HomeMagazineLa storia, la voce, l’ascolto: cento anni di radio in un libro

La storia, la voce, l’ascolto: cento anni di radio in un libro

La radio ha la capacità di inserirsi negli ambienti più disparati. In qualità di mezzo sonoro, riempie e si adatta all’ambiente in cui viene accesa. L’ascoltatore viene abbracciato dalle sue sonorità indipendentemente da ciò che sta facendo. Tutto il mondo è immediatamente vicino, quasi tangibile. Chiunque può ascoltarla. Evoca ricordi e fa da sottofondo a momenti speciali.

La radio, prima ancora della televisione, ha raccontato in maniera diretta e precisa tutto quello che accadeva nel mondo: la guerra, le grandi rivoluzioni, la politica, gli avvenimenti culturali e sportivi; ha letto libri e portato virtualmente la gente a teatro ad ascoltare l’opera. Tutto semplicemente muovendo una manopola.

Raffaele D’Avanzo, medico nato nella provincia napoletana, decide di raccontare tutto questo attraverso i suoi ricordi personali – “sono cresciuto tra radio e televisori nel negozio dei miei genitori (…) tra i modelli della Geloso, Philips e Siemens, ma anche dei ‘fonobar’ – ma soprattutto attraverso gli episodi storici che hanno reso la radio protagonista nel tempo.

Scritto insieme alla moglie Rosa A. A. Russo, “D’onde radio. Dai cursori al web: storia di una rivoluzione italiana” (2003 – Graus Editore) è un libro di costume sulla storia della radio italiana: ne affronta l’evoluzione tecnologica da Marconi al web riportando le opinioni di coloro che ne hanno vissuto gli esordi e l’hanno vista evolversi, piegarsi al regime fascista e poi nuovamente aprirsi al mondo dello spettacolo e della cultura.

Il libro è ricco di immagini d’epoca e di personaggi che hanno raccontato l’Italia attraverso la radio. Vi è anche un’interessantissima antologia di apparecchi radiofonici, come se si stesse visitando il  Museo della Radio e della Televisione a Torino. Una scrittura piacevole e fresca; un’accurata ricerca bibliografica ed iconografica curata da Angelinda, Brigida e Carmine (figli degli autori); una postfazione sui musei della radio a cura di Piero Antonio Toma; una simpatica quarta di copertina affidata a Ciro Cacciola.

Come la radio di per sé eleva la componente emozionale e partecipativa di chi l’ascolta, allo stesso modo questo libro fa rivivere, in chi lo legge, le atmosfere e le sonorità dell’epoca d’oro del primo vero mezzo di comunicazione di massa.

Articolo a cura di Donatella Santo

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