HomeMagazineApre la nuova sede di Radio Pico distrutta dal terremoto in Emilia

Apre la nuova sede di Radio Pico distrutta dal terremoto in Emilia

L’Emilia è una terra forte, indomita che ha saputo rinascere anche dalle ceneri di un cratere sismico che ha devastato una regione, provocando morti e migliaia di danni. La storica sequenza sismica del maggio-giugno 2012 che ha fatto tremare la pianura padana per ben ottocento volte nell’arco di appena nove giorni, ha avuto il suo clou il 29 maggio dove in pochi secondi, una scossa di 5.8 di magnitudo della scala Richter  con movimento ondulatorio e sussultorio, colpì gravemente la provincia di Modena, ferendo al cuore paesi come Mirandola, San Felice sul Panaro e Finale Emilia. Le scosse e i fenomeni di liquefazione si inquadrarono perfettamente nell’area sismogenetica delle Pieghe Ferraresi. Lo scontro fra placche la causa principale del fenomeno che si avvertì in tutto il Nord Italia.

Un evento che scosse l’intero Paese e che ancora oggi è ricordato con grande commozione dagli italiani. Gli emiliani, popolo determinato e grintoso, non si sono dati per vinti, ma coalizzandosi hanno creato anche dei poli di eccellenza come il marchio “Terre Mosse” che identifica e valorizza le aziende del territorio emiliano che sono state fortemente danneggiate dal sisma del 2012. Tra queste spicca la storica emittente radiofonica di Mirandola, Radio Pico.

Anche Radio Pico, infatti, nel maggio del 2012 è stata fortemente colpita dal terremoto. La redattrice Alice Sabatini ricorda quei giorni tragici “Gli studi occupavano gli ultimi due piani del palazzo più alto della città, può immaginare cosa sia accaduto quando la terra ha iniziato a tremare.” Il resto è storia, fotografata e documentata ampiamente. Studi, microfoni, attrezzature sono rimaste sepolte dalle macerie e dai mobili, ma la radio non si è fermata per rimanere a fianco della sua gente.

Tra solidarietà ed impegno civile ed artistico Radio Pico ha proseguito il suo percorso, sostenuta dai big del panorama radiofonico e musicale italiano e senza contributi statali ne regionali ha inaugurato ieri i nuovi studi radiofonici altamente digitalizzati nei locali storici dell’emittente con una diretta non stop di tredici ore.

Lo speaker Giacomo Borghi testimonia la rinascita della radio con parole decise La nostra redazione era al settimo piano, poi ci siamo spostati, prima in un camper, poi successivamente in container perché era tutto inagibile. Siccome la sede è di nostra proprietà abbiamo deciso di investire e siamo riusciti a ricostruire un ambiente innovativo e all’avanguardia”

Ma le motivazioni profonde alla base dell’azione di sostegno condiviso al territorio si polarizzano nelle dichiarazioni dell’editore Alberto Nicolini “Volevamo creare un luogo che potesse andare bene per i prossimi trent’anni e ce l’abbiamo fatta. Ormai sono 37 anni che Radio Pico è presente a Mirandola e siamo determinati a rimanere. È il nostro paese e in questo anno e mezzo ci sono stati valori come determinazione e voglia di lavorare che hanno spinto sia noi ma anche i tanti imprenditori e aziende a non mollare. C’è un forte senso di appartenenza che ci ha aiutato a crescere e innovarci anche attraverso questa tragedia

La voglia di ricominciare, di ricostruire vite spezzate è stata al centro anche delle iniziative che Radio Pico ha sostenuto in questo periodo, una fra tutte, la raccolta fondi per la ricostruzione degli asili nido, perchè partire dai bambini era fondamentale e doveroso.

Ieri la grande festa per la riapertura ufficiale della nuova macchina motrice della radio è stata salutata da ospiti illustri come Paolo Belli, Gianni Morandi, Piero Pelù, Renzo Arbore, Nek, Matteo Macchioni, Beppe Carletti, Luca Carboni, Roby Facchinetti che hanno lasciato un’impronta, ma questo giorno è stato vissuto anche con un pizzico di rabbia “La nostra speranza era di riuscire a vincere il bando per l’innovazione tecnologica promosso dalla Regione Emilia Romagna – ricorda l’editore Nicolini – ma, pur conquistando un ottimo punteggio in graduatoria, il finanziamento stanziato per quel bando non era sufficiente nemmeno per un terzo dei vincitori, così noi, come molti altri, non abbiamo ricevuto nulla.

E fa rabbia, specie se si pensa a cosa succede in certi consigli regionali, a come qualcuno spende i soldi pubblici. Convocano conferenze stampa fregiandosi del merito di aver avviato un bando e poi non gli garantiscono sufficiente copertura, inducendo molti, come noi, a spendere denaro per partecipare, solo per scoprire che si trattava di un’altra promessa non mantenuta

La rinascita di una radio dalle fondamenta, è solo un tassello di una grande opera di ricostruzione di un intera regione, ma è significativa. L’Italia riparte anche dall’Emilia Romagna.

Fonti: Terremossemilia.it; Radiopico.it; GazzettadiModena.gelocal.it

Articolo a cura di Nicoletta Zampano

Radio Pico –  Video-testimonianza di Radio Pico dopo il terremoto del 2012

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