HomeMagazineLa Radio e le Notizie Banali: un binomio ormai tristemente consolidato

La Radio e le Notizie Banali: un binomio ormai tristemente consolidato

Vale più o meno per tutti i tipi di programmi radiofonici, ma sono convinto che chi si trova a dover condurre una trasmissione di intrattenimento in radio corre maggiormente questo rischio: quello di essere banale, scontato e talvolta inascoltabile. Questa riflessione mi è venuta proprio facendo caso a ciò che, di tanto in tanto, viene messo in onda nelle piccole radio, ma anche (ormai troppo spesso) nelle radio nazionali.

Il problema è proprio l’argomento di cui si parla, o di cui si chiede conto agli ascoltatori. E’ vero che un Network deve per forza di cose puntare ad intrattenere il pubblico, ed è vero che la radio in senso “moderno” probabilmente è fatta di questo, per la maggior parte. Bisogna però dire che spesso mi capita (pur essendo un ascoltatore accanito) di essere quasi “nauseato” al sentire notizie di una stupidità sconcertante o di una “scontatezza” disarmante.

Certo, non sto dicendo che si debba parlare di filosofia dei massimi sistemi (anche se a mio avviso in radio si potrebbe discutere di qualsiasi cosa), ma neanche che ad ogni ora della giornata si debba fare i conti con speaker che ci chiedono di partecipare o cercano di coinvolgerci puntando tutto su argomenti scontati. Dopo questa constatazione però, ho provato ad analizzare in maniera “oggettiva” (almeno spero) quelli che possono essere i fattori che inducono un conduttore a dire o proporre argomenti troppo banali, provando a trovare anche delle soluzioni, dato che io per primo credo di cadere troppo spesso in questi “tranelli”, specie quando mi trovo a realizzare la scaletta per un programma.

Certamente una delle cose più importanti di cui tenere conto è il tempo. Non sto parlando di quello della diretta, ma di quello necessario a preparare un buon programma. Spesso infatti, chi come me fa radio per passione o la vive come un sogno (trovandosi a fare i conti con un’altra realtà lavorativa tutti i giorni) si riduce, per stanchezza o mancanza di altri momenti, a preparare un programma in pochi minuti o addirittura (cosa peggiore) pochi istanti prima di andare in onda. E’ chiaro che in questo caso, a meno che lo speaker in questione non sia un mago o non abbia una redazione tutta per lui, difficilmente potrà parlare di argomenti “di sostanza”, perché inevitabilmente sarà più facilitato a dire qualcosa che è sulla bocca di tutti o che si possa memorizzare nel giro di pochi secondi.

Nessuno ha mai detto che fare radio non sia (oltre che stupendo) anche impegnativo, per cui la soluzione a questo tipo di problema è certamente quella di imporsi o di ritagliarsi degli spazi che inevitabilmente debbano essere riservati alla preparazione dei temi di cui parlare in onda, insieme agli ascoltatori.

Altra causa di “banalità on air” sono le fonti da cui attingiamo per raccontare qualcosa a chi ascolta. Anche queste ultime sono importanti. Non si può pensare di risolvere sempre tutto andando sul primo sito Internet a disposizione o su quello che ci può garantire al 100% notizie inutili ed irrilevanti. E’ buona regola cercare approfonditamente, non accontentarsi mai e subito di quel che si trova, non scartare mai nulla, ma prendere spunti più disparati da diverse fonti e poi “passarli al setaccio” selezionando i migliori.

Infine, non bisogna dimenticarsi che il livello di approfondimento con cui si conosce un tema, un argomento, un articolo, condizionerà inevitabilmente il modo in cui lo diremo agli altri. Non possiamo raccontare qualcosa parlandone come se stessimo giocando a parole crociate e il fatto di conoscere a fondo una tematica ci sarà utile perché potremo, a nostro piacimento, scartarne gli aspetti meno interessanti o puntare tutto su un punto di vista che riteniamo importante.

Insomma, non sto dicendo che in radio bisognerebbe sempre e solo parlare di tematiche serie o di contenuti interessanti anzi, sono il primo ad amare la radio proprio per il suo carattere di fedele compagna nei momenti di svago. Credo solo che ogni tanto, non limitarsi a prendere la prima notizia vista mentre navighiamo in rete o detta e ripetuta per tutta la giornata da ogni mezzo di comunicazione potrebbe essere già un bel passo avanti. Quindi siano benvenuti lo spirito di improvvisazione e la bravura di uno speaker, ma non trascuriamo il fatto di avere a che fare con un mezzo che parla a delle persone pensanti dotate di cervello, che non vogliono farsi annoiare da noi.

Cerchiamo di mettere sempre qualcosa di nostro, per rendere la notizia meno “impersonale” e facciamoci ispirare da Social Network, Internet o dalla carta stampata, senza farli diventare però una sorta di pozzo da cui pescare a caso quello che ci serve. Sarebbe divertente stilare una classifica dell’argomento o della notizia più interessante e curiosa (o banale e scontata) che avete sentito alla radio! Che ne dite?

Articolo a cura di Mattia Savioni

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