HomeMagazineLettera a Radio Deejay: Grande da trent’anni…

Lettera a Radio Deejay: Grande da trent’anni…

Cara Deejay, nel 1982 non c’ero ancora e non potrò mai avere il privilegio di rispondere, quando qualcuno mi chiederà la data, di essere nato nel tuo stesso anno. Molti direbbero “per fortuna”, dal momento che raggiunti “i trenta” si vocifera si debba mettere la testa a posto, ma se c’è una cosa che ho capito è che nel tuo caso sarà davvero improbabile che succeda (per fortuna).

Sai, ieri sera al Mediolanum Forum di Milano, tra le migliaia di persone venute a festeggiarti, c’ero anche io ed ogni minuto che passava ho avuto la sensazione di assistere a qualcosa di veramente unico, che solo tu potevi fare. Se penso che gran parte dei più grandi personaggi della radio, della televisione, dello spettacolo o della musica di questi ultimi trent’anni erano lì per te, perché li hai visti e fatti nascere, capisco quanto sei stata rivoluzionaria e quanto hai saputo e sai ancora essere un faro nell’universo radiofonico.

Mi è piaciuta molto l’idea di ripercorrere questi tuoi trent’anni di vita come farebbe ognuno di noi: con la musica che lo ha accompagnato e con le persone che ha trovato sulla sua strada. Così ci siamo davvero emozionati nel vedere sfilare dei ragazzi vestiti secondo le mode degli anni ’80, ’90 e 2000, mentre in sottofondo ascoltavamo quelle canzoni che sono diventate “le colonne sonore” di quegli anni e che molto spesso sei stata proprio tu a lanciare.

La sensazione che abbiamo provato è stata quella di far parte di una grande famiglia, fatta di voci e di volti che, indossando le vesti di padri, madri, fratelli maggiori o zii, ci hanno tenuto compagnia nel corso degli anni mentre studiavamo, lavoravamo, ridevamo, piangevamo, gridavamo, ma, soprattutto, crescevamo. Credo sia questo ciò che dà alla radio quel tocco di magia e quello che fa provare a chi la fa emozioni indescrivibili.

Se vuoi vedere tutte le foto guarda il nostro “Album sui 30 anni di Radio Deejay”.

Per comprendere il legame indissolubile che si è creato tra te e i tuoi ascoltatori ti basti pensare che non passava secondo senza che sentissi in sottofondo persone che si raccontavano a vicenda del giorno in cui, “in quel programma è successo…”, “poi ha detto…” e così via. Tra la miriade di persone incontrate, di tutte le età, è stato bello parlare con chi, come molti di noi, non ama solo ascoltare la radio, ma ha sentito nascere dentro di se quella passione che ti spinge ad accendere un microfono per parlare alla gente che ti ascolta.

Sappi che in tantissimi casi, la causa scatenante di questa desiderio irrefrenabile di trasmettere sei stata proprio tu e la voglia di provare le stesse emozioni che i tuoi speaker, con le loro voci, ci hanno regalato nel corso degli anni. Gerry Scotti (che ha raccontato il brivido di essere stato il primo a parlare sulle tue frequenze), Amadeus, Baldini, Fiorello (che ci hanno fatto ridere), Jovanotti (che ci ha deliziato cantando e rievocando i programmi al fianco di Albertino), Paoletta, Mila (e ogni volta senti che stai dimenticando un’infinità di nomi) per arrivare a Linus (il “capo banda”, regista e presentatore della serata), Albertino (un deejay fuoriclasse), Fabio Volo (che ha cantato una canzone di Al bano), il Trio Medusa (si sono improvvisati giornalisti), Nikki (che ha suonato con Max Pezzali), Platinette (che si è esibita in un ballo), la Pina e Diego (che hanno seguito e intervistato gli ospiti) e tanti altri.

Ieri sera c’erano proprio tutti, il passato e il presente di radio Deejay. Ogni volta mi chiedo quale sia stato il loro, il vostro segreto. Sicuramente hai sempre voluto fare di testa tua, andando fuori dagli schemi e distinguendoti da ciò che era “già visto e già sentito”, premiando coloro che, vestendo i panni di loro stessi (essendo autentici al 100%, ecco l’arma vincente), hanno avuto la capacità e il coraggio di innovare. Questo è quello che io e tutti noi che amiamo far radio, cerchiamo di imparare giorno per giorno da te e da chi lavora in via Massena.

Ho capito che l’ascoltatore deve essere amato, deve divertirsi e stupirsi allo stesso tempo; ho capito che non ci deve essere un distacco, anche solo virtuale, tra chi parla e chi ascolta perché la radio è di tutti, bisogna sempre “fare squadra”. Ho imparato che per far star bene le persone, ci vuole tanta bella musica che però da sola non basta, perché viene privata della sua importanza se non è accompagnata da un’abbondante dose di chiacchiere in amicizia. Ho avuto la conferma che la radio sa trasmettere quelle emozioni che non arrivano guardando la tv.

E’ per questo che ti sarò, ti saremo per sempre grati. Tu continua così e vedrai che tra dieci anni saremo qui, ancora più numerosi, a festeggiarti in allegria! Sono sicuro che queste mie righe non saranno le sole e che tante altre persone, come me, hanno qualcosa da dirti. Per questo lascio a loro la parola…

.Articolo a cura di Mattia Savioni

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