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Ringo contro la radio di oggi: "Torniamo a creare vivai di talenti!"

“Torniamo a creare vivai di talenti!”: Ringo si racconta a Libero.it.

Il conduttore di Virgin Radio, l’emittente del gruppo Radio Mediaset, ha parlato di sé e del panorama musicale e radiofonico di oggi. Parole molto dure e con tono di rabbia.

Inizialmente ha fatto riferimento al cattivo gusto musicale di oggi: “La gente è stata disabituata a scegliere la qualità. È altissimo il numero di persone che vanno sul commerciale, e che la qualità nemmeno più la accettano, perché costa troppo. I suoni e testi riflettono lo stato della società. Che oggi è trash. Uno che fa musica impegnata non emerge”.

Dopo aver parlato di politica, non risparmia nemmeno i talent show: “In 15 anni, quanti nomi ricordi che hanno funzionato? Due, tre? Non è poco rispetto a migliaia di partecipanti? Sono artisti tarati per la tv, fuori dal programma non combinano niente. Ragioniamo: se hai una pizzeria gourmet e vendi la pizza a 20 euro, ma dopo un mese ne aprono 4 economiche affianco alla tua, che mozzarella ci metteranno sopra? Giocando a ribasso, ne paga tutto. Fate pure i vostri noiosi talent, ma non rompetemi le palle col fatto che non troviate qualità e talenti in Italia”.

Niente di buono anche in tv: “Se andiamo avanti a serie, i film e gli attori spariranno. Non essendoci più la possibilità di pagare attori veri, chiami quelli da quattro soldi. E, a pagare il prezzo più alto, sarà il talento. Riabituiamo i brand ad investire sulla qualità. Non possono esserci 2 spot in tv in cui vedi o senti Rovazzi. Non ce l’ho con lui, ma con ciò che rappresenta. Uno spot, un tempo, lo facevano Patty Pravo o Mina, star vere. Adesso lo facciamo fare ad uno che ha fatto una canzone demenziale e poco altro nella musica. Su quali basi lo fai diventare una star milionaria? Cerchiamo delle rockstar vere!”.

La trap, un nuovo genere che non sopporta: “Trasgressione zero. Fanno le stesse cose che facevamo noi nel ’78. Si tingono i capelli, si tatuano, indossano spille ed orecchini. Solo che, quarant’anni fa, il punk cantava la ribellione, la voglia di esplodere. La ribellione odierna sta ne calarsi di MDMA per sentirsi meglio?”.

La musica?: Non sopporto questi fiumi di reggaeton americano ed inglese. Ma sopratutto, quello degli italiani, che, per tenere la nota identica ai suoni del genere, che non ci appartiene, storpiano le voci, facendo finta di cantare in inglese, ma poi sono parole italiche. Ricordano Frank Sinatra, quando cantava in italiano e ci pigliava per il culo. Un cantilena terribile, che le radio non ci risparmiano, ovviamente”. 

Poi il riferimento alle radio generaliste: “Quasi 3 milioni di ascoltatori, per una radio di genere, come quella che faccio, che sarebbe per certi versi ‘di nicchia’, ne valgono almeno 10 di una generalista. Mi impongo di ascoltare gli altri, spesso mentre viaggio. Le notizie si ripetono, e non esiste ricerca nel differenziare l’informazione in onda. Molti speaker si sono ridotti a dare ricette: le ho sentite a mezzogiorno, poi alle 15, e alle 18. Quando pongono quesiti più seri, il testimonial non c’entra niente con l’argomento, del tipo: parlano di legge e chiamano uno chef a rispondere. L’importante è che sia un personaggio celebre”. 

Secondo Ringo, molti giovani speaker di oggi non hanno talento“Il trend, negli ultimi anni, è stato mandare in onda gente a cui non frega un cazzo della musica, ossia pseudo attori, ex veline, influencer. La radio paga chi porta click. Vedo tanti giovani che, anziché cercare notizie diverse o inventare slogan, cosa che non fa più nessuno, perdono tempo a fare i selfie davanti al microfono. Torniamo, piccoli e grossi, a creare vivai di talenti! Arrivano in onda ragazzi che non sanno muovere un cursore o aprire un microfono, non sanno cosa sia un campo vibrante. Un ragazza, anni fa, mi chiese: Cosa sono i Larsen, una piccola band?”.

Per il dj di Virgin Radio, in certe radio mancano grandi direttori:“Gente che vigila sul serio non ne vedo. Se una canzone è una tamarrata, non devi programmarla. A Virgin sto attento, e più di qualche artista l’ho lanciato, anche se non italiano, potrebbe obiettare qualcuno. Non è vero che seguiamo tutti ‘gli algoritmi’. Nella mia radio, a scegliere ci sono professionisti come Alex Benedetti, Pf Colombi e Barbara Terrile, tra gli altri. Quando arrivano i dischi nuovi, ci sediamo tutti assieme ad ascoltarli. C’è il contributo umano di ognuno di noi. Siamo lì ‘tutti’. E questo manca in molte radio, oggi. Ecco perché, alla fine, vengono soverchiate dal marketing, dal commerciale, dalla più becera richiesta popolare. La tv, per finire, disturba. Chi fallisce da quelle parti, ce lo ritroviamo spesso in onda”. 

Non sposa nemmeno il ritorno al vinile:“Non è manco revival. Il ragazzino che compra maglietta e vinile degli Iron Maiden e posta la foto su Instagram. È uguale a Chiara Ferragni. È solo un poser. Prova a fargli delle domande su quel disco senza Wikipedia alla mano. Non sa un c***o”.

Da 12 anni a Virgin Radio: “Virgin è stato il primo network rock italiano nazionale, e nacque in un periodo di crisi nera. Facciamo tanto, anche con la tv, ed è tutto gratis. Non è facile sopravvivere. A molti gliela farei spegnere, e farei ascoltare loro altre radio, per vedere cosa pensano del resto. Tra l’altro, i cari amici di Spotify Italia hanno copiato la mia Macchina del tempo da Revolver. Perché le cose non le facciamo assieme?”.

Poi i programmi per il futuro: “So benissimo che non posso andare avanti all’infinito, ma fino a quando non esce qualche giovane che mi spodesti, io vado avanti. Mi vedo molto come Clint Eastwood e Iggy Pop. Vecchi ma bastardi. Il corpo è invecchiato, l’anima resta rock and roll e famelica. Vorrei tornare a lanciarmi col paracadute. Mai dire mai”.

Ringo ha trasmesso in diretta anche ad agosto:“È come una gara del MotoGP. Ogni giorno metti la benzina, cambi le gomme, a volte fa il miglior tempo, altre sta nei primi 10. Ma resta una moto da gara. Finché il motore regge, io i campionati li voglio correre”.

Articolo a cura di Francesco Pinardi

Francesco Pinardi

Francesco Pinardi

Conduttore radiofonico, speaker, giornalista e studente di Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Torino. Leggi i miei articoli

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