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Storia della Radio: Origine dei Generi Radiofonici

Tempo fa su Radiospeaker avevamo parlato dei formati radiofonici, oggi, invece faremo un viaggio a ritroso per conoscere come sono nati i generi radiofonici.

Prima occorre fare delle precisazioni. Infatti è importante ricordare che i generi sono nati prima dei formati, mentre questi ultimi si sono sviluppati in America a partire dagli anni cinquanta parallelamente all’evoluzione della radio, arrivando così ad inglobare i generi, e permettendo una catalogazione più precisa.

Esiste inoltre, una differenza sostanziale tra “formati” e “generi”. Quando parliamo di formati intendiamo: Radio di Flusso, Radio di Programmi, Talk Radio, Radio Musicali e Radio Persona. Mentre quando usiamo la parola “generi” ci riferiamo a: notiziari, programmi comici, quiz, musica per le famiglie, trasmissioni religiose, programmi sportivi, sceneggiati a puntate, programmi per la casa, per l’agricoltura, per i ragazzi e bollettini dei prezzi di mercato.

In particolare, questi “generi” che vi ho elencato, vengono affrontati nel saggio “The People Look at Radio” scritto da Paul Lazarsfeld nel 1946, in cui il sociologo fa una catalogazione di quello che veniva trasmesso nelle radio americane.

Prima degli studi di Lazarsfeld, in America durante la fine degli anni venti erano le agenzie pubblicitarie ad organizzare la programmazione per fasce orarie, concentrando insieme emissioni simili. Questo prevedeva anche la pubblicità, che iniziò ad essere considerata come un vero e proprio genere, tanto che veniva interpretata dal conduttore stesso per creare una continuità con l’intrattenimento.

Dopo il testo di Lazarsfeld, si approfondì l’argomento dei generi radiofonici, arrivando ad esempio a distinguere i generi teatrali in tre tipi: comedy, radiodramma e varietà. Durante gli anni trenta, anche in Italia, il varietà era un genere molto sentito. Rappresentava un momento di evasione, una radio fatta di cantanti ai quali si mescolavano elementi di comicità, formula che si consolidò soprattutto negli anni settanta.

Infine, come accennavo prima, con i generi nacque anche l’esigenza di un palinsesto diviso per fasce orarie, in modo che ogni categoria di persone e lavoratori avesse l’opportunità di ascoltare il proprio programma in base alle esigenze lavorative. Ad esempio la mattina presto c’erano emissioni dedicate agli agricoltori proprio per permettergli di ascoltare la radio prima di recarsi nei campi a lavorare. A seguire c’erano, poi, programmi per le casalinghe dedicati alla cucina.

Articolo a cura di Ilaria Frosi

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