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Il Ruolo Fondamentale del Tempo nel fare Radio

C’è chi dice che “il tempo è denaro”, indipendentemente dal fatto che ciò sia più o meno veritiero, una cosa fondamentale da dire è che per chi fa radio il passare del tempo è una cosa tutt’altro che secondaria e che pertanto deve essere attentamente presa in considerazione. Se vi state chiedendo in che modo uno speaker radiofonico, o più genericamente chi lavora in radio, possa avere a che fare con il tempo, sappiate che la risposta è “in molti modi, per svariati motivi”.

Sarà importante allora, andare a “scoprire” più nel dettaglio di cosa stiamo parlando. Tanto per incominciare, ma questo è un concetto che può essere esteso a svariati e molteplici ambiti, chi lavora in radio deve sapere che non sono ammessi ritardi. Non esistono scusanti come “è caduto un meteorite su casa mia” o più semplicemente “ho fatto tardi per il traffico”. Un vero professionista si riconosce anche e soprattutto da questo.

Il palinsesto radiofonico è strutturato in maniera tale che non siano concessi (salvo cause eccezionali) ritardi di ogni tipo. Per intenderci, se il vostro programma incomincia alle 21.00 non è ammissibile che una volta parta alle 20.52 e l’altra alle 21.13. Se arrivate tardi ad un appuntamento con la vostra ragazza/il vostro ragazzo che succede? Vi lascia? Bene, sappiate che anche il direttore della radio potrebbe fare lo stesso e ne avrebbe tutte le ragioni! Insomma, stiamo o non stiamo andando a fare una delle cose più belle del mondo? 

Spesso si ha a che fare con il rispetto del tempo anche nel corso del proprio programma radiofonico. Esistono infatti degli elementi “extra” rispetto alla trasmissione quali spot, promo, pubblicità in campagna elettorale, notiziari, meteo, ecc ecc, che devono essere mandati in onda, spesso per motivi anche contrattuali, ad una determinata ora, senza che vengano tollerati neanche minuti (o alla peggio secondi) di ritardo.

Il tempo è fondamentale anche per chi fa lo speaker e lo è principalmente per due ragioni. Innanzi tutto chi parla non deve dilungarsi eccessivamente, perché non si può pretendere che l’ascoltatore presti attenzione a quel che diciamo per decine di minuti. Inoltre, chi conduce un programma, sa che solitamente c’è una scaletta da rispettare, fatta di appuntamenti, canzoni e quant’altro, che non possono (o non dovrebbero) essere saltati e trascurati per nessun motivo.

Da ultimo, anche se di minore importanza, è interessante ricordare come il tempo atmosferico e lo scorrere delle stagioni possano diventare elementi rilevanti all’interno di un programma radiofonico. Per intenderci, se andate in onda l’ultimo giorno di Settembre e decidete di mettere una canzone “a tema” (come “Wake me up when September ends” dei Greenday, per esempio), potrebbe essere certamente una bella idea, così come in caso di neve su tutta la Penisola si potrebbe decidere di passare “Let it snow! Let it snow! Let it snow!”. Volenti o nolenti dunque, chi lavora in ambito radiofonico (dai tecnici agli speaker) non può non tenere conto del tempo, che è un elemento “astratto” che però sta alla base dei programmi e delle trasmissioni di un’emittente.

Quello che mi piacerebbe sapere da voi è se quando siete in radio cercate e riuscite a rispettare le tempistiche di cui abbiamo parlato oppure no. C’è qualcuno che vi chiede di farlo (direttori, editori, registi…)? Tutto ciò lo vedete solo come un obbligo o anche come un dovere? Che idea avete in merito al legame tra tempo e radio di cui abbiamo parlato? Forza, è il vostro momento!

Articolo a cura di Mattia Savioni

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