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Quali pazzie avete fatto per la radio?

Ciclicamente, almeno una volta al giorno, mi torna in mente quello che vorrei nella mia vita: un lavoro futuro in radio, il lavoro dei sogni, l’abbiamo detto spesso, come altrettanto spesso diciamo quanto sia difficile e dura in questo periodo. Non è questa la sede né il momento adatto per disperarsi e parlare di cose negative quindi guardiamo oltre. Chi ha una passione forte e travolgente come chi vi scrive ma come tantissimi, praticamente tutti gli iscritti al sito credo, spesso si lancia in iniziative al limite della sanità mentale e prende decisioni che sicuramente nessun altro capirebbe e condividerebbe, proprio perché spinto da un grande amore e da una forza incontrollabile dettate dal settore di interesse: può succedere per la musica e per un artista/gruppo in particolare, per lo sport ma nel nostro caso succede per la radio.

Ripensando ogni tanto agli ultimi anni della mia vita ricordo anche cose legate alla radio che a pensarci a mente fredda mi vergogno come un bambino o a iniziative prese che adesso neanche dietro sostanzioso pagamento farei. Perché allora in quel periodo non avevo riflettuto in questo modo e avevo preso la decisione opposta? Semplice, come dicevo perché la passione non si può controllare e perché per definizione questa non è razionale, quindi all’epoca non avevo avuto problemi a muovermi in un certo modo. Ne ricordo molte di situazioni di questo tipo ma vorrei condividerne con voi un paio, legate all’emittente che amo di più in assoluto: Radio Deejay.

Parliamo di un estate di molti anni fa, nemmeno ricordo più l’anno preciso. La radio in quel periodo iniziava, come ogni estate, le sue trasferte con le dirette dal “cubo” di viale Ceccarini a Riccione, ancora oggi punto di riferimento per tutti gli ascoltatori che vogliono incontrare e vedere dal vivo i loro idoli. Era un pomeriggio come tanti altri e stavo ascoltando la radio quando passò in diretta il promo proprio delle dirette da Riccione, con tutti gli speaker che si sarebbero avvicendati in riviera. Nemmeno sapevo chi c’era quella sera ma corsi a casa, mi feci una doccia veloce, presi la macchina e partii per Riccione. 300km, partenza a metà pomeriggio, per fortuna poca coda. Arrivo verso le 19 (la diretta mi pare iniziasse alle 21), parcheggio la macchina e mi lancio di corsa davanti al cubo. Non avevo ancora l’abitudine di collegare voce e volto degli speaker quindi non riconobbi Vic a pochi passi da me ma appena iniziò a parlare il tono mi fu subito familiare. Lo andai a salutare spiegandogli la mia trasferta improvvisata e riuscii a vedere la diretta della puntata a pochi metri da lui dentro il cubo grazie alla sua incredibile gentilezza e disponibilità. Dopo i saluti, verso le 23, la fortunata possibilità di scambiare due parole con lui e la redazione e poi di corsa a casa, altri 300km. Ovviamente non avevo prenotato una stanza e non potevo permettermi di fermarmi lì.

Più recentemente, un annetto fa circa, un altro azzardo di quelli inspiegabili. Da lettore quotidiano del blog di Linus, un giorno, di punto in bianco, ho preso carta e penna e ho scritto una lettera al Direttore di Radio Deejay. Sembrava la classica lettera-sfogo di quelle che si scrivono anche da adolescenti, soprattutto per amore, e che poi non si inviano mai, che si conservano o si stracciano. Lo stile della lettera era più o meno simile, una dichiarazione d’amore per la radio, il racconto della mia passione, i complimenti per l’eccellente lavoro dell’emittente e i ringraziamenti per la compagnia che la radio mi ha fatto in tutti questi anni. Alla fine sembrava quasi una lettera d’amore, che nemmeno alla mia fidanzata avevo mai scritto con tanto trasporto e passione, tutta d’un fiato. Dopo averla riletta un paio di volte non so cosa mi sia passato per la testa ma ho deciso di spedirla. Anzi, non contento (e anche spaventato dal lavoro delle Poste…), ho preso la macchina e sono andato a Milano per consegnarla in radio. Ovviamente non direttamente a lui, ma lasciandola in portineria con la promessa che gliel’avrebbero consegnata. Uscito dagli studi mi sono vergognato incredibilmente e ho rimpianto quasi quello che avevo fatto, ma ormai non potevo tornare indietro.

Queste le piccole storie che mi riguardano, ma sono sicuro che anche voi ne avrete altrettante nel cassetto. Quindi, che pazzie avete fatto per la radio? Di cosa, a mente fredda, ad oggi vi vergognate e cosa forse non rifareste? Potete scrivere quello che volete tanto, come dicevo, sono sicuro che di fronte a una nuova iniziativa da prendere non vi tirereste indietro e rifareste tutto! È inutile, siamo fatti così e nessuno ci potrà cambiare…

Articolo a cura di Nicola Zaltieri.

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