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Troppe radio o poca passione?

Troppe radio o poca passione?

E’ un dato di fatto. Tante sono le radio che campeggiano nell’universo dell’ FM.
Una vera e propria proliferazione di emittenti che si vanno a collocare all’interno di un circuito mediatico che non smette mai di accrescere il suo “share” grazie ad un fascino ineguagliabile.

I “radiofonici” più maturi sicuramente avranno notato la differenza rispetto agli anni passati, in cui alcune radio storiche hanno lasciato il testimone a quelle che oggi sono maggiormente gettonate, vedi i grandi network, ai quali sono state cedute magari potenti frequenze, oggetto di  rimpianti da parte di editori radiofonici di una certa età.

Sono svariati i ricordi che si perdono dinanzi al racconto di momenti indimenticabili vissuti probabilmente  da coloro tuttora presenti, sempre lì, in uno studio radiofonico ad esprimere la loro grande passione. La stessa che, se carente, potrebbe portare ad una perdita della radio. In alcuni casi, succede così.

Certo, qualcuno potrebbe giustificare la chiusura delle emittenti parlando di crisi economica, ma secondo il nostro modestissimo parere, ad essa se si affianca anche una perdita di volontà, insomma, voglia di fare da parte di proprietà e staff in generale, inevitabilmente i problemi aumentano e le conseguenze sono poi irreparabili.

Come abbiamo spesso riportato nei nostri articoli, lavorare in radio significa essere parte di un’equipe in grado di tendere ad un unico fine, di solito imposto a priori, secondo una linea editoriale a cui tutti i componenti dell’organico devono attenersi per il corretto svolgimento delle attività in toto.

Ogni problema quindi deve essere risolto: da quello più spiccatamente tecnico, come la diffusione del segnale etc, sino a quello di carattere strettamente organizzativo come ad esempio, la realizzazione di un palinsesto serio ed adeguato che si basi sull’identità reale della radio di riferimento.

A tutto questo, come si diceva, deve però fare da contorno una passione, vera, che parta dal cuore, affinché ogni singolo aspetto possa avere la sua importanza al fine di evitare problemi futuri.

Mettere su una radio o, considerando le nuove tecnologie, una web radio, significa impegnarsi a fondo e non allestirla solo per il “gusto” di averla, fare ciò che si vuole, senza rigore o interesse.

Come tutti i lavori, anzi, forse ancora di più in questo c’è bisogno di grande spirito di sacrificio, lo stesso che gli speaker “ in erba” investono quando cominciano a militare in piccole emittenti, importante “palestra” per un dignitoso salto di qualità.

Insomma, è bello sapere che tante sono le radio che contraddistinguono il circuito nazionale, ma altrettanto fantastico è venire a conoscenza di realtà che, nonostante tutti i problemi o le spese alle quali devono far fronte, sono sempre protese a rinnovarsi, senza interruzione, ma spinte semplicemente dall’abnegazione nei confronti di un “gioiellino”che non vogliono perdere. E la forza sta in proprio in questo.

Quindi, complimenti a loro e a chi continua senza sosta, sulla scia dei grandi predecessori, a portare in alto la bellezza e l’essenza di un media che non ha eguali.

 

Articolo a cura di Maurizio Schettino

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