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Radio e Tv, complici o antagoniste?

Come il giorno e la notte. Come il sole e la luna. Come C. Ronaldo e Messi. Come Vasco e Ligabue. La radio e la televisione vivono un dualismo infinito, nato molto tempo fa e tuttora presente.

A torto o ragione, nonostante negli ultimi anni nuovi mezzi di comunicazione si siano affermati nel mercato mondiale, la radio e la tv sono sempre state protagoniste di una lotta perenne, di ascolti rubati, di pubblico diviso e di incompatibilità alla base.

Ma ora basta, credo sia ora di finirla con questa divisione senza senso e penso che si potrebbero iniziare a vedere questi due mezzi come cugini, se non proprio fratelli, comunque come due opportunità di comunicazione che possono convivere e trovare tratti comuni. Come i cugini, che si incontrano ogni tanto, non sempre, ma che quando si vedono sono felici di stare insieme.

La televisione nasce dopo la radio e porta con sé un’incredibile innovazione: la presenza dell’immagine, che da un senso ed un “volto” ai suoni, alle parole. La radio, dal canto suo, ha sempre accompagnato le persone durante gli spostamenti, fa sentire buona musica, è stata compagnia, passatempo e si poteva tenere comodamente in tasca, in ogni momento. Nonostante tutte le moderne tecnologie queste due cose, di base, non sono cambiate e non cambieranno mai.

O forse era quello che si pensava un tempo, perché per alcuni versi ora non è più così. Partiamo con l’esempio di “Viva Radio 2 minuti”, dove Fiorello propose in tv, su Rai Uno, lo stampo e le fortune del suo programma in radio. Ma non è ancora abbastanza, perché ora si parla anche di simultaneità: ad esempio “Deejay Chiama Italia”, con Linus e Nicola Savino, che su Deejay Tv ogni mattina aprono le porte della diretta e svelano i fuori onda, mostrando tutto quello che succede negli studi di Milano, senza mai spegnere le telecamere. Quello che si sente in radio è quello che si vede in tv, contemporaneamente.

Non ultimo il caso di Santoro; il suo ritorno, con il programma “Servizio Pubblico”, sfrutta addirittura una multipiattaforma: diretta su Sky, tv locali, Web e Radio Capital. Anche qui televisione e radio vanno di pari passo. Senza contare l’ormai noto alternarsi di conduttori televisivi che si cimentano in campo radiofonico e viceversa.

Per quanto mi riguarda, radio e tv possono benissimo viaggiare sullo stesso binario, sfruttando le infinite possibilità che oggi offrono le nuove tecnologie.

E voi che ne dite, siete più “televisivi” o “radiofonici”? Siete del partito che mette in opposizione radio e tv a prescindere, oppure credete che si possa trovare una soluzione che le faccia “lavorare” insieme?

E se lo credete, che soluzioni suggerite? Avete qualche idea in testa? Provate a trasformarvi in “autori per una notte!”

Articolo a cura di Nicola Zaltieri

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