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Gedi: “La Repubblica” verso la cessione al gruppo greco Kyriakou

Le radio Deejay, Capital e m2o al centro dell’operazione.

Gedi: “La Repubblica” verso la cessione al gruppo greco Kyriakou

La trattativa per la cessione di Gedi entra nella fase decisiva. Secondo quanto trapela da diverse fonti giornalistiche, “La Repubblica” potrebbe passare entro la fine dell’anno al gruppo greco della famiglia Kyriakou, attivo nell’editoria multimediale. La possibile presenza, diretta o indiretta, del fondo saudita legato al principe Mohammed bin Salman resta per ora solo un’ipotesi, senza conferme ufficiali.

La vendita segnerebbe la fine di un percorso lungo quasi cinquant’anni per uno dei quotidiani più influenti del Novecento italiano: nato nel 1976 con Eugenio Scalfari e Carlo Caracciolo, rilanciato negli anni Duemila da Ezio Mauro e Carlo De Benedetti, per poi approdare alla gestione Gedi guidata da John Elkann e dal direttore Maurizio Molinari, spesso criticata da una parte della comunità giornalistica.

Radio Deejay, Radio Capital e m2o: gli asset più appetibili del gruppo

Secondo le voci circolate in questi giorni, le trattative sarebbero già concluse.

Il pacchetto in vendita comprende La Repubblica, ma soprattutto le tre emittenti radiofoniche del gruppo — Radio Deejay, Radio Capital e m2o — considerate la parte più solida e redditizia dell’ex Gruppo Espresso.

Le radio restano infatti il vero “motore economico”:

  • 60 milioni di euro di ricavi,
  • 10 milioni di utili, a fronte di un fatturato complessivo Gedi di 223 milioni e 15 milioni di perdite nette nel 2024.

La famiglia Kyriakou, in passato legata principalmente al settore marittimo, oggi è molto attiva nei media con il gruppo Antenna (ANT1), presente tra Grecia, Serbia, Cipro e Turchia. Un’espansione che poggia sulla holding londinese K Group, partecipata dal fondo saudita PIF e sostenuta anche da investimenti qatarioti.

Il nodo economico: quanto vale oggi Gedi?

Sebbene non ci siano ancora indiscrezioni sul prezzo della cessione, c’è un elemento chiave:

  • nel 2020 John Elkann aveva pagato 220 milioni per acquisire Gedi dai De Benedetti;
  • oggi, nel bilancio Exor, La Stampa e La Repubblica insieme valgono 72 milioni.

Un divario che rende improbabile il recupero dell’investimento iniziale, soprattutto mentre Elkann ribadisce in privato la convinzione che “il giornalismo di carta sia finito”, ridimensionando anche la precedente linea “digital first”.

Le altre trattative aperte

Nel frattempo, altre operazioni potrebbero chiudersi a breve:

  • sarebbe ancora in standby l’eventuale vendita de La Stampa al gruppo veneto Nem;
  • potrebbe concretizzarsi invece la cessione di Huffington Post Italia e de La Sentinella del Canavese al gruppo barese Ladisa.

La possibile uscita di scena del gruppo Gedi dal suo asset storico segnerebbe un cambio di scenario importante per l’editoria italiana. E mentre la proprietà di “Repubblica” è al centro delle attenzioni politiche e mediatiche, le radio del gruppo sembrano essere il vero fulcro economico dell’operazione, confermando ancora una volta il ruolo centrale dell’audience audio nel mercato dei media contemporanei.

Adriano Matteo

Adriano Matteo

Tecnico del suono radiofonico, live e broadcast, giornalista iscritto all'albo pubblicisti della Puglia e grande appassionato di radio in tutte le sue sfaccettature. Leggi i miei articoli

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