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Il podcast: come farsi conoscere in rete

La maggior parte delle radio,  in particolar modo quelle di programmi, all’interno dei propri siti, hanno una sezione dedicata al riascolto: Radio 2 la chiama “Podcast”; Radio Capital, “Audioreplay” , Radio Deejay, “Reloded”.

Per podcast si intende una trasmissione radiofonica (o un suo contenuto) registrata digitalmente e poi resa disponibile su Internet.

Lo scopo è quello di fidelizzare l’ascoltatore permettendogli di restare sempre in contatto con la radio preferita in qualsiasi momento della giornata e attraverso qualsiasi piattaforma. I programmi di informazione utilizzano il podcast per riprodurre interviste integrali delle quali, per ovvi motivi legati ai tempi  radiofonici, è andato in onda solo un estratto.

Ma cosa ci occorre se, invece, abbiamo realizzato noi un programma radiofonico e volessimo diffonderlo in rete?

Sostanzialmente, i criteri per farlo sono: creazione dei contenuti, pubblicazione e distribuzione.

Realizzata, quindi, la registrazione sul pc, bisogna “pulirla” da eventuali spot o news, ridurre le pause e regolare i volumi in modo da avere un prodotto finito che risulti fluido ed ascoltabile. Convertire il file in formato MP3 permetterà a chiunque di poterlo aprire con qualsiasi lettore multimediale. Se il programma è a contenuto musicale, occorre sempre inserire nel montato anche le tracce audio dei brani, se invece è un programma solo di informazione o a contenuto specifico (politica, sport, cultura) basterà inserire solo il talk dello speaker o l’intervista. Un consiglio prezioso: montare sempre uno stacco musicale all’inizio e alla fine del file per dargli un senso di completezza.

Per pubblicare un podcast occorre creare il feed RSS, un formato che rende scaricabile il file da qualsiasi piattaforma in cui è pubblicato; il modo più semplice è usare un blog: Google ne offre uno semplicissimo, Blogger.com, dove registrarsi facilmente; mentre su Feedburner.com, è possibile poi gestire i propri feed e configurare le impostazioni del proprio podcast.

Se non si dispone di un proprio sito internet, ce ne sono alcuni che permettono di ospitare i podcast attraverso la semplice registrazione.

Alcuni sono a pagamento, tipo il Libsyn, che offre, addirittura, una sezione guida per i principianti, mettendo a disposizione strumenti di pubblicazione, RSS per iTunes, sito Web e tutto ciò che occorre per “formare” un podcaster;  inoltre, permette di caricare un numero notevole di file e di misurare con esattezza quante volte viene scaricato il podcast.

Un sito di facile utilizzo e assolutamente gratuito è Spreaker, sul quale, una volta effettuata la registrazione, basterà personalizzare la propria pagina e caricare i propri podcast. Molto diffusa è la relativa applicazione per iPhone e Android che ha un’interfaccia semplice ed intuitiva, attraverso la quale si possono ascoltare podcast sia live che in differita, navigando tra le schede Near You, Popular e Your Favorite.

A questo punto, non resta altro che distribuire il proprio prodotto. Un canale privilegiato risulta essere iTunes: registrarsi sulla pagina iTunes Music Store, caricare e condividere il proprio podcast, darà la possibilità di avere una diffusione globale in pochissimo tempo; basterà inserire i tag giusti e “spammare” il più possibile sui social network i propri file.

L’avvertimento è di prestare sempre molta attenzione a quello che si fa e che si dice in web. Essere in rete non è sempre facile e bisogna essere pronti a tutti i giudizi, positivi o negativi che siano. Ma anche questo è un modo per confrontarsi e crescere.

Buon lavoro, podcaster!

 

Articolo a cura di Donatella Santo

 

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