Licenziati in diretta: due Speaker si sfogano con gli ascoltatori
Dura la vita dello speaker radiofonico. All’apparenza può sembrare tutto rose e fiori, ma oltre al lavoro quotidiano da eseguire con grande meticolosità, oltre alla parte prettamente tecnica del mestiere, è richiesta la capacità di stare al di sopra delle polemiche, di accettare le critiche e alle volte persino gli insulti degli ascoltatori.
É caldamente consigliato non portare in trasmissione le proprie vicende personali, cercare di non far trasparire i propri malumori e i propri turbamenti; chi vi ascolta se ne accorgerebbe e non esiterebbe a cambiare stazione.
Tutto questo non fa un piega, ma fare radio è un lavoro, e come in ogni altro ambiente professionale può capitare di trovarsi di fronte a situazioni assolutamente imprevedibili; a volte così imprevedibili che nemmeno il più integerrimo dei professionisti sarebbe in grado di mantenere la dovuta freddezza.
Ne è la dimostrazione il caso di Ben Finfer e Alex Quigley, due speaker di Chicago, fino a qualche giorno fa in onda sugli 87.7 FM.
La loro carriera radiofonica ha subito uno stop improvviso e decisamente inatteso; nel bel mezzo della diretta i due speaker hanno aperto i rispettivi profili twitter e si sono trovati di fronte ad un annuncio drammatico: l’emittente per cui lavoravano ha annunciato la chiusura e il conseguente licenziamento di tutti i dipendenti.
I due presentatori, in preda al rammarico e alla frustrazione, hanno deciso di sfogarsi in diretta con gli ascoltatori, puntando il dito contro i vertici dell’emittente radiofonica. Oltre ad aver espresso indignazione per il modo in cui è stato loro comunicato l’imminente licenziamento, hanno lanciato un’accusa ben precisa, dichiarando che la radio negli ultimi mesi ha generato grandi profitti e che i costi di gestione sarebbero assolutamente sostenibili.
Lo sfogo è durato dieci minuti, dopodichè Finfer e Quigley, da grandi professionisti, sono riusciti a recuperare la calma e a portare avanti la trasmissione come se nulla fosse accaduto, ricevendo nel frattempo numerosissimi messaggi di sostegno da parte degli ascoltatori.
Questa storia offre sicuramente degli spunti di riflessione: radio e precarietà sono due parole che purtroppo viaggiano di pari passo.
La povera radio soppiantata dalla tecnologia e dal web, strumenti sicuramente più dinamici e immediati, ma che rischiano di annullare il contatto umano e in alcuni casi permettono alle persone di sfuggire alle proprie responsabilità. Ed è così che si scopre di essere stati licenziati via twitter…
Articolo a cura di Fabrizio Pascale