HomeMagazineQuintino Ralli: la voce che annunciò all’Italia la resa nazista

Quintino Ralli: la voce che annunciò all’Italia la resa nazista

«L’Allemagne s’est rendue, la guerre est finie!». Con questo annuncio, alle ore 14.00 del 7 maggio 1945, Radio Algeri trasmise la notizia della resa nazista. All’ascolto c’era, casualmente, anche il caporale Quintino Ralli. Il giovane era giunto un paio di anni prima a Bortigali, piccolo paese in provincia di Nuoro che aveva dato i natali alla prima radio libera italiana Radio Sardegna. Era manutentore delle apparecchiature ascolto, dattilografo dei notiziari nonché ricettore e trasmettitore di messaggi radio.

L’uomo, oggi 94enne, intercettò, e ritrasmise per primo in Italia, la sensazionale notizia. L’episodio, non riportato da fonti ufficiali, giornali o libri di storia, è però vivido nei suoi ricordi e nei racconti che da anni tramanda, orgoglioso, a figli e nipoti, lui che la radio l’ha sempre amata e ascoltata, sin da giovane, sin da quel lontano 1945. Al Corriere ha dichiarato: «Sono uno che non ha mai abbandonato la cuffia, ascolto la radio anche quando dormo».

Quel giorno, quando si fece la storia, lui aveva smesso di lavorare verso le 14 e si era messo a “spiare” Radio Algeri attraverso una piccola radio ritrovata tra i rottami di un quadrimotore bombardiere americano abbattuto dai tedeschi. Nelle orecchie un paio di cuffie che conserva ancora oggi. All’improvviso, l’annuncio inaspettato. «Mentre cerco di intercettare una radio sul continente, sento quella voce. Un’emozione indimenticabile, sono corso al comando e balbettavo».

Ralli ricorda con gioia quel momento, culmine di anni difficili, segnati da guerra e povertà. Ricorda con soddisfazione ed orgoglio quel fatidico giorno della resa nazista, a maggior ragione perché il suo annuncio al microfono arrivò ben 6 ore prima di quello ufficiale da Roma. Addirittura, la radio di Bortigali riuscì a rilanciare la notizia venti minuti prima di Radio Londra (Bbc). Tra i ricordi più preziosi, una cartolina che un amico gli spedì dall’Olanda, nel maggio ’45, in cui gli scrisse: «Ho saputo della fine della guerra dalla tua radio, grazie».

 

Articolo a cura di Giusy Dente

Fonte: milano.corriere.it

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