza vera poi la fai in base a come metti quei brani, in che sequenza, che onda sonora e di umore gli dai, quanto riesci ad emozionare la gente. Loro in questo sono fra i migliori in Italia, secondo me.

Se Radio Globo fosse un network darebbe filo da torcere a tante radio e farebbe dei numeri molto interessanti, ne sono sicuro. E tutti noi avremmo una bella radio in più da poter ascoltare in tutta Italia anche in FM.

Per cui alcuni miei speaker preferiti arrivano da lì, in primis Massimo Vari, Roberto Marchetti, Federico De La Vallée che sono appunto quelli del Morning Show ed il grande Andrea Torre, che è anche il Direttore Artistico della radio. Per rispondere alla tua domanda li metto tutti insieme nella mia prima scelta.

Fra i miei preferiti da molti anni c’è poi Alessandro Milan di Radio 24, una persona molto preparata con una grande cultura, con un modo di porsi educato ma deciso, coinvolgente e competente.

Mi resta solo un nome ora vero?…mmmm… difficile scegliere…ce ne sarebbero un po’… diciamo Marco Galli. E’ incredibile la forza e la creatività che sprigiona ancora oggi, ti tiene incollato alla radio con leggerezza ma a volte facendoti anche pensare. E’ uno dei programmi radiofonici credo che mette meno musica in assoluto, è un vero morning show quindi, con molto parlato e intrattenimento. Ma che programma! Ora che mi accorgo…ho messo bene o male tutti speaker che sono in onda la mattina…curioso…anche perché io sono sempre stato più legato ai programmi del pomeriggio…ma devo ammetterlo…se al pomeriggio mi capita di essere in auto, Albertino e Nikki li sento sempre molto volentieri.

Un consiglio da Marco Biondi: cosa deve fare oggi uno speaker per emergere?
Scusa la brutalità ma…deve tirar fuori gli attributi, troppi speakers fanno il loro compitino e si sottomettono, vedo e sento un appiattimento che non mi piace, voci uguali o simili, contenuti uguali o simili, voci senza personalità, senza emozione che tentano solo di rendersi simpatiche o di fare ridere. Far ridere è difficilissimo. Bisogna trovare la propria strada e farlo richiede sacrifici. Personalmente son stanco di sentire speaker che si accontentano di svolgere il loro compitino. Caspita, prendete in mano il vostro programma e dategli un senso e buttate via i messaggi! Cioè voglio dire i messaggi sono importanti se danno idee al programma, se portano contenuti interessanti ma di salutare Gino e Pino e Lina e Tina…che 2 palle!

Ma mi rendo conto che in una radiofonia dove ti danno 8 secondi in un intervento, 15 in quello dopo e l’intervento lungo è di 30 secondi o 1 minuto al massimo ci sia veramente poco da fare. Ma devo dire che spesso sono gli stessi speakers a far sentire vistosamente i loro limiti. La verità è che non è colpa loro. Oggi ti prendono, ti mettono in onda ma poi non c’è nessuno che ti segue, si è perso il piacere di far crescere le persone. Quando ero a Deejay, Linus mi mise di fianco ad Enrico Silvestrin che era appena arrivato da MTV ma che non aveva mai fatto la radio, proprio per insegnargli le cose basilari. Lo stesso mi chiesero di fare a Rin, Radio Italia Newtowk con Fabiola. Camilla Raznovich mi chiese espressamente lei, quando eravamo a New York a trasmettere su Radio 105, di starle vicino ed aiutarla a crescere. E lei era già un grosso personaggio televisivo ma aveva l’umiltà di voler imparare bene un nuovo media che non conosceva. Sono molto orgoglioso di tutti loro, erano già tutte persone di talento e si sentiva lontano un miglio. Dovevano solo imparare un minimo di tecnica radiofonica sulla quale poi tirare fuori tutta la loro dirompente personalità. Ecco cosa raccomando sempre ai giovani speaker radiofonici: siate sempre voi stessi, sviluppate la vostra personalità, abbiate una vostra identità ben precisa e connotata. Altrimenti sarete la solita bella voce, finto-simpatica che non esce dal mucchio.

Intervista a cura di Stefano Tumiati

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